Rugby League Four Nations, 2/a giornata: Samoa spaventa la Nuova Zelanda. Inghilterra ko tra le polemiche

Seconda giornata controversa nel Rugby League Four Nations. L’attesissimo torneo internazionale, organizzato e ospitato quest’anno da Australia e Nuova Zelanda, ha regalato agli appassionati un weekend ricco di emozioni, gare tese sino all’ultimo e una coda di polemiche. Portano a casa il successo le formazioni padrone di casa, mentre Samoa e Inghilterra – sconfitte di pochissimo e in partita sino all’ultimo – vivranno forse di rimpianti nelle prossime settimane. Discorso qualificazione apertissimo, anche se i Kiwis e i Kangaroos sembrano avere già un piede in finale.

Nel primo dei due incontri del secondo turno, la rappresentativa delle Isole Samoa ha dato un bello spavento alla Nuova Zelanda vice campione del mondo. Rispetto all’ultima sfida tra le due compagini, vinto dai Kiwis 42-24 a Warrington, c’è stato molto più equilibrio, con i samoani ormai capaci di fare il salto di qualità e giocarsela sino all’ultimo. In barba ai luoghi comuni sul rugby isolano, i ragazzi di Matt Parish hanno messo su un gioco tecnico e spettacolare, costringendo la Nuova Zelanda a palesare quei limiti difensivi rimasti nascosti nell’esordio di Brisbane. Se nel primo tempo, nonostante le mete di Moga, Vidot e Leilua, la sensazione è che prima o poi Samoa avrebbe pagato dazio e ceduto sul piano dell’intensità, ma la ripresa ha autorizzato chi di solito sostiene la sfavorita a sognare il colpo storico, la caduta dei giganti. Brava allora la Nuova Zelanda a non crollare e rimettersi in corsa con le marcature di Nightingale e Kenny-Dowall, per il 14-12 finale. È la sconfitta più ‘onorevole’ della storia di Samoa contro i Kiwis e legittima pienamente la presenza di Fa’alogo e compagni nella manifestazione.

Viene da chiedersi cosa accadrebbe se i samoani giocassero più spesso a livello di test match, magari in tour in Europa: siamo sicuri che, anche sull’onda di quanto mostrato in questo Four Nations, riempirebbero parecchi stadi di rugby league in Francia e in Inghilterra, e regalerebbero al football internazionale un nuovo gigante.

Nell’altra sfida di giornata, l’Inghilterra aveva l’occasione d’oro di battere ed eliminare l’Australia, suo nemico storico. A secco di successo contro i Kangaroos dal 2006 (come Gran Bretagna) e dal 1995 (come Inghilterra), i Lions godevano del sostegno di molta della critica, che vedeva nell’Australia assemblata da Tim Sheens un pallido ricordo del Dream Team laureatosi campione iridato un anno fa. Dopo il disastroso esordio con la Nuova Zelanda, gli australiani si sono trovati con le spalle al muro: vuoi per le maglie commemorative dell’impresa inglese del 1914 , vuoi per la potenza di fuoco e la minaccia di un Ryan Hall che farebbe faville in qualsiasi campionato, questi Kangaroos se la sono vista brutta: primo tempo chiuso sotto 4-12 e rischio serissimo di mancare una finale per la prima volta dal 1954. Ed è qui che sono usciti i campioni, mentre l’Inghilterra ha semplicemente smesso di attaccare, rifugiandosi in un rugby conservativo eppure non al sicuro dagli attacchi di Hunt e Inglis, in meta a cavallo dell’ora di gioco. Gli inglesi avrebbero pure avuto la possibilità di vincere, nella forma di una palla calciata in area da Farell (il destino nel nome?) per l’accorrente Ryan Hall, che in verità sembra dalle immagini del TMO averla schiacciata con la punta di un dito, ma non per direttore di gara e arbitro televisivo: 16-12 il finale.

Ha accresciuto polemiche e perplessità il particolare che a prendere una decisione che avrebbe potuto condannare l’Australia all’eliminazione fossero, di fatto, due australiani e molti vedono nel mancato utilizzo di arbitri neutrali il fallimento della federazione internazionale: non malafede, ma inopportunità.

Rugby League Four Nations – 2/a giornata

Nuova Zelanda-Samoa 14-12
Australia-Inghilterra 16-12

CLASSIFICA: Nuova Zelanda 4, Inghilterra e Australia 2, Samoa 0

Prossimo turno – 3/a giornata

Nuova Zelanda-Inghilterra
Autralia-Samoa