La rinascita di Genova
“Ma quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi mentre guardiamo Genova”.
Per descrivere la domenica della nostra Serie A questa volta prendiamo in prestito le parole del sempre ottimo Paolo Conte nella sua bellissima “Genova per noi”. Perché, se ci pensate bene, è perfetta per rappresentare lo stato d’animo di noi spettatori di fronte all’attuale classifica di Serie A dopo dieci giornate giocate.
Chi si sarebbe aspettato di vedere la Sampdoria e il Genoa così in alto? Nessuno.
Eppure la città di Genova, sempre in secondo piano rispetto alle solite Milano, Torino e Roma, sale nell’élite del calcio italiano occupando il 3° posto solitario con la Sampdoria e il 4° in coabitazione con il Genoa. Trentasette punti complessivi, come quelli di Torino (composti dai venticinque della Juventus e i dodici dei granata) e sei in più di Milano (sedici del Milan e quindici dell’Inter). Solo Roma, al momento, è superiore.
E i numeri quasi mai mentono: la classifica di Sampdoria e Genoa è più che meritata, figlia in un caso — quello blucerchiato — di un progetto tecnico iniziato già alla fine della stagione scorsa e continuato con il mercato estivo, e nell’altro — quello rossoblù — di una crescita esponenziale dei giovani in rosa e di alcuni acquisti azzeccati, ideali per il gioco di Gasperini.
Nulla accade per caso.
Mihajlović sta mostrando una maturità nella gestione umana del gruppo che pochi gli accreditavano, così come una notevole capacità di adattarsi a più soluzioni tattiche. La sua squadra ha dimostrato di essere capace di passare dal 4-2-3-1 al 3-5-2 senza alcuna differenza di gioco e di risultati. Ha rivitalizzato giocatori come Palombo, tornato al centro del progetto e del gioco, e Okaka, attaccante al momento tra i migliori in Italia come prestanza fisica e capacità di fare reparto da solo; ha fatto salire di rendimento giovani di belle speranze come Obiang e Soriano, trovando anche la collocazione giusta per Gabbiadini ed Éder. Dovesse riuscire, e ci sono buone speranze che ce la faccia visto il materiale tecnico a disposizione, a far diventare Romagnoli, difensore classe ’95 di proprietà della Roma, uno dei migliori difensori della Serie A, allora la sua Sampdoria può davvero puntare alle zone nobili — e per nobili intendiamo “europee” — della classifica.
Illuminato dalla luce della Lanterna, però, c’è anche il Genoa di Gasperini, che, fisso e fiero sul 3-4-3 ormai diventato il suo marchio di fabbrica, scala le posizioni in scia ai cugini blucerchiati. L’abitudine dell’allenatore piemontese a vivere in una realtà del genere è fondamentale per reggere la pressione di una piazza comunque tra le più calde della panorama calcistico italiano. L’ex tecnico di Inter e Palermo riesce a infondere tranquillità e sicurezza a suoi giocatori, che lo ricambiano con prestazioni al di sopra delle aspettative. Sotto la sua guida al Ferraris hanno vissuto le loro stagioni migliori i vari Milito (che si è ripetuto anche nel suo primo anno all’Inter), Borriello e Palacio; è riuscito a rivitalizzare Gilardino e sta riuscendo nell’impresa anche con Matri e Pinilla. Ha dato lo slancio definitivo a Perin per diventare uno dei — se non IL — migliori portieri italiani e in Perotti e Iago Falqué ha trovato gli esterni ideali per il suo sistema di gioco.
Insomma, la classifica genovese ride e, a guardare le premesse date da queste prime dieci giornate, è probabile che rida anche in un futuro prossimo. Parlando di due squadre che negli ultimi anni hanno assaporato anche l’amaro sapore della Serie B, va riconosciuto il merito alle due società di aver intrapreso un progetto vincente, che ha permesso la rinascita di due squadre dal passato glorioso.
Alcune dirigenze di questo stesso campionato avrebbero solo che da imparare da questa rinascita di Genova.