Nel Gran Premio degli Stati Uniti, sul circuito di Austin, era atteso il redde rationem del mondiale, con Hamilton che correva per chiudere e Rosberg per riaprire la classifica e riprendersi il centro della scena. È finita con Hamilton che sorpassa Rosberg in pista, senza più lasciargli scampo, e a oggi questo pare anche essere il destino del campionato del mondo.
La partenza del GP è già con giallo: da ieri si era sparsa la voce di uno “sciopero” di Sauber e Force India, che si sarebbero ritirate dopo avere corso il primo giro. Guardando alla manovra di Sergio Pérez, che tocca il posteriore della vettura di Räikkönen prima di colpire quella di Sutil, viene il dubbio che si sia trovata un’altra formula per non andare lontano: ritiro sia per il messicano che per il tedesco, e safety car in pista.
La partenza invece era stata regolare: Rosberg, partito dalla pole position, va subito a chiudere su Hamilton e resta autorevolmente al comando, mentre dietro Ricciardo parte al rallentatore, e riesce a limitare i danni solo grazie a un’ottima staccata alla prima curva: passano Alonso e Magnussen, che viene però risuperato prima dell’incidente di Pérez e Sutil.
In regime di safety car, Vettel (partito su gomme dure) si ferma subito per montare le morbide: sembra chiaro che cercherà di impostare la gara su tanti stint aggressivi, quando il tedesco si ferma di nuovo per rimontare le dure, segno che si andrà per non più di una ulteriore sosta, essendo conservativi con le gomme. I giri dietro la macchina di sicurezza dovrebbero aiutare i piloti anche a conservare un po’ di benzina, cosa quantomai importante in un circuito dai consumi molto elevati.
La vera novità è però nelle sanzioni: mentre alla ripartenza Hamilton cerca di restare incollato a Rosberg, Gutiérrez, Button, Vergne e Maldonado finiscono sotto investigazione per quanto riguarda la loro velocità dietro la safety car: tutti sanzionati, tranne Button, con 5 secondi di stop&go. Le due Mercedes fanno gara a sé, con Hamilton che resta a contatto del compagno di squadra fino al 13esimo giro, quando le sue gomme cominciano a soffrire d’usura e il distacco cresce fino quasi a 3 secondi: al primo pit stop (tra giro 16 e 17) niente di immutato, con il tedesco che si ferma prima e resta in testa senza problemi.
Mentre lo spettacolo viene dalle retrovie, con Alonso che al giro 22 ingaggia un duro corpo a corpo con Button, Hamilton rompe gli indugi e comincia a recuperare decimi su decimi: due giri dopo, quando Alonso attacca nuovamente Button (stavolta con successo), l’inglese prosegue la propria progressione con un sorpasso che non lascia spazio a dubbi: venerdì era davanti a tutti, adesso lo è di nuovo e conta per davvero. Rosberg è sorpassato, psicologicamente è un duro colpo, e il tedesco rapidamente esce anche dal limite del DRS: nel giro successivo, Hamilton prende subito 1.3″ di vantaggio.
Poco dopo la metà gara, al giro 34, è il momento del secondo pit stop: Hamilton ha quasi 3 secondi di margine, e non ha problemi per restare agevolmente in testa. Potrebbe essere un finale scontato, ma Rosberg sa di non avere altra scelta che non sia attaccare: a suon di giri veloci costringe Hamilton a rispondere e non dover gestire la vettura. Nelle retrovie, ai margini della zona punti, si forma un trenino di vetture a dare spettacolo: Vergne, in lotta per mantenere il sedile alla Toro Rosso, si inventa uno splendido sorpasso su Grosjean, forse però costringendo la Lotus a uscire di pista.
Davanti, Hamilton risponde colpo su colpo a Rosberg, riuscendo a mantenere un distacco attorno ai tre secondi, con Ricciardo che tiene a bada le Williams; dietro, Grosjean esce più volte di pista (ma chiude sorpassando Button) e Vettel, rientrato ai box ancora una volta, dalla dodicesima posizione risale fino al settimo posto. Maldonado sorpassa Vergne a poche curve dalla fine (ma poi sconta cinque secondi di penalizzazione), mentre Alonso chiude sesto, a oltre un minuto e mezzo; Räikkönen rientra ai box a tre giri dal termine, forse anche perché la vettura risente del colpo subito a inizio gara.
Vince Hamilton per la decima volta in stagione, con Rosberg battuto soprattutto psicologicamente. Se non c’erano Marussia e Caterham, nessuno ne ha sentito la mancanza.
Risultato finale:
1. Hamilton Mercedes 56 giri completati
2. Rosberg Mercedes +4.3″
3. Ricciardo Red Bull +25.5″
4. Massa Williams +26.9″
5. Bottas Williams +30.9″
6. Alonso Ferrari +1’35.2″
7. Vettel Red Bull +1’35.7″
8. Magnussen McLaren +1’40.6″
9. Vergne Toro Rosso +1’48.8″
10. Maldonado Lotus +1’47.8″
11. Grosjean Lotus 1 giro
12. Button McLaren 1 giro
13. Räikkönen Ferrari 1 giro
14. Kvyat Toro Rosso 1 giro
15. Gutiérrez Sauber 1 giro
Ritirati: Sutil (Sauber), Pérez (Force India), Hülkenberg (Force India).
Classifica piloti: Hamilton 316, Rosberg 292, Ricciardo 214, Bottas 155, Alonso e Vettel 149, Button 94, Massa 83, Hülkenberg 76, Magnussen 53, Pérez 47, Räikkönen 47, Vergne 22, Grosjean 8, Kvyat 8, Bianchi 2, Maldonado 2.
Classifica costruttori: Mercedes 608, Red Bull 363, Williams 238, Ferrari 196, McLaren 147, Force India 123, Toro Rosso 30, Lotus 10, Marussia 2.