La sfida infinita
I risultati delle ultime settimane hanno confermato che il campionato di Serie A è tutto tranne che deciso, nonostante l’affermazione della Juventus nello scontro al vertice dello scorso 5 ottobre.
In quell’occasione, lo Juventus Stadium fu invaso da tensioni, errori arbitrali ed episodi, tanto gravi e controversi da attirare l’attenzione della stampa nelle giornate successive, in un post partita durato, di fatto, 2 settimane.
Da quella lunghissima coda di polemiche siamo usciti con la sensazione di un torneo impotente nei confronti delle prime due della classe, troppo complete e troppo più forti delle altre (in Italia). Anche in questo aspetto stava l’importanza del big match, perché bianconeri e giallorossi viaggiavano a ritmi impensabili per i club degli umani e quei punti così controversi erano sembrati pesantissimi.
Se gli scivoloni (bocciature?) europei hanno posto a Juventus e Roma delle domande ancora in attesa di risposta, il resto della truppa non è riuscito a recuperare terreno, anche perché il Napoli – terza forza dello scorso campionato e intenzionato a inizio stagione a lottare per lo scudetto – si è via via smarrito, alternando prestazioni maiuscole a momento di anonimato disarmanti, oltre che ridimensionanti. Privo della spinta partenopea, il campionato italiano non è riuscito a eleggere un’altra anti-Juve&Roma, tra la discontinuità di un Milan formato lavori in corso e un’Inter mai serena, anche a causa di certe frizioni societarie.
La sensazione è che ognuna delle “quasi grandi” abbia dei problemi strutturali. Come la Fiorentina, certo sfortunata in infermeria ma in qualche modo in ritardo rispetto alle aspettative, che fatica a infilare la marcia giusta e di sicuro alla Samp non possiamo chiedere molto di più. Per motivi anche economici (ma programmazione è la parola chiave), è praticamente impossibile rompere il duopolio, e i segnali non sono dei migliori.
Ma in tutto questo, per onestà, va dato atto al nostro malandato campionato di aver dato segni di vita, anche per la frequenza degli impegni ad alto livello e del non sempre azzeccato turn over applicato dalle più forti. Dal 5 ottobre in poi, Roma e Juventus si sono fermate almeno un po’, infrangendosi su una Samp formato Europa e su un Genoa mai domo, vincente all’ultimissimo istante nel turno infrasettimanale. Prima, il Sassuolo aveva strappato punti preziosi ai campioni d’Italia.
La conseguenza è che lo scontro al vertice si è riequilibrato e che forse, oggi che le due regine d’Italia sono appaiate in testa alla classifica a quota 22, le tossine del 5 ottobre possono dirsi smaltite, messe da parte. Dimenticate no: non saremmo italiani se non continuassimo la polemica.
Mi aspetto di vedere quell’arbitraggio di Rocchi spuntare, da un momento all’altro, nelle dichiarazioni dei protagonisti: siamo italiani. Ma nel frattempo godiamoci un duello a distanza costante, logorante, equilibrato e accattivante: a Napoli ed Empoli, nel sabato pre Champions League più delicato dell’anno, il compito di stupire tutti quanti.