F1, prove libere GP degli USA: Hamilton davanti a tutti mentre già si guarda al 2015
Si sono svolte oggi le prime due prove libere del Gran Premio degli USA di Formula 1, sul circuito di Austin. Il clima è irreale, e sicuramente complesso da spiegare al pubblico statunitense (abituato a franchigie e budget controllati): Caterham e Marussia non si sono neanche presentate, e il campione del mondo uscente sarà costretto a partire comunque dalla pit-lane (monterà il sesto motore, quando il regolamento ne accorda solo cinque).
Più nel dettaglio della crisi: la Marussia non è in grado di sostenere le spese per la doppia trasferta nelle Americhe (la prossima settimana si correrà in fatti in Brasile) ed è finita in amministrazione controllata, come già era successo alla Caterham; nessuna delle due scuderie comunque è già esclusa dal Mondiale, in quanto i regolamenti consentono di saltare due GP: se rientreranno ad Abu Dhabi, avranno diritto a partecipare alla prossima stagione, purché riescano ovviamente a trovare fondi.
Anche la Force India (autrice peraltro di un campionato di ottimo livello) ha rischiato di saltare: terminato l’utilizzo delle prime quattro unità motrici, fino a pochi giorni fa mancavano i soldi per pagare la quinta parte. Pagamento arrivato all’ultimo tuffo, e nuovo motore Mercedes per riprendere la corsa al quinto posto (la McLaren è 20 punti avanti). Infine Vettel: sempre in pole position ad Austin, con vittoria all’esordio del circuito e secondo un anno fa, ma di fatto le sue qualifiche saranno neutralizzate.
Il maggiore motivo di interesse delle libere odierne è stato pertanto osservare quelle squadre che possono permettersi di testare componenti per il 2015: segno che c’è la certezza di restare, nell’attesa di capire se nella prossima stagione vedremo l’arrivo della terza macchina per scuderia (con il malcelato rischio di ritrovarci con podi monopolizzati da una sola scuderia). A ogni modo, la Lotus ha effettuato un test per un nuovo musetto che rispetti le misure previste per la prossima stagione: si lavora sul profilo della punta, che necessariamente cambierà i flussi d’aria che investono la parte inferiore della monoposto.
Parlando degli eventi in pista, la prima sessione è stata dedicata un po’ da tutti i team alla valutazione delle mescole: l’unica emozione vera l’ha riservata Ricciardo, che ha corso solo cinque giri prima di incorrere in un problema tecnico; davanti Hamilton ha fissato il miglior tempo, con tre decimi su Rosberg e quattro su Button, con Alonso sesto a più di un secondo, e Räikkönen dodicesimo a due secondi. Al termine della sessione, è stata sperimentata la cosiddetta yellow zone (o VSC: Virtual Safety Car): ai piloti viene richiesto di rallentare nelle zone interessate dalle bandiere gialle, innalzando il proprio tempo in quel settore fino al 35%.
La seconda sessione ha visto svettare ancora Hamilton, ma stavolta con un margine minimo: soli 3 millesimi davanti al compagno di squadra, Nico Rosberg. Terzo Alonso, di nuovo a un secondo e un decimo, seguito poi da Ricciardo, Massa e Räikkönen. Curiosamente ultimo Vettel, con un distacco che ha girato a quasi 5 secondi dal primo: l’interesse del tedesco si è comprensibilmente concentrato soltanto sul passo gara, cercando ancora più consistenza da una monoposto che sarà chiamata a una gara in rimonta. Attenzione alle Mercedes, però: sia Rosberg che Hamilton hanno avuto problemi al cambio, con l’inglese che ha dovuto fermare la propria simulazione di gara dopo poche tornate.
Detto questo, ricordiamo il panorama ha visto e vedrà correre soltanto 18 vetture: cambierà la formula della Q1 e della Q2, con l’eliminazione di quattro vetture alla volta. Domani sera, con diretta in contemporanea sulle reti RAI e su Sky, le qualifiche della terzultima gara della stagione.