Home » Mondo A-League, 3/a puntata: Berisha vuol dire derby

È Besart Berisha l’eroe d’Australia: il Marquee Player dei Victory ha deciso con una tripletta il derby di Melbourne, contribuendo in maniera sostanziale al 5-2 dell’Etihad Stadium. L’epica prestazione dell’ex Brisbane Roar, autentico giramondo del gol che le difese australiane le conosce come nessuno, ha piegato la resistenza di un Melbourne City brillante ma solo per un tempo, grazie al ritmo e al gioco e alla classe dei migliori elementi.

La capitale dello stato di Victoria, finalmente, ha vissuto una stracittadina bellissima. Non solo perché alla squadra (forse) più forte della lega ora si affianca quella più ricca, ma anche perché il City di John van ‘t Schip ha giocato a viso aperto, facendosi preferire nel primo tempo sul piano del gioco, sinché le gambe hanno retto e l’intensità è stata da derby. Fondamentale, nei primi 45′, la qualità: David Villa non ha segnato ma ha attirato i raddoppi e aperto gli spazi, Damien Duff ha ubriacato i difensori avversari sino a dominare la fascia destra.

Melbourne Derby A-League Australia Fox SportsIl problema, in questi casi, è che tra un cantiere aperto (City) e una squadra vera (Victory) ci passa tutta la differenza del mondo. Nell’impostazione, come nella qualità degli uomini: a uno come Archie Thompson basta uno spiraglio per accendere la luce e tanti saluti ai sogni di gloria dei cugini brutti e perdenti, ora ricchi ma lontani dall’essere squadra. E poi uno, due, tre e Berisha, l’uomo della provvidenza fresco di titolo con Brisbane, ha legittimato il suo ingaggio da stella internazionale con una tripletta da urlo. Con tre reti degne di una cornice da 43 mila spettatori: nella città del football australiano, il football di tutto il mondo ha fatto (ancora) bella figura.

Prima del Berisha-day e della finale di AFC Champions League (poco azzeccata la contemporaneità tra i due eventi), il Sydney FC aveva confermato che c’è vita dopo Alessandro Del Piero, che Graham Arnold ha le idee chiare e quest’anno si può parlare di playoff. La A-League, nell’insolita situazione delle due finaliste relegate in fondo alla classifica, si è confermata impronosticabile e i Roar non hanno vinto neanche stavolta: Marc Janko è l’attaccante ideale per gli Sky Blues e in generale i campioni sono stati di una pochezza disarmante offensivamente parlando. Poche idee, ma confuse: di rado  Janjetovic s’è sentito in pericolo e le 3 sconfitte in altrettante gare complicano il cammino di chi voleva vincere il campionato senza il suo bomber di razza (vedi derby di Melbourne).

New Zealand HeraldE dobbiamo parlare, di nuovo, di A-League neozleandese, perché  il poker di Wellington su Newcastle rilancia le ambizioni della penultima forza del 2013-2014, decisamente la squadra del momento. Eroe di giornata Nathan Burns, prodotto del New South Wales Institute of Sport passato per il campionato greco, quello coreano e proprio per i Jets, trafitti al 4′ e al 42′. Con l’aggiunta dei gol di McGlinchey e Durante, che ha scelto di giocare per la Nuova Zelanda da naturalizzato, il momento dei Phoenix è d’oro e il quarto turno, come un copione perfetto, propone la trasferta sul campo dei Victory: capiremo qualcosa in più.

Rinviata a causa della finale di Champions League asiatica Wanderers-Mariners, la terza giornata si è chiusa con la caduta di Perth in quel di Adelaide. Per i Glory, che in trasferta nella storia della lega vantano un poco invidiabile 19% di successi, domenica disastrosa anche sul piano disciplinare: 5 cartellini gialli, che peseranno sul lungo periodo. Piove sul bagnato.

Hyundai A-League – 3/a giornata

Brisbane Roar-Sydney FC 0-2
Melbourne Victory-Melbourne City 5-2
Wellington Phoenix-Newcastle Jets 4-1
Adelaide United-Perth Glory 2-0
Western Sydney Wanderers-Central Coast Mariners (rinviata al 19 novembre)

CLASSIFICA: Melbourne Victory, Sydney FC, Adelaide United 7, Wellington, Perth 6, Central Coast Mariners 3, Melbourne City 2, Newcastle 1, Brisbane, Western Sydney 0