Dopo aver analizzato in mattinata la eastern conference passiamo alla bagarre che ci accompagnerà durante tutta la stagione nell'”Old Wild West”. Come ogni anno sempre più competitivo e ricco di talenti, sorprese, ma anche di conferme. Tutti a caccia degli Spurs, campioni 2013-2014.
DALLAS MAVERICKS – Di anno in anno gli uomini di Carlisle non peggiorano mai. Nowitzki sembra avere il filtro della giovinezza, Ellis, il nuovo arrivato Parsons, Calderon e Chandler completano un roster di tutto rispetto che ha nella difesa il suo unico punto debole. Nonostante Houston, per solidità restano dopo gli Spurs i favoriti alla vittoria della southwest division. Non dimentichiamo che sono riusciti a portare gli Spurs a gara 7.
HOUSTON ROCKETS – Un po’ gli eterni incompiuti della western conference. Miglior attacco in assoluto dietro agli Spurs, ma, solidità difensiva almeno nella scorsa stagione pari allo 0. Peserà la perdita di Parsons e non poco, Ariza però potrebbe stupire e non far rimpiangere l’ex sophomore americano. Coach McHale ha dato le chiavi in mano al barba, ma, per il titolo la strada è ancora lunga. Probabile un’eliminazione al primo turno dei playoff.
MEMPHIS GRIZZLIES – Z-BO dipendenti. Possono perdere e al tempo stesso vincere contro chiunque. I Grizzlies per continuità sono da un paio d’anni la miglior difesa della lega assieme ai Bulls. L’esperienza di Conley e di Carter oltre al solito Marc Gasol, poi, possono permettere ai Grizzlies quantomeno di disputare i playoff, ma a ovest è tosta e quest’anno serve una mano anche in fase realizzativa, dove, troppo spesso hanno stentato.
NEW ORLEANS PELICANS – Eccoli, la prima possibile rivelazione assoluta del pazzo,pazzo, west. Un Davis straripante come quello visto ai mondiali di Spagna potrebbe trascinare New Orleans a una stagione da protagonisti assoluti. Non esageriamo se pensiamo che questi Pelicans sulla carta possono anche arrivare tra le prime quattro della western conference. Atletismo e fisicità ce n’è tanta. Asik, Holiday e Gordon (ginocchio permettendo) possono aiutare al lungo più forte della lega di sognare almeno la post-season.
SAN ANTONIO SPURS – Son vecchi son finiti. Sarà dal 2009 che sentiamo questo ritornello, ma, il team di Popp c’è sempre. I campioni in carica nonostante non avranno le stesse motivazioni di vendetta della passata stagione restano i favoriti assieme a Clippers e Thunder alla vittoria della western conference. Problemi fisici di Parker, Duncan e Ginobili permettendo. Dovrebbe essere l’anno di Leonard, pronto a trascinare i texani da vero e proprio caposquadra. Belinelli ha fatto una preseason da urlo ed è in continua crescita, se aggiungi la legione straniera Mills, Splitter, Diaw, capisci che panchinari questa squadra non ne ha. L’unica della lega con almeno dieci sulla carta titolari.
DENVER NUGGETS – Qui obbligatorio spendere una parola per il nostro Gallo. Tornato dall’infortunio e pronto a spaccare il mondo. Dopo l’exploit di Belinelli è l’anno buono dell’altro italiano (considerando i problemi di Bargnani a New York). Resta un’enigma McGee (più ospite fisso da Shaqtin a Fool che in campo) ma sulla carta uno dei primi cinque lunghi dell’Nba. Lawson, Afflalo e un galvanizzato Faried (tra i migliori del mondiale) possono portare Denver almeno nella postseason.
MINNESOTA T-WOLVES – Anno un po’ sperimentale per loro. Gli arrivi dei giovani talenti Bennet (staremo a vedere) e di Wiggins da Cleveland (qui si rischia il rimpianto del secolo) possono far crescere la franchigia di coach Saunders. Young, Pekovic, Rubio, Martin e il redivivo JJ Barea completano un roster di tutto rispetto che oscillerà tra l’ottava e la decima posizione nella regular season.
PORTLAND TRAILBLAZERS – Questi sì che possono rompere le scatole a tutti gli aspiranti alla vittoria. L’hanno dimostrato nella scorsa stagione con un Lillard impressionante e un LaMarcus Aldridge ai limite dell’illegale per continuità e qualità. Batum, Lopez e i vari Matthews, Blake e Kaman possono far sperare coach Stotts un ritorno in finale per Portland che la attende dai tempi dei Jailers.
OKLAHOMA CITY THUNDER – I più continui in western conference negli ultimi anni assieme agli Spurs. Che dire, a Kevin Durant manca solo l’anello al dito che stramerita. Qualora Westbrook e Jackson continuassero sulla scia della scorsa stagione e Ibaka non avesse problemi fisici resterebbero di diritto la favorita anche per motivazione a ovest e non solo. Atleticamente in tutto l’occidente a stelle e strisce solo i Clippers possono tenergli testa, qualitativamente inferiori solo agli Spurs per problemi di panchina che coach Brooks non è riuscito a risolvere.
UTAH JAZZ – Buona squadra, in crescita ma fuori dalle otto che contano. Impensabile che la franchigia di Salt Lake City possa competere nella madness della western conference. Hayward, Kanter e Burke ci proveranno, ma, il gap è davvero troppo rispetto, sia alle sorelle della northwest division che al resto delle franchigie dell’ovest.
GOLDEN STATE WARRIORS – Possono spaccare ma anche floppare alla grande. L’assenza in panchina del reverendo Jackson non è poca cosa, un esonero prematuro che peserà su Curry e compagni. Steve Kerr ci proverà, ma, Golden State era una creatura dell’ex coach e oltre ai playoff (ammesso che ci arrivino) dubitiamo che con i soliti enormi problemi fisici di Bogut e Lee facciano tanta strada. L’unica speranza le mani fatate degli splah brothers Curry e Thompson, i cecchini che possono cambiare una stagione.
LOS ANGELES CLIPPERS – Risaputo che non sono più i cugini sfigati, anzi. I Los Angeles Clippers sono finalmente pronti a giocarsi il titolo. Doc Rivers ha fatto crescere in pochissimo tempo una squadra di tutto rispetto con alla regia un cp3 onnipresente e i lunghi Griffin e Jordan devastanti sia offensivamente che difensivamente. Redick, Barnes e Crawford completano un roster secondo a nessuno in tutta la lega e in assoluto tra i primi quattro della Nba. Cacciato via Sterling pare risolto ogni problema e Rivers può concentrarsi solo sul parquet e quando questo accade per gli avversari sono guai seri.
LOS ANGELES LAKERS – Sorridete amici sportivi il black mamba è tornato. Ecco, fermatevi qua perché oltre i Lakers, miracolosi playoff a parte non andranno. Fase ancora di ricostruzione per i californiani, ormai loro i cugini poveri per la disperazione di Jack Nicholson. L’arrivo di Boozer, Lin e un buon Randle non basteranno per una conference fin troppo competitiva per loro. Kobe Bryant però non è umano qualsiasi e farà di tutto per giocare la post-season, qualora dovesse ancora riuscirci, chapeau.
PHOENIX SUNS – Rivelazione dell’anno scorso a ovest dopo i Blazers e probabile matricola impazzita anche quest’anno. I fratelli Dragic, di cui Goran ormai è una sentenza e un incubo per ogni difesa della lega e lo strapotere fisico di Green sono una bella realtà. Bledsoe può essere un problema come la soluzione, attenzione anche a Thomas tutt’altro che panchinaro, un lusso che pochi si possono permettere. Coach Hornacek ha già fatto un mezzo capolavoro la passata stagione e quest’anno può solo migliorare, come i suoi ragazzi.
SACRAMENTO KINGS – Qui praticamente nessuna speranza di post-season. Piccole crescite graduali ma non all’altezza delle franchigie che contano i californiani. Coach Malone ha una pessima difesa e Collison non è Thomas,tra le note positive anche in questa stagione con ogni probabilità McLemore e McCallum, attenzione anche al rookie Stauskas, troppo poco però per i playoff. Probabile stagione da fanalino di coda.