Primi sorrisi esterni per la Virtus Roma, che espugna il parquet del PalaFantozzi contro un’Orlandina obbligata a rinunciare a Freeman per motivi burocratici. Romani ottimi in avvio, ma incapaci di gestire il vantaggio fino al ritorno negli spogliatoi. Situazione identica nella seconda parte di gara; Virtus brillante in avvio e sciupona e in vena di regali successivamente. I siciliani approfittano totalmente della situazione e nel punto a punto finale è Roma a spuntarla.
Roma ottima dall’arco – Una Virtus con una mano calda dall’arco nei primi dieci minuti di questa sfida valida per la terza di campionato. A differenza delle prime due uscite stagionali, il quintetto romano appare più concreto e mette in fila sei triple (tre di Jones, due di Triche e una di Stipcevic). Alla vena ispirata da tre, però, si contrappone l’incapacità di Roma nel contenere le penetrazioni avversarie. Hunt è il più vivace sul pitturato ed è lui mantiene i siciliani a una certa distanza con Roma dopo i primi 10’ avanti sul 17-24.
Si torna in parità – Avvio timido degli ospiti nel secondo periodo. Un tecnico permette agli uomini di Dalmonte di mantenere per un po’ l’Orlandina a debita distanza, ma i padroni di casa non mollano la presa e con il solito Hunt riducono il distacco. Roma è in difficoltà e in questa fase delicata il terzo fallo commesso da Morgan finisce per peggiorare la situazione. L’Orlandina avanza a suon di liberi ed è proprio Burgees dalla lunetta a riportare la parità (38-38) prima della sirena dell’intervallo tecnico.
Roma si disunisce – La seconda parte di gara è praticamente l’esatta fotocopia di quando visto nei primi venti di gioco. Roma parte aggressiva e a lanciarla ci pensano una tripla di Triche (40-47), un secondo fallo tecnico fischiato alla panchina siciliana e Gibson. Si arriva fino al 46-57, ma una volta raggiunto l’apice la Virtus si disunisce e perde la testa. Un antisportivo fischiato a Jones dà praticamente il via alla reazione dei locali, sotto di sei punti alla fine del terzo periodo dopo il canestro pesante di Soragna.
Finale da punto a punto – Si va dunque agli ultimi dieci minuti di gioco. Roma, migliorata in fase di rimbalzo, ritrova sul parquet Morgan nella fase più importante della partita. Archie porta i suoi sul -3, Gibson forza in malo modo da tre e dalla parte opposta Burgees completa il sorpasso dell’Orlandina. Roma attacca con poca razionalità e cala anche le proprie percentuali da tre, mentre in difesa concede clamorosi regali che i propri avversari non sfruttano. Emblematico l’unico libero realizzato su quattro concessi ai locali nella stessa azione (frutto di un fallo su tiro da tre a cui si è aggiunto un tecnico per proteste). Si va all’ultimo minuto punto a punto, ma è qui che esce fuori la maggiore caratura della Virtus. De Zeeuw su assist di Gibson e dando le spalle a canestro segna un punto formidabile. Roma si riporta sul +4 (68-72), Basile riavvicina le due squadra, Stipcevic sbagli un libero e concede un’ultima speranza ai locali, ma il ferro dice di no al tiro di Archie a fil di sirena.
UPEA CAPO D’ORLANDO-ACEA VIRTUS ROMA 70-73 (17-24, 38-38, 53-59)
Capo d’Orlando: Archie 22, Hunt 12, Basile 6, Soragna 8, Nicevic 5, Pecile 5, Karavdic, Burgees 12, Bianconi, Strati. All. Giulio Griccioli.
Virtus Roma: Ejim 4, Triche 14, Jones 11, D’Ercole 1, Sandri, De Zeeuw 13, Kushchev, Finamore, Gibson 11, Stipcevic 11, Morgan 8, Pullazi. All. Luca Dalmonte.
Arbitri: Manuel Mazzoni, Gabriele Bettini, Dario Morelli.