La grande sconfitta

Si erano immaginati tutt’altra sceneggiatura i tifosi romanisti, ieri sera, prima di andare alla stadio o sedersi davanti alla tv. Io stesso mi ero immaginato di scrivere un editoriale diverso, un articolo in cui avrei elogiato il ritrovato calcio italiano. Una serata di gioia, insomma, magari strappando anche solo un pari contro una corazzata di livello mondiale come quella bavarese, invece la partita è finita ancora prima di iniziare; o meglio non proprio perché sull’1-0, a dir la verità, Gervinho ha avuto la palla del pareggio e si sa, nel calcio, gli episodi cambiano eccome la partita. Difficile però che solo uno potesse minare psicologicamente il Bayern Monaco di Guardiola, disposto a meraviglia in campo.

Cosa è successo alla Roma ieri? Probabilmente i giallorossi si sono guardati allo specchio troppo a lungo dopo la partita contro il ChievoVerona, una vittoria da grande squadra e una partita messa in ghiaccio dopo mezz’ora. Rudi Garcia pensava di potersela giocare alla pari e ha schierato, di fatto, tutti i suoi gioielli più talentuosi in campo: Totti, Gervinho, Iturbe e anche Pjanic. Soprattutto quest’ultimo ha faticato in mezzo alla fisicità dei tedeschi, non riuscendo quasi mai a trovare lo spunto giusto quando chiamato a spingere e soffrendo quando costretto a fare muro davanti alla difesa. Questo mette in mostra un grande limite della Roma: i capitolini sanno giocare solo così, dominando la partita e quasi mai di rimessa, e questo in Europa lo paghi. Lo pagò l’anno scorso a Torino quando, dopo un buon primo quarto d’ora, andò sotto a causa della rete di Vidal; Nainggolan può lottare quanto vuole così come De Rossi, ma contro certe formazioni servirebbe un maggiore aiuto dal terzo centrocampista e, soprattutto, dagli esterni. Non essere in grado di soffrire, a questo livello, è una pecca che una squadra come la Roma non si può permettere.

Un 1-7 in casa, nella partita “della svolta europea” davanti al tuo pubblico, cambia eccome gli equilibri di una stagione. Sono convinto che alla fine Rudi Garcia riuscirà a tirar fuori qualcosa di buono da questa debacle, in fondo sbagliando s’impara. Però la scelta di Cole si è rivelata sbagliata, non solo a livello di formazione ma anche come rinforzo estivo in sé: quei soldi andavano investiti altrove, facile dirlo adesso ma è la verità. Così come è sbagliato, in queste partite, far giocare contemporaneamente Totti e Pjanic; bene in campionato, dove il livello si abbassa notevolmente e allora serve lo spunto per sbloccare le partite, mentre col Bayern Monaco forse era il caso di rispolverare un centravanti vero, uno alla Destro. Una boa che potesse far salire la squadra, far respirare la difesa, lottare e prendere falli spalle alla porta. Non sarebbe bastato comunque, questa sera il Bayern avrebbe piallato la Roma anche se avesse giocato in tredici, ed è una cosa su cui dobbiamo riflettere. E soprattutto Totti sarebbe dovuto rimanere fuori, un fatto inconcepibile al momento nella testa del tecnico francese.

Duole dirlo ma quei sei gol di differenza rappresentano esattamente il distacco attuale tra i principali campionati europei, Premier League, Liga e Bundesliga, e la nostra Serie A. Alla Juventus il compito di smentirmi già stasera, con una prova di personalità in quel di Pireo, in uno degli stadi più caldi d’Europa. Però Lahm, Alaba, Götze, Robben, Ribéry, Lewandowski e Müller. Al netto degli assenti, tra cui Schweinsteiger, la differenza è abissale: non lo scopro io stasera di certo, ma quando te lo ricordano in maniera così dura e perentoria fa sempre male. La grande bellezza, almeno stasera, si è trasformata in sconfitta.

Published by
Alessandro Lelli