Lo sfogo di Gian Piero Gasperini di ieri sera contro parte dei tifosi del Genoa non costituisce certo una novità nel mondo del calcio. Dal video-tormentone di Malesani contro le contestazioni dei tifosi del Panathinaikos (quello della giungla cazo, per capirci), a Bagnoli, altro tecnico rossoblu che nel 1990 difese la squadra contro la dura contestazione degli ultras, non sono pochi gli allenatori che hanno sbottato contro curve troppo “esigenti”.
Perché arriva un punto in cui i nervi saltano anche ai professionisti. Ieri sera Gasperini non ha retto ai pesanti fischi di fine gara, indirizzati ad una squadra che ha raccolto nove punti in sette giornate, e ha sfogato tutta la sua frustrazione nel post partita.
Film già visto, come abbiamo detto, ma con qualche elemento di novità. Il tecnico ai contestatori delle curve ha infatti affiancato quelli “virtuali”, provenienti dai meandri della rete. Blogger dal polpastrello avvelenato, spesso protetti dall’anonimato. Anche loro, nel 2014, contribuiscono a creare un certo clima intorno alla squadra, nel bene e nel male. Anche da loro si deve guardare chi ha il compito di difendere la squadra nei momenti difficili, a partire dall’allenatore.
Ha un bel dire, il tecnico rossoblu, a schierarsi contro la tecnologia in campo, posizione coerentemente confermata ieri sera anche dopo un episodio (il gol dell’Empoli) che forse con una telecamera avrebbe potuto essere interpretato diversamente. Ma contro la tecnologia “fuori” dal campo c’è poco da fare: il contestatore su un blog è solo un minuscolo aspetto della rivoluzione portata dal web. Oggi, il tifoso che critica la squadra on-line ha un peso persino maggiore di quello che fischia allo stadio. Un articolo velenoso può del resto raggiungere più persone di quante assistano alla partita dal vivo o in televisione, e il flusso di articoli dura 24 ore su 24, sette giorni su sette.
Del resto, Twitter è zeppo di commentatori di tutto lo scibile umano, Facebook di potenziali Presidenti del consiglio. Non c’è da stupirsi quindi che questa sorta di delirio di onnipotenza trovi applicazione anche nello sport, e sforni schiere di allenatori. Anni fa succedeva nei bar, oggi succede in mondovisione, su internet, dove spesso un semplice click su “mi piace”, “condividi” o “retweet” sostituisce ciò che un tempo richiedeva per lo meno una buona oratoria.
Si rassegni Gasperini, si rassegnino allenatori, politici, sportivi e ogni altro personaggio pubblico. Oggi criticare è troppo semplice per resistere alla tentazione di non farlo.