Dopo di loro, le briciole
E finalmente si è giocato. Lo ha scritto ieri il nostro Matteo Portoghese, lo ribadiamo oggi: ci siamo stancati delle polemiche susseguite a Juventus-Roma, noi appassionati di calcio che siamo cresciuti con la cultura del sospetto, con il timore che il nostro giocattolo preferito fosse, in fondo, difettoso. Proprio noi siamo stanchi: le abbiamo viste tutte e siamo diventati “impermeabili” alle polemiche e alle dichiarazioni infinite. Le sentiamo, ma ci scivolano addosso. In fondo, sono sempre le stesse cose trite e ritrite. Vogliamo calcio, quello che si gioca in un rettangolo verde. Certo, non pretendiamo i prati all’inglese, ci accontentiamo dei nostri. Purché ci siano all’interno ventidue giocatori, un arbitro e i suoi assistenti e un benedetto pallone.
E calcio è stato. Quale miglior modo di interrompere le polemiche dopo una delle pause per le gare delle Nazionali più lunghe di sempre? Juventus e Roma continueranno il loro duello a distanza, almeno fino a marzo prossimo, quando l’Olimpico sarà lo scenario di un’infuocata gara di ritorno. E purtroppo saranno mesi di polemiche, frecciate, insinuazioni, sospetti. Roma e Juve, dicevamo, hanno ripreso a correre su binari paralleli, l’una in attesa del passo falso dell’altra. Passo falso che stavolta è arrivato e che ha avuto l’effetto di riaprire improvvisamente la corsa al titolo.
La Vecchia Signora, infatti, si è fermata a Reggio Emilia contro un Sassuolo determinato, che ha dimostrato ancora una volta che in Serie A non esistono le partite “facili”. Quasi a voler aspettare, dopo lo scatto di due settimane fa, la compagna Roma. E la sfida si fa sempre più avvincente, visto l’equilibrio fin qui dimostrato. Nonostante la sconfitta dello Juventus Stadium, i giallorossi però sembrano più forti dal punto di vista mentale: sia in Europa, dove hanno dimostrato la giusta spavalderia, che in campionato. Il 3-0 contro il Chievo è una dimostrazione di intenti forte: una squadra che, nonostante la partita di martedì contro il Bayern, è capace di concentrarsi sull’impegno del momento e di sfruttare al massimo le forze di chi gioca meno. Il torneo è ancora lungo, ci sarà da divertirsi. Se lasceremo parlare il campo, appunto.
Alle loro spalle, il campionato delle briciole. Oddio, un posto in Champions non è poi così misero in fin dei conti, ma pensare che costituisce l’ambizione di quattro, cinque o, forse, sei squadre dà l’idea di un piatto di minestra conteso alla mensa della Caritas. Napoli, Inter, Fiorentina, Milan e, forse, Sampdoria e Udinese si daranno battaglia per un posticino al sole, ma pur sempre all’ombra delle duellanti dei piani alti.
In quest’ottica, Inter-Napoli di stasera riveste un fascino particolare. È la sfida fra squadre che un tempo erano grandi, l’intreccio fra vecchie conoscenze e il faccia a faccia fra due allenatori che fino a qualche anno fa sedevano sulla panchina opposta. Inter e Napoli sono due squadre alla ricerca di un’identità perduta e vorranno ritrovarla stasera a San Siro. Dopodiché sarà Europa League e ancora campionato. La pausa è finita, ora si gioca, finalmente.