Finalmente si gioca, è il caso di dirlo. La pausa per le nazionali, per quanto piacevole nel nuovo formato della “settimana del calcio” – organizzata in modo che noi calcio-dipendenti avessimo sempre qualcosa da guardare – non ha sopito le polemiche in coda a Juventus-Roma, la sfida delle sfide, tanto tesa e importante da essere durata due settimane.
Dal pomeriggio di domenica 5 ottobre a oggi, giorni e giorni di interviste, commenti, dichiarazioni e virgolettati strappati a idoli del passato. O a chiunque avesse almeno una volta indossato la casacca dell’una o dell’altra squadra.
Di fatto s’è giocato, per davvero, senza sosta ed è pure stato un calcio poco piacevole, francamente, perché condito da cattiveria, polemiche, accuse reciproche e scorrettezze.
Ora non è il caso – del resto ci siamo già spesi, e con raziocinio – di tornare su torti e ragioni, ma c’è un che di arrogante in questo modo che Juventus e Roma hanno di prendersi il campionato, di decidere da sé che il 5 ottobre ha scavato un solco e tracciato una linea. È certo vero che parliamo delle favorite per i primi due posti, ma si fa un torto al torneo e al movimento tutto se si pensa a una Serie A assegnata già in autunno, o a un’inerzia irrecuperabile per un big match finito 3-2, in un contesto in cui qualsiasi risultato avrebbe lasciato spazio a recriminazioni.
No, c’è dell’altro e c’è da giocare ogni fine settimana: in particolare con le fatica delle coppe, resta da vedere se Juventus e Roma resteranno questi rulli compressori, o se c’è spazio per un terzo incomodo. Non che là dietro, in verità, ci siano squadroni, ma bianconeri e giallorossi hanno da temere sé stessi e gli avversari, pure quelli piccoli.
Quante volte, per esempio, in questa lunghissima pausa avete sentito parlare del ChievoVerona? O del Sassuolo? Poche, scommetto, perché questo è il risultato delle dichiarazioni al veleno, degli attacchi avventati o delle difese sprezzanti. Questa è l’eredità consagnataci dal big match campione di nervosismo, accentratore di attenzioni: che di Roma-Chievo e Sassuolo-Juventus non parla nessuno, che diamo queste partite per scontate, già vinte.
Magari è anche così e certamente le due grandi partono favorite, ma non sottovaluterei l’effetto del sabato dopo la pausa internazionale. Non correrei il rischio perché in questo periodo Corini e Di Francesco non hanno visto la maggior parte della rosa partire e girare il mondo, accumulare fatica e infortuni nelle qualificazioni europee.
Chievo e Sassuolo hanno lavorato in gruppo, con serenità, ricaricando le pile. Certo partono coi sfavori del pronostico, ma di Rocchi, Totti, Bonucci, Capello, De Sanctis e tutto il resto se ne infischiano (giustamente).
Finalmente si gioca, non si parla. E se le litiganti perdono punti, non è detto che sia un male.
Che bello: buon sabato e buon calcio.