Come apparso ieri sulla Gazzetta dello Sport, il presidente Carlo Tavecchio, rispondendo ad una domanda di un giornalista sul fatto se si fosse mai imbattuto in casi di pedofilia nel calcio, ha risposto: “Mai. Da presidente della Lega dilettanti ho chiuso delle società di calcio femminile, per adescamento di ragazze dai 15 anni in su. Il fatto che io personalmente non mi sia mai trovato davanti a un caso di pedofilia non significa però che il problema nel calcio giovanile non esista. Nel bene e nel male il nostro ambiente è uno specchio del Paese reale e in percentuale lo rappresenta. In Italia ci sono tot ladri e nel calcio ci sono tot ladri. In Italia ci sono tot pedofili e nel calcio in percentuale ci sono tot pedofili. C’è poi il problema dell’accoglienza di tanti minori stranieri che nessuno è in grado di tutelare. Troppi bambini abbandonati: la situazione è drammatica e noi come Figc sosteniamo la campagna di “Save the children” sulla mortalità infantile. Io ho tre figli in adozione a distanza. Vivono in Africa, due nel Togo e uno nel Benin”.
Dopo questa dichiarazione nel calcio femminile ci sono state molte levate di scudi e molte prese di posizione per l’ennesima frase forte del neo-Presidente della FIGC ma gli ultimi casi di cronaca sembrano, invece, dargli ragione: l’arresto ai primi di ottobre a Padova di un allenatore di squadre giovanile che palpeggiava i suoi allievi è solo l’ultimo caso di un ampio filone che riguarda calcio e pedofilia.
Il problema non nasce nei vivai dei club professionistici che sono iper controllati ma nei vivai dei club minori dove pedofili, travestiti da talent scout, abusano dei ragazzi promettendo loro la luna. Il problema degli abusi nel calcio esiste, inutile negarlo. E come esiste nel calcio maschile esiste anche nel calcio femminile, usando la parafrasi del Presidente FIGC.
Dove sta allora il problema? Forse il problema è nel fatto che non venga denunciato? Oppure il problema è il solito problema di Tavecchio, ovvero essere corretto nei contenuti ma non nella forma?
Per correttezza riporto anche il commento, di natura completamente opposta al mio, di Walter Pettinati di calciodonne.it: “Seguo il calcio femminile da 20 anni e non mi risultano società chiuse dalla LND per casi di pedofilia o per adescamento sulle minori. Mi sono anche preoccupato di indagare, senza però trovare fondatezza sulla dichiarazione del presidente della figc e colgo l’occasione per sollecitare il NUMERO 1 del calcio italiano a dare delucidazioni su quanto dichiarato, sperando che intervenga anche la stessa UEFA, alla quale girerò questo articolo.
La dichiarazione del presidente, a mio avviso priva di fondamento, è forse solo un pretesto per attaccare e screditare il calcio femminile?
Le stesse associazioni di categorie e tutte le società dovrebbero, in coro, pretendere i nomi delle società fatte chiudere dal presidente Tavecchio al fine che non resti l’ombra del dubbio nei confronti di tutti coloro che hanno lavorato con serietà e sacrificio.
A tal riguardo, sarà interessante conoscere la testimonianza della presidente Natalina Ceraso Levati, che nel corso del suo lunghissimo mandato dovrebbe essere depositaria di tali gravi fatti, che mai sono emersi, a meno che il presidente non si riferisca a società chiuse in questi ultimi anni di attività del Dipartimento, delle quali nessuno è a conoscenza.
Avrei stimato il presidente Tavecchio se avesse dichiarato che nel calcio dilettantistico si sono verificati casi di pedofilia, adescamento e plagio nei confronti di minori, coinvolgendo un intero movimento, senza gettare fango sul calcio femminile, dicendo che ha fatto chiudere “delle” società.
In questo caso avrei approvato e condiviso, con la partecipazione della nostra redazione, una battaglia giusta e doverosa. A mio avviso, la FIGC e la LND dovrebbero scendere in campo contro la violenza sulle donne e sui minori e contrastare con riforme e campagne mediatiche questa piaga che si è abbattutta su tutta la nostra società con fermezza e provvedimenti duri senza sconti di pena e patteggiamenti come troppo spesso accade con la legge ordinaria penale. Ma cosa ci possiamo aspettare da un presidente che depenalizza il reato di discriminazione territoriale?
A mia memoria, nel corso degli anni, devo ammettere che molte società di calcio femminile hanno chiuso i battenti, ma tutte per gravi motivi economici, lasciate della LND senza sostegno e un minimo di promozione per lo sviluppo del movimento come avviene in tutto il Mondo, a parte che in Italia.
Presidente Tavecchio, dia delucidazioni sulle sue dichiarazioni oppure abbia almeno l’intelligenza di chiedere scusa a tutte le società di calcio femminile e all’intero movimento. Non si può continuare a tollerare un presidente federale che rilascia dichiarazioni lesive a discapito dell’immagine di tutto il calcio italiano. Forse è il caso che si dimetta.”