Formula 1, GP Russia: Hamilton senza rischi, alla Mercedes il mondiale costruttori

È una gara che si annuncia psicologicamente difficile, questo Gran Premio di Russia: il circus è in lutto per la morte di De Cesaris e soprattutto per le condizioni di Jules Bianchi, cui viene tributato un doveroso rispetto. Hamilton, irregolarmente superato da Rosberg alla prima curva, conduce la gara senza rischi né patemi. Rosberg costretto a rimontare tutte le posizioni, Kvyat (14esimo) delusione dopo la grande qualifica di ieri.

Vettel e Hamilton sono due specialisti delle piste all’esordio: già previste sorprese ed uscite di pista, sul circuito cittadino semipermanente di Sochi. Questo GP Russia non ha storia neppure su altre piste; e questa ha la particolarità di avere sì i muretti ai lati della pista, ma anche caratteristiche tipiche dei circuiti tradizionali, fatti di alte velocità e rettilinei lunghi. Particolare anche la condizione dell’asfalto, completamente nuovo e liscio, quindi utile a un basso consumo delle gomme: la Pirelli prevede una sola sosta (attorno al giro 24) come condizione più probabile, al netto della safety car, ritenuta probabile (Lauda, capo della Mercedes, se ne è detto certo) anche a causa del focus sulla sicurezza. Difatti la velocità in corsia dei box è stata abbassata a 60km/h: motivo in più per ridurre le soste.

Dopo un commovente minuto di silenzio in sostegno al collega Jules Bianchi (coinvolto nel terribile incidente di una settimana fa), con i piloti raccolti in cerchio, partono le normali procedure, perché comunque di corse si tratta, e bisogna prepararsi alla partenza: particolare in una pista che non ha lati più gommati, e un rettilineo particolarmente lungo. Massa parte su gomme dure, sperando forse di avvantaggiarsi di eventuali uscite della safety car, potendo impostare un primo stint particolarmente lungo; la stessa scelta, nelle retrovie, viene operata anche dalle Force India di Pérez (partito 12esimo) e Hülkenberg, oltre a Sutil, Kobayashi, Chilton e Maldonado.

Partenza: Hamilton va subito a chiudere su Rosberg, autore di un avvio non eccezionale, poi subito autore di un sorpasso fin troppo deciso alla curva numero due: ruote bloccate e macchina fuoripista, ma davanti; dai box arriva l’ordine di restituire la posizione per evitare di incorrere in penalizzazioni. Il tedesco però rientra direttamente ai box, avendo troppo rovinato le gomme nel bloccaggio: dopo una sostituzione non velocissima, monterà gomme dure, magari provando ad arrivare direttamente in fondo alla gara. Nel resto del gruppo, spicca la partenza di Alonso, salito presto al quinto posto (quarto dopo la sosta di Rosberg), mentre il pilota di casa Kvyat si ritrova presto ottavo.

Nei primi giri, l’unico a mantenere un ritmo paragonabile a quello di Hamilton è Bottas, che mantiene la sua Williams al secondo posto, perdendo in media mezzo secondo a giro; Rosberg comincia la propria disperata rimonta (al giro 13 è 14esimo), mentre le Red Bull si riprendono la supremazia sulle Toro Rosso, ma poi iniziano a fare da tappo a Vergne, Räikkönen e Kvyat, con Magnussen che è davanti e ha già recuperato la penalizzazione in griglia (per aver sostituito il cambio). La prima sosta “vera” è di Ricciardo, le cui gomme si erano rovinate stando a contatto di Vettel: al giro 12 si ferma per montare le dure, proprio quando l’unica Marussia in gara, quella di Max Chilton, si ritira per problemi a una sospensione.

Al giro 20, sorpassando Pérez poco alla prima curva, Rosberg rientra in zona punti: il suo distacco dalla vetta è attorno ai 45″ (da cui va sottratta la futura sosta di Hamilton). Come da previsioni, poco dopo cominciano i pit stop per chi non ha scelto o dovuto anticipare: si fermano Kvyat, Grosjean, Maldonado, Kobayashi (che però si ritira), Button (che rientra dietro Rosberg, adesso ottavo) e Vergne. I primi sei (Hamilton, Bottas, Magnussen, Alonso, Vettel e Räikkönen) sono ancora in pista al giro 25; una tornata dopo si ferma Alonso, che prima ha un problema nel fissaggio dell’anteriore sinistra, e poi al momento di ripartire vede un meccanico della Rossa pararsi davanti a lui: uscita problematica, persi almeno 4 secondi – mentre in pista Rosberg sorpassa Räikkönen e si prende la quinta posizione. Hamilton cambia gomme dopo la metà gara: è il giro 28.

Al giro 32 Rosberg si riprende il traguardo minimo: inseguito Bottas da vicino, ancora alla curva numero due il tedesco passa con autorità, eppure senza prendere rischi, e adesso è di nuovo secondo. A questo punto diventa interessante vedere la risposta delle gomme del tedesco, che comincia a inanellare giri record, forse per costruire margine prima di un secondo pit stop. Altri motivi di interesse sono Gutiérrez, che al giro 40 ancora non si è fermato, e la possibilità sempre presente di una safety car a rimettere in discussione la gara. Ma l’unica emozione è un bloccaggio dell’anteriore destra di Hamilton, senza conseguenze: vittoria sicura e scontata, e Mercedes che porta a casa il titolo costruttori. Ottimo quarto posto per Button, dato in uscita dalla McLaren. Non si è mai parlato di Ferrari, e un motivo ci sarà.

Risultato finale:
1. Hamilton Mercedes 53 giri completati
2. Rosberg Mercedes +13.6″
3. Bottas Williams +17.4″
4. Button McLaren +30.2″
5. Magnussen McLaren +53.6″
6. Alonso Ferrari +1’00.0″
7. Ricciardo Red Bull +1’01.8″
8. Vettel Red Bull +1’06.1″
9. Räikkönen Ferrari +1’18.8″
10. Pérez Force India +1’20.0″
11. Massa Williams +1’20.8″
12. Hülkenberg Force India +1’21.3″
13. Vergne Toro Rosso +1’37.2″
14. Kvyat Toro Rosso 1 giro
15. Gutiérrez Sauber 1 giro
16. Sutil Sauber 1 giro
17. Grosjean Lotus 1 giro
18. Maldonado Lotus 1 giro
19. Ericsson Caterham 2 giri
Ritirati: Chilton (Marussia), Kobayashi (Caterham).

Classifica piloti: Hamilton 291, Rosberg 274, Ricciardo 199, Bottas 145, Vettel 143, Alonso 141, Button 94, Hülkenberg 76, Massa 71, Magnussen 49, Pérez 47, Räikkönen 47, Vergne 21, Grosjean 8, Kvyat 8, Bianchi 2.

Classifica costruttori: Mercedes 565, Red Bull 342, Williams 216, Ferrari 188, McLaren 143, Force India 123, Toro Rosso 29, Lotus 8, Marussia 2.