Home » Piccoli Azzurri crescono

Una scorpacciata d’azzurro in un venerdì d’ottobre dal cielo grigio, anzi nero, in cui non ci siamo potuti concentrare del tutto sulle gare delle nostre Nazionali, né abbiamo voluto farlo. A Genova tanta gente sta vivendo nella disperazione e nel fango, c’è chi piange per la morte di un padre, di un amico e di un fratello, o chi prova a spalare acqua e terra dalle proprie cantine o, peggio, dalle attività commerciali. Sacrifici di una vita vanificati in poche ore, dopodiché il via ai processi: mancata allerta? Di chi sono le colpe?
Siamo alle solite, perché se non è Genova, è Sarno, Olbia o Messina. Ma il copione è sempre lo stesso. Quello che resta, magra consolazione, è un forte sentimento di solidarietà che il Paese suole dimostrare nei confronti degli alluvionati. E anche la nostra redazione, nel suo piccolo, vuole essere vicina alla popolazione del capoluogo ligure.

Ma non è nella nostra natura inoltrarci in indagini e approfondimenti che non ci competono, lasciamo ad altri il compito di raccontare la difficoltà di certi momenti e di scovare le cause di questa ennesima tragedia. Noi dobbiamo parlare di calcio. D’altronde non ci si è fermati, nonostante tutto. E forse fermarsi non era nemmeno giusto, anche se un minuto di raccoglimento o il lutto al braccio, questo sì, sarebbero stati doverosi.

La giornata dedicata alla Nazionale è iniziata nel primo pomeriggio, con l’esordio dell’Under 19 nelle qualificazioni alla fase finale degli Europei di categoria. I ragazzi di Pane sono partiti col piglio giusto, superando per 3-0 l’Armenia grazie alle reti di Cerri, Verde e Bonazzoli. Molto spesso le selezioni inferiori passano in secondo piano, ma per un movimento calcistico che vuol ripartire come quello italiano, è a questi livelli che si deve lavorare. Soprattutto considerato che nelle selezioni minori come l’Under 19 ci sono individualità importanti che costituiranno il futuro della Nazionale maggiore. Al di là del noto Scuffet, sugli scudi anche il baby interista Bonazzoli, ma soprattutto il capitano Alberto Cerri, scuola Parma e con un passato importante in tutte le Nazionali giovanili. Peccato che il solo portiere dell’Udinese, peraltro poco in questo campionato, abbia assaggiato la Serie A.

In campo anche l’Under 21 di Di Biagio. E questa, probabilmente, era la partita più importante visto che in palio c’è un posto nella fase finale degli Europei. Il pareggio maturato in Slovacchia consente agli Azzurrini di preparare serenamente il ritorno del Mapei Stadium fra quattro giorni. Peccato, però, perché l’Italia era passata in vantaggio col solito Belotti, un altro dal futuro assicurato, ma si è fatta raggiungere dai pari età slovacchi. Tuttavia, la squadra c’è e può contare su giovani di qualità assoluta. A parte Rugani in difesa, già nell’orbita della Nazionale maggiore, in mezzo al campo ci sono i piedi buoni di Viviani, Battocchio e Baselli, senza dimenticare l’infortunato Sturaro, mediano tuttofare del Genoa, con un futuro in bianconero. Davanti, tanta tecnica, classe e imprevedibilità con Berardi, Bernardeschi e, appunto, Belotti. La tradizione dell’Under 21 è gloriosa (negli ultimi Europei in Israele ci siamo arresi soltanto a una super Spagna), per cui non si deve fallire. La crescita di questa squadra, tra l’altro, è sotto gli occhi di tutti visto quanto di buono fatto nel girone di qualificazione.

Infine, la Nazionale maggiore. Vero che il test contro l’Azerbaigian non era dei più impegnativi e vero che dal risultato traspare un’eccessiva sofferenza contro una squadra dal tasso tecnico nettamente inferiore. Ma si intravede l’impronta di Antonio Conte, non tanto nel modulo usato, il 3-5-2 di stampo juventino, quanto nell’atteggiamento e nella grinta dimostrate in campo dagli Azzurri. Per schemi e bel gioco, ci sarà tempo. Per ora ben vengano i punti, soprattutto se strappati con la forza della reazione dopo la doccia fredda del gol azero. Lunedì ne serviranno altri tre contro Malta, poi verranno le gare impegnative contro Croazia e Bulgaria. Solo allora ci sarà da aspettarsi la vera Italia di Conte. Per ora accontentiamoci.