Le parole del numero uno della Liga, Javier Tebas, arrivano forti e chiare. Questa secessione non s’ha da fare, altrimenti le ripercussioni politiche inficerebbero anche il regolare svolgimento di tutti i tornei sportivi sotto l’egida delle federazioni spagnole, Liga in primis. Detto in parole povere: se la Catalogna si separa dal resto della Spagna, Barcellona ed Espanyol (ma anche Nastic Tarragona, Lleida, Sabadell, Girona e Llagostera, per citare le altre realtà importanti della regione) non giocherebbero più nella Liga spagnola.
“Siamo arrivati a questa presa di posizione seguendo le norme vigenti, che vietano a qualunque team di un’altra nazione (esclusa Andorra) di disputare il nostro campionato – sottolinea Tebas, che non perde tempo a rimarcare il peso e l’influenza della terra di Gaudì e Companys all’interno del panorama sportivo e sociale spagnolo. “Non riesco ad immaginarmi una Spagna senza Catalogna e una Liga senza il Barcellona e Messi – chiosa il presidente, che ha cominciato una delicata partita a scacchi districandosi tra la politica nazionale e le esigenze della federazione.
La delicata situazione politica e istituzionale catalana sta incendiando il dibattito in tutta la penisola. L’annullamento da parte della consulta del tanto atteso referendum sull’indipendenza (previsto per il nove novembre), infatti, ha surriscaldato gli animi e creato una situazione tesa. Intanto, però, tra gli addetti ai lavori sorgono varie ipotesi sul “the day after tomorrow” in caso di secessione: molti strizzano l’occhio alla soluzione Premier League in stile Swansea e Cardiff (team gallesi che militano dai primi anni del ‘900 nel campionato di Sua Maestà) o a quella del Monaco in Ligue 1, ed altri, invece, soprattutto tra i nazionalisti più intransigenti, spingerebbero per la creazione di un campionato catalano “incontaminato” da club “stranieri”. Una sorta di Coppa di Catologna (che si gioca a “fasi alterne” dal 1900) allargata ai club della Terza Divisione, con Barcellona ed Espanyol a spartirsi titoli e comode qualificazioni europee.
Comunque vada sarà un insuccesso per qualcuno. E le dichiarazioni di Tebas, in tal senso, non hanno fatto altro che alimentare il fuoco della polemica e della discordia. La Catalogna è a un bivio, mentre Barcellona ed Espanyol (ma non solo) restano alla finestra. Sospese sul sottile filo che separa la storia e il pallone.