L’Italia si candida per sperimentare la moviola in campo

Dopo gli strascichi polemici di Juventus-Roma con critiche feroci verso l’arbitraggio di Rocchi e dei suoi assistenti il presidente della Figc Carlo Tavecchio non ha perso tempo e ha dichiarato che la moviola in campo è lo strumento che può dare una mano ai direttori di gara (sempre che questo non stravolga le regole del calcio) e si è dichiarata disponibile all’esperimento.

Dal canto suo la Fifa, nella figura del suo numero uno Sepp Blatter, che ha aperto la strada alle nuove tecnologie nel recente Mondiale, ha addirittura dichiarato di voler introdurre nel calcio lo stesso meccanismo dei “challenge” che si vede nel football americano dal 1987, ovvero la possibilità da parte di una squadra di poter fermare il gioco per contestare una decisione arbitrale e chiederne la rilettura con la moviola. Un’idea non detta soltanto per stupire ma studiata nei minimi dettagli: il challenge arriverà in tempi brevi, potrà essere usato 2-3 volte durante la partita (come nel tennis in cui è chiamato “occhio di falco” e serve può essere chiamato in causa dai giocatori per verificare che una palla sia fuori o buona sulle superfici “veloci”, come erba e cemento) e si potrà utilizzare su tutto (fuorigioco, rigori ed espulsioni). Prima, però, bisogna ottenere l’ok dall’Ifab e testarla. E l’Italia si è proposta in prima linea per farlo.

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Stefano Pellone