Io sono Francesco, Imperatore

Difficilissimo scrivere di Francesco Totti. Davvero difficilissimo. Come si fa a dire cose intelligenti e/o interessanti sul Pupone quando gode già di una letteratura sterminata? Come si fa a vergare parole di senso compiuto quando si sa che qualunque aggettivo rimarrà comunque pochissima cosa rispetto a ciò che il dieci giallorosso fa in campo? Come si fa a elogiare un uomo, prima ancora che un calciatore, che a 38 anni suonati si rimette in discussione come se niente fosse e riesce a fare ciò che non gli era mai riuscito nei precedenti vent’anni (segnare in Inghilterra), incastonando una vera gemma in una montatura che dice, semplicemente, “record”? In sostanza, come si fa a parlare di Totti e non dire banalità?

Record. Una parola che è veramente appiccicata al Gioiello di Porta Metronia, una parola che spesso e volentieri ricorre accanto alle generalità di Totti Francesco, nato a Roma il 29 settembre del 1976, esordiente in Serie A a 16 anni e rotti, impadronitosi della maglia numero 10 della Lupa appena cinque anni più tardi (numeri da predestinato, ma dirlo adesso è facile), massimo goleador della Roma e, manco a dirlo, recordman di presenze sempre con la seconda pelle giallorossa dipinta addosso. Ah, come si ricorda spesso, è anche il sesto miglior marcatore di tutti i tempi in campionato (numeri alla mano, potrebbe tranquillamente diventare il quarto e superare due mostri sacri come Baggio e Del Piero).

Le statistiche di Totti nel match di ieri sera

Tanti, però, nel corso degli anni, hanno sottolineato la mancanza di riconoscimenti in campo internazionale (a livello di club, ovviamente) di Totti. Spesso ne hanno discusso la scelta di restare a Roma vita natural durante, altrettanto di frequente si è scritto, ogni estate ormai dal 2009 ma forse anche prima, che Francesco è un giocatore sul viale del tramonto (quando non addirittura “finito”), buono per giocare gli ultimi 30′ delle partite “bloccate” e risolverle con uno dei suoi colpi di genio. Si sbagliavano tutti. Perché dopo ieri sera Francesco Totti ha il suo nome iscritto anche nei registri della Champions League. Certo, la voce “Giocatore più anziano ad aver realizzato un gol” non sarà esaltante ma, se ci si pensa un attimo (cosa che lui ha candidamente ammesso di non aver fatto), è un segno chiarissimo di una longevità agonistica e tecnica che pochi, pochissimi possono dire di aver avuto (il podio è condiviso con campioni del calibro di Giggs, appena scalzato dalla vetta, e Filippo Inzaghi, mentre quarto e quinto sono, rispettivamente, Pupi Zanetti e Paolo Maldini: non proprio gente qualunque).

Un bel passaggio di Nainggolan che mette il pallone lì dove dovrebbe stare il suo connazionale Kompany, uscito sciaguratamente dai blocchi per andare in marcatura proprio sull’ex Cagliari, un cambio di direzione in corsa da manuale, un incedere perfettamente calcolato per arrivare sul pallone in tempo per uccellare Hart col più classico dei colpi da dieci: il cucchiaio. Demichelis è spettatore non pagante (e in ottima posizione) per vedere bene il pallone da record scavalcare il biondissimo portiere inglese e infilarsi placidamente nella porzione sinistra della rete. Gol a 38 anni suonati, pollicione in bocca e buonanotte suonatori. Questo è Totti.

Ora, assurto anche a livello di carte bollate nel gotha del calcio europeo per club nonostante per tutti gli appassionati ci stesse già da almeno tre lustri, Er Capitano non ha il tempo di riposarsi. Alla bellissima prova della sua Roma in quel dell’Etihad Stadium di Manchester, infatti, adesso seguirà il big-match di questo girone di andata in campionato, la super sfida contro la Juventus campione d’Italia. Ma forse, ancora per qualche minuto, non vale la pena proiettarsi così in avanti con l’immaginazione. Forse, solo per qualche minuto, possiamo indugiare ancora su quel pallonetto, sull’assist per Maicon a inizio primo tempo, sui controlli di palla al volo quando arriva uno spiovente dall’alto.

Perché, anche stavolta, è la naturalezza e la bellezza di questi gesti a incantare, la loro apparente facilità. Capita spesso quando a compierli è Francesco Totti, l’Imperatore di Roma.

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Giorgio Crico