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ESCLUSIVA – Antonio Cincotta: “Bisogna investire nel calcio femminile”

Identità e qualità di gioco, vittorie in Italia e negli Usa, continuità nel trasformare ogni squadra gli sia stata assegnata e portarla sempre ad alti livelli. Tutto questo è Antonio Cincotta, allenatore pluripremiato del calcio femminile che fa dello strapotere tecnico, unito ad una perfetta partitura tattica e alla meticolosità nel proporre il proprio calcio fraseggiato il suo marchio di fabbrica: la sua ultima creatura, il Milan Ladies, lo scorso anno è stata portata addirittura dal penultimo al primo posto.  Il tecnico italiano  ci ha concesso il suo tempo per un’intervista ad ampio raggio sul calcio femminile italiano e non solo, visto che è anche un eccellente preparatore di giovani allenatori.

Mister Cincotta, dopo l’esperienza in America alla guida dell’AC Seattle lei è tornato in Italia per guidare il Milan Football Ladies. Cosa l’ha portata ad accettare questa scelta non solo sportiva ma anche di vita? Che differenze ci sono tra il calcio femminile italiano ed il women soccer sia dal punto di vista tecnico-tattico che societario?

Tornato dalla straordinaria esperienza USA il Milan Ladies mi ha contattato a metà stagione chiedendomi di aiutare il club piombato all’ epoca in zona retrocessione. Le sfide difficili mi piacciono ed ho accettato, ricordo ancora il primo allenamento della squadra, erano presenti solo 9/10 giocatrici. In poche settimane tutto è cambiato, le atlete hanno dato maggiore disponibilità, e lavorando si sono tolte giuste soddisfazioni. Il paragone con l’ America non è sostenibile poiché per loro il calcio femminile è un “movimento” sostenuto e consolidato da anni, un sport di eccellenza e non un ripiego.

Il suo palmares parla da sè, tanto che molti parlano di lei come il guru del “woman tiky taka”: Panchina d’Argento 2012, 2 Promozioni in massima serie, il premio come Best coach 2012 del Campionato Italiano femminile A2 e i premi come Winner Northwest e l’Evergreen Cup con l’AC Seattle. Ma lei è famoso non solo per la sua attività di allenatore ma anche per quella di divulgatore e di formatore grazie ai suoi corsi di allenamento come insegnante di metodologia e comunicazione. Cosa cerca di insegnare agli allievi allenatori? Come concilia le due attività?

Non è facile conciliare le varie attività, il tempo è spesso poco, soprattutto poiché le trasferte delle due attività a volte non conciliano, ma l’ organizzazione e la passione alle volte permettono di fare molta strada senza che questa pesi. Nei corsi di aggiornamento per allenatori di calcio, che negli ultimi mesi ho tenuto quasi in maniera esclusiva per “coaching calcio italia”, mi occupo di diversi livelli di informazione. Tratto la piramide di sviluppo del calciatore nei primi livelli, approcciando le basi della fase difensiva nei seminari di secondo livello per poi perfezionare i tecnici sulle dinamiche del gioco collettivo nei terzi livelli tenuti su tutto il territorio nazionale. Le mie lezioni inseriscono variazioni cognitive, emotive, psicofisiologiche dove cerco di far intuire come una seduta di lavoro debba essere presentata e programmata al fine di ottenere una crescita globale delle 4 aree che caratterizzano calciatori e calciatrici.

Ha avuto modo di allenare sia uomini che donne. Quali sono le principali differenze tra i due sessi a livello di allenamento e di gioco? Cosa porterebbe in ognuno dei due sessi dall’altro per migliorare il gioco?

Sto scrivendo un libro sull’ allenamento delle squadre femminili, e mi riservo di invitarvi a leggere il tutto da Gennaio.

Da poco in Italia le società maschili stanno cominciando ad affiliare quelle femminili per accrescerne competitività e qualità. Crede che questa sia la strada giusta? Cosa farebbe per aumentare il potenziale del calcio femminile?

Il calcio femminile ha bisogno di un triplice intervento: copertura mediatica, che si può ottenere grazie alla creazione di una sorta di ambizione relativa a questo sport, che si può a sua volta ottenere attraverso una crescita tecnica. Servono quindi investimenti per questa operazione di larga scala, servono fondi per lo sport in rosa, in Italia, il “segmento femminile” è ancora troppo abbandonato quasi in tutti i settori, lavorativo, non profit, sportivo.

Parliamo del Milan Football Ladies. Cosa si aspetta dalla prossima stagione? Quali sono le sue aspettative sul prossimo campionato?

Stiamo lavorando con grossa determinazione per cercare di centrare una storica promozione.

Capitolo Nazionali. Secondo lei quante possibilità ha l’Italia di qualificarsi ai prossimi Mondiali in Canada?

Tiferemo tutti Italia, c’è uno spareggio da disputare ed io ritengo che ci siano tutte le possibilità di accedere alla manifestazione iridata.

Ultima domanda: cosa vede Cincotta nel suo futuro?

Salgo le scale un gradino alla volta, non ho altri pensieri diversi dalla preparazione meticolosa dell’ attuale stagione.