Formula 1, GP Singapore: Hamilton davanti a tutti
Nel primo Gran Premio dopo l’annunciata uscita di scena di Luca Cordero di Montezemolo, su un circuito dall’alto carico aerodinamico, le Ferrari sono autrici di una gara volitiva, ma che non basta per il podio. Vittoria per Hamilton, Rosberg subito fuori per un problema elettronico.
Nella settima edizione del GP di Singapore il primo colpo di scena c’è già in griglia di partenza: la macchina di Nico Rosberg, leader della classifica iridata, palesa un problema tecnico, probabilmente di natura elettronica, che porta i suoi meccanici a lavorare alacremente sulla vettura già schierata, per cercare di resettare i sistemi, e alla decisione di sostituire il volante del pilota tedesco. Invano: allo spegnimento delle luci per il giro di ricognizione, la sua macchina rimane in folle. Anche Kobayashi ha un problema tecnico che lo costringe al ritiro immediato, mentre Rosberg partirà dalla pit lane: se ci sarà duello con Hamilton, sarà soltanto a distanza.
La partenza è da sempre un momento critico sul circuito cittadino di Marina Bay; il primo imbuto è fissato solo 200 metri più avanti della linea di partenza, ma Hamilton di fatto non trova concorrenza, con Alonso che si installa in seconda posizione, ma deve subito restituirne una a Vettel per avere tagliato la prima via di fuga. I primi giri di Hamilton sono consistenti, con Vettel che mantiene il distacco entro termini accettabili, mentre Alonso perde terreno; nelle retrovie, Rosberg fatica ben cinque giri per superare la Marussia di Chilton, segno di una vettura irriconoscibile rispetto alle qualifiche di ieri.
Tutti i piloti più importanti si fermano entro il giro 13, segno che la pioggia di ieri ha lavato la pista, rendendo maggiore il consumo delle mescole supermorbide; suo malgrado, è ancora Rosberg a dare spettacolo: i problemi tecnici coinvolgono anche il limitatore, che non funziona; il tedesco si ferma a velocità estremamente ridotta, la vettura viene resettata ancora, ma poi le marce non entrano, ed è ritiro. Tutto bene per Hamilton, che rientra con un vantaggio sicuro davanti a Vettel.
Registrato anche il ritiro di Gutiérrez, le note più interessanti prima della metà gara vengono da un Alonso che, rientrato dalla prima sosta, ancora con le gomme ultramorbide arriva a ridosso di Vettel e lo supera quando, al giro 26, i tempi del tedesco crollano costringendolo al secondo pit stop.
Metà gara, giro 31: Sergio Pérez, in pieno rettilineo, perde l’ala anteriore danneggiata pochi metri prima in un tentato sorpasso ai danni di Sutil. Safety car in pista, come da tradizione su questo circuito: Hamilton prosegue senza montare ancora la seconda mescola, Alonso si ferma e coglie l’occasione per montare le gomme soft, proseguono le Red Bull. Le fasi della safety car si prolungano per ben 7 giri: prima i commissari di pista devono raccogliere i detriti uno a uno, poi Chilton fatica troppo a sdoppiarsi; questa situazione potrebbe permettere di arrivare a fine gara a tutte le vetture che hanno usato entrambe le mescole.
Costretto a spingere al massimo per poter fare poi l’ultima sosta, Hamilton nel primo giro dopo la ripartenza rifila oltre tre secondi a Vettel; in quattro giri, l’inglese ha già quasi dieci secondi su tutti. Mentre l’inglese fa gara a sé, decimo dopo decimo Fernando Alonso rosicchia lo svantaggio iniziale preso dalle due Red Bull: quando ci si aspetterebbe che entrasse a meno di un secondo da Ricciardo, però, lo spagnolo rimane sempre a debita distanza, nel gioco a risparmiare le gomme per arrivare in fondo, contando presumibilmente in un assalto all’ultimo momento.
Le ultime emozioni della gara vengono dal pit stop di Hamilton, al giro 53: a sorpresa, Vettel sfila davanti (con un vantaggio di più di un secondo), mentre Ricciardo per pochissimo non riesce a sopravanzare l’inglese. Con gomme nuove, l’inglese ricuce immediatamente il distacco, si fa vedere negli specchietti e poi in poche curve si riprende la prima posizione, proprio mentre la macchina di Button (sesto) si ferma. A dieci minuti dalla fine, Alonso entra negli specchietti delle Red Bull, ormai al limite nel consumo delle gomme, mentre Räikkönen attacca il connazionale Bottas: nessun sorpasso (anzi Vergne, penalizzato, supera i due finlandesi), ma tensione fino alla bandiera a scacchi.
Alla fine, un GP poco spettacolare si conclude come era facile immaginare allo spegnimento dei semafori: Hamilton in testa con pochi dubbi, e adesso nuovamente anche in cima alla classifica. Mercedes che al momento della gara sono inarrivabili, equilibrio nelle retrovie. Non sarà abbastanza per vedere una rossa alla vittoria, ma è sufficiente a dare vita alle gare.
Risultato finale:
1. Hamilton Mercedes
2. Vettel Red Bull +13.5″
3. Ricciardo Red Bull +14.2″
4. Alonso Ferrari +15.3″
5. Massa Williams +42.1″
6. Vergne Toro Rosso +56.8″
7. Pérez Force India +59.0″
8. Räikkönen Ferrari +1’00.6″
9. Hülkenberg Force India +1’01.6″
10. Magnussen McLaren +1’02.2″
11. Bottas Williams +1’05.0″
12. Maldonado Lotus +1’06.9″
13. Grosjean Lotus +1’08.0″
14. Kvyat Toro Rosso +1’12.0″
15. Ericsson Caterham +1’34.1″
16. Bianchi Marussia +1’34.5″
17. Chilton Marussia 1 giro
18. Button McLaren 8 giri
Ritirati: Kobayashi (Caterham), Rosberg (Mercedes), Gutiérrez (Sauber), Sutil (Sauber).
Classifica piloti: Hamilton 241, Rosberg 238, Ricciardo 181, Alonso 133, Vettel 124, Bottas 122, Button 72, Hülkenberg 72, Massa 65, Pérez 45, Räikkönen 45, Magnussen 39, Vergne 19, Grosjean 8, Kvyat 8, Bianchi 2.
Classifica costruttori: Mercedes 479, Red Bull 305, Williams 187, Ferrari 178, Force India 117, McLaren 111, Toro Rosso 27, Lotus 8, Marussia 2.