Ci voleva una dimostrazione di forza da parte delle italiane in Champions, e sì, l’abbiamo avuta. La Juve ne rifila due al Malmö, la Roma ben cinque al CSKA Mosca. Finalmente, dunque, un po’ di orgoglio italico che esce fuori, e no, non soffermiamoci sugli ormai consueti scontri che capitano all’Olimpico in occasione delle partite di spessore (ricorderete la monetina sulla fronte dell’arbitro Frisk? Ecco), ma analizziamo le capacità tecniche di Juventus e Roma dopo la prima due giorni di Champions League.
Partiamo dai bianconeri: l’avvento di Allegri non sembra aver mutato alcunché, perlomeno fino a ora. Oddio, a dirla tutta sembra che rispetto alla precedente gestione la carica, la grinta palesata in campo dai calciatori in bianco e nero durante le partite sia leggermente inferiore, ma vabbè: questione di stile evidentemente, d’altronde ogni tecnico ha il suo modo di fare, e Allegri rispetto a Conte preferisce puntare un po’ meno sul carisma. Volendo cercare il pelo nell’uovo, non si sa proprio dove punti, invece, “di più”, ma tant’è: per ora la Juve funziona, la qualità dei ragazzi in campo continua a fare la differenza, a Torino (sponda Juve) tutti sono contenti, la Vecchia Signora ha tre punti, Tévez torna al gol in Champions, e sono, allora, soltanto sorrisi.
Per adesso. Perché il difficile viene ora, che Allegri deve mantenere alto il livello, altrimenti sì che i paragoni con Conte diventeranno pressanti, e pesanti. Paragoni che, invece, non toccano minimamente Rudi Garcia, che rispetto ai suoi precedessori (e mi riferisco a quelli durante la gestione americana) ha fatto decisamente meglio. La Roma è diventata, finalmente, una squadra più che solida, in Italia è riuscita a tenere botta alla Juventus fino a fine campionato la scorsa stagione, quest’anno si candida di nuovo ad antagonista della Vecchia Signora, anzi: secondo qualcuno le è addirittura davanti, anche se questa sembra un’affermazione a metà tra un’esagerazione e una provocazione.
Fatto sta che la Roma convince, e lo ha fatto anche al ritorno nella Grande Europa. L’esordio risultava difficoltoso perché avrebbero potuto tremare le gambe, e così non è stato. Sia perché la squadra in estate è stata puntellata a dovere, con innesti di esperienza e di qualità, sia perché Iturbe e Gervinho hanno palesemente una marcia in più, sia perché Garcia ha dato finalmente un’identità a questa squadra. I cinque gol rifilati al CSKA sono una vera e propria dimostrazione di forza. Come a dire: ok, ci saranno pure Bayern Monaco e Manchester City nel terrificante Gruppo E, e saranno loro le favorite al passaggio del turno; ma da Roma quest’anno (ed è, romanticamente parlando, la storia che lo impone) no, non si uscirà facilmente indenni.