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Seconda domenica di Serie A, grande spettacolo in alcuni campi. Perché, volenti o nolenti, quando ci sono delle “difese allegre”, le partite si popolano di tante reti e lo spettacolo cresce, anche se in alcuni casi lo show ha più contorni da spettacolo comico (talvolta persino tragicomico) che non da rappresentazione epica.

È per esempio il caso di Parma, Sassuolo, Milan e Cesena: la bellezza di diciannove reti incassate in sole quattro partite. Se poi si aggiunge anche il fatto che il Diavolo e i Ducali hanno giocato l’uno di fronte agli altri, ecco che appare un’autentica partita da antologia (o da infarto, a seconda di come si vive il calcio), fatta di ribaltamenti, alcuni gol bellissimi e altri decisamente più fortunosi, attaccanti in serata di grazia e, naturalmente, difensori in giornata no a un punto tale che definirli solo “ballerini” non rende nemmeno l’idea.

Nella prima giornata proprio il Milan spiccava come squadra più prolifica dopo i primi 90′ stagionali ma le reti rifilate alla Lazio erano “appena” tre. Dopo ieri sera invece ecco altri cinque sigilli nonostante una linea avanzata che definire sperimentale era poco: alla prima sinfonia rossonera di Bonaventura e Ménez, infatti, si sono aggiunti il secondo squillo stagionale del risorto dagli occhi a mandorla Honda e uno dei rari (ma spesso decisivi) gol di Nigel de Jong. Insomma, l’attacco di Inzaghi funziona bene, altrettanto però non si può dire della difesa, perforata già cinque volte in due sole uscite. Peggio ancora Parma e Sassuolo che contano addirittura sei e otto palloni recuperati in fondo al sacco in 180′ (il Cagliari dell’indifendibile Zeman ne conta solo tre, per avere un metro di paragone).

In settimana è allora semplice prevedere che Inzaghi, Donadoni e Di Francesco lavoreranno parecchio coi loro pacchetti arretrati affinché si possa invertire la tendenza nei prossimi appuntamenti. Il Milan, in particolare, non può pensare di affrontare la Juventus con una linea difensiva così instabile com’è stata al Tardini (bisognerà anche capire quanto male si sono fatti Alex e Diego López, senza di loro sarebbe ancora più dura contro i campioni d’Italia) ma nemmeno gialloblù e, soprattutto, neroverdi possono dormire sonni tranquilli dopo le esibizioni dei loro uomini di retroguardia. Al Mapei Stadium si dovranno porre serissime riflessioni sull’affidabilità della coppia Ariaudo e Terranova sapendo che a disposizione ci saranno Antei, Manfredini e Acerbi, così come a Parma, tolto lo squalificato Felipe, Donadoni dovrà valutare per bene se un Lucarelli scioccato dalla prestazione fatta ieri sera sarà o meno in grado di giocare ai suoi livelli contro il Chievo (Paletta dovrebbe recuperare e in panchina scalpita il neoacquisto Costa), senza dimenticare che anche i terzini sono stati inguardabili e sempre vulnerabili nello scontro con Honda e Bonaventura.

Vero è che negli ultimi anni abbiamo assistito a un deciso calo della “produzione” di buoni difensori tale che, a tutt’oggi, parecchie delle squadre più forti d’Europa annoverano giocatori ultratrentenni come titolari inamovibili (un esempio è il Chelsea, che ancora si affida a John Terry, 34enne, o il Barcellona, che ha sborsato fior di soldi per il 31enne Mathieu), ma ieri ci sono stati decisamente troppi svarioni, follie ed errori individuali per pensare che possa essere stato normale così.

In attesa di Verona-Palermo di stasera, però, non si può non avere un dubbio: meglio avere delle difese ballerine e regalare un grande spettacolo o costruire delle fasi difensive più efficaci diminuendo però il numero di reti segnate per match? Di Francesco, Inzaghi, Donadoni e Bisoli senz’altro hanno la loro opinione al riguardo e, onestamente, sarebbe stupefacente se fosse uguale a quella degli appassionati.