Il pasticcio dei ripescaggi

In mezzo a tutti i problemi attuali del calcio italiano, ce ne è uno che ha minato ulteriormente la credibilità degli organi federali: si tratta del caos ripescaggi che ha coinvolto quest’ estate Serie B e Lega Pro. Sebbene si sapesse delle difficoltà economiche di squadre come Padova e Siena per quanto riguarda la Serie B, e di altre per quanto riguarda la Lega Pro (oltre all’esclusione della Nocerina già decisa nello scorsa stagione), si è riusciti a prolungare così tanto i tempi che entrambi i campionati sono partiti con una prima giornata “monca”, ovvero con una squadra che ha dovuto riposare perché non conosceva, in caso della Lega Pro, o si conosceva da poche ore, nel caso della Seire B, il nome dell’avversaria.

Criteri complicati e discutibili hanno fatto sì che venissero alla fine ripescate Vicenza (in Serie B) e Arezzo (in Lega Pro). E questo è sicuramente “strano” dal momento che né i veneti né i toscani non solo non hanno vinto o sono arrivati in finale ai playoff delle rispettive categorie, anzi non hanno raggiunto neanche le fasi finali. Per esempio il Pisa, che negli ultimi due anni ha raggiunto una finale e una semifinale di playoff, si è visto scavalcare dal Vicenza solo per un presunto mancato dettaglio nella documentazione relativa all’impianto di illuminazione dello stadio.

Ovviamente molte squadre sono rimaste scontente dal verdetto (Juve Stabia, Pisa e Poggibonsi su tutte) e hanno presentato così ricorso al Tar del Lazio. Oltre all’imbarazzante tempistica con cui sono stati decisi i ripescaggi, con squadre che a cavallo tra agosto e settembre non sapevano ancora in quale categoria avrebbero giocato e che quindi si sono ritrovate a ridosso della stagione con pochissimi giocatori in rosa per questo motivo, ciò che ha colpito in negativo è che vincere i playoff nazionali di Serie D non è bastato per essere tra le quattro squadre ripescate in Lega Pro.

È il caso della Correggese, piccola squadra emiliana, che la scorsa stagione dopo un’interminabile serie di playoff ha vinto la finale e teoricamente conquistato il diritto a essere tra le prime squadre ripescate in Lega Pro. Se non fosse che, a competizione in corso e non a inizio campionato, si viene a sapere che i criteri sono cambiati e sarebbero state ripescate solo le società con uno stadio a norma e che quest’ultimo criterio varrà più del risultato sportivo. Discutibile, ma la cosa grave è che questo si sia deciso durante e non all’inizio della stagione.

Nonostante la Correggese non abbia lo stadio a norma, il presidente Lazzarini si muove velocemente e ottiene la disponibilità di giocare, mentre verrà messo a posto lo stadio Borelli, al Cabassi di Carpi, distante solo sette chilometri da Correggio. A questo punto sembra fatta per gli emiliani, ma a sorpresa vengono ripescate Martina Franca, Aversa Normanna e Torres, tre squadre retrocesse dalla Lega Pro (alcune già ripescate in anni recenti), non rispettando così il criterio dell’alternanza tra retrocesse e squadre di Serie D.

La Correggese presenta ovviamente ricorso avendo visto praticamente stracciati i propri risultati sportivi, e uno spiraglio si apre quando il Vicenza viene ripescato in Serie B e dunque si libera un altro posto in Lega Pro. Il 4 settembre però è l’Arezzo a essere ripescato, squadra che è arrivata appena ai quarti di finale dei playoff vinti dagli emiliani. L’assurdità del verdetto viene rispunta così dal presidente della Correggese Claudio Lazzarini: “Quello che è stato fatto ai danni della Correggese è un abuso di potere, una cosa illegittima. È stato ridicolizzato il calcio giocato e quello che dovrebbe essere il sogno di ogni tifoso, ossia vedere la propria squadra che sul campo conquista col gioco e coi risultati un traguardo. L’ex presidente della Lega Nazionale Dilettanti Tavecchio non ha fatto nulla per difenderci, dal momento che la mossa per estrometterci dai ripescaggi è stata solo percomprarsi l’appoggio di Macalli alla corsa alla FIGC. Il calcio per poter avere un futuro non può più essere gestito da queste persone: è ora di finirla con gli abusi di potere.

Visti gli esempi di squadre come l’Albinoleffe, che da anni gioca a Bergamo, risulta difficile capire perché alla Correggese non sia stata data la possibilità di giocare a Carpi (distante sette chilometri da Correggio, non settecento) in attesa del completamento dei lavori allo stadio Borelli.

La pratica del ripescaggio è di per sé un’assurdità, dato che si dovrebbero sempre privilegiare i risultati sportivi ad altri interessi, piuttosto giocando campionati con squadre in meno (per esempio la Serie B a 21 squadre). Ma dato che questa sembra essere diventata ormai una pratica comune negli anni, che almeno venga fatta correttamente e non rendendo completamente inutile una competizione che si è protratta fino all’8 giugno per niente. A questo punto tanto vale eliminare i playoff di Serie D, perché così come sono non servono evidentemente a nulla, sperando che episodi come quelli di quest’estate non si verifichino più.

 

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Riccardo Bozzano