Volendo fare un parallelo tra la Formula 1 e il ciclismo, si può dire che il circuito di Monza sta al mondo automobilistico come la Parigi-Roubaix sta al pianeta delle due ruote a “motore umano”. Questo perché, proprio come accade tra le pietre della classica ciclistica francese non a caso soprannominata l'”Inferno del Nord“, sulla pista brianzola non si può bleffare. Perché è un circuito che richiede alla vettura di essere performante nei due principali capisaldi di ogni corsa motoristica: velocità e affidabilità. Senza pensare ad artifici aerodinamici o a strane congetture sugli pneumatici. A Monza, se hai la macchina migliore vinci, altrimenti rimani nelle retrovie.
E l’edizione 2014 del Gran Premio d’Italia ha confermato questo postulato. Emettendo, a mo’ di Cassazione, sentenze importanti. In primis, il motore Mercedes è cento spanne sopra la concorrenza. I numeri parlano chiaro. Sei vetture spinte dal propulsore con la stella a tre punte nelle prime sei posizioni in qualifica, quattro nelle prime quattro posizioni in gara. Una superiorità disarmante e imbarazzante per gli altri motoristi Ferrari e Renault. Poi, Monza ha detto che nella volata al titolo mondiale tra Rosberg e Hamilton, in questo momento l’inglese sembra avere una padronanza di nervi migliore rispetto al tedesco. Nico, nonostante abbia ancora 22 punti di vantaggio, sembra essere seduto su un barile di polvere da sparo in procinto di esplodere. Sarà ancora retaggio di quanto accaduto a Spa, ma il figlio di Keke non può sprecare un’occasione d’oro, servitagli da Hamilton che parte al rallentatore, arrivando lungo per ben due volte alla prima curva. Molto più tranquillo Lewis. Fino a pochi anni fa, l’inglese, dopo aver sbagliato alla partenza, avrebbe perso la trebisonda. Invece questa volta, anche sfruttando la consapevolezza di avere la vettura migliore, ha recuperato con calma serafica le posizioni perse al via, e ha messo pressione a Rosberg costringendolo all’errore. L’impressione è che l’inglese sia già in corsia di sorpasso nell’autostrada che porta al Mondiale. Sta al tedesco dimostrare che non sia così. L’altro teutonico oramai in crisi di nervi acclarata è Sebastian Vettel. Il suo incubo si chiama Daniel Ricciardo. Il quattro volte campione del mondo sembrava averla scampata, almeno questo fine settimana, mettendosi dietro l’australiano di Sicilia nelle qualifiche e per buona parte della gara. Ma può mai Monza dire una bugia? Certo che no. Ed ecco che Ricciardo si inventa una rimonta da urlo nel finale, infilando per ultimo proprio Vettel e concludendo il Gran Premio al quinto posto. Sentenza presto fatta. In Red Bull ora è ufficiale. Comanda Daniel. Seb può già pensare al 2015.
Vettel si consoli. Non è l’unico ad attendere con impazienza il nuovo anno. Assieme a lui ci sono Alonso, Räikkönen e tutti i tifosi della Ferrari. Monza ha affermato una verità impietosa con la Rossa. Nono posto per il finlandese, ritiro con motore arrosto per lo spagnolo. A Maranello il conto alla rovescia per lo scoccare della mezzanotte di S.Silvestro è già iniziato con largo anticipo. E potrebbe anche essere che a stappare la bottiglia di spumante potrebbe non esserci più il presidente Luca di Montezemolo. Questa settimana dovremmo saperne di più al riguardo.