Forza Pepito
Ci sono giocatori la cui carriera calcistica viene costantemente affiancata dalla sfortuna. Tutti gli appassionati di calcio ricordano il cigno di Utrecht, Marco van Basten. Un talento cresciuto nell’Ajax e capace di fare la fortuna del Milan di Sacchi, Capello e Berlusconi e dell’Olanda. Quel gol nella finale degli europei contro la Russia, una posizione molto angolata e con un coefficiente di difficoltà elevato, è entrato di diritto nella storia del calcio mondiale. Di van Basten, però, ci si ricorda anche dei tanti infortuni, che privarono troppo presto la serie A e il calcio europeo di uno dei più forti centravanti degli anni novanta.
Questo stesso perfido destino ha colpito Giuseppe Rossi, il gioiello di casa nostra, quel talento la cui consacrazione è stata sempre interrotta dai continui problemi al ginocchio destro. Il suo calvario ha avuto inizio in Spagna, al Villarreal, dove Pepito tra il 2011 e il 2012 ha subito due gravi infortuni al legamento crociato e l’assenza dai campi durata circa 12 mesi. Una carriera che ha rivisto improvvisamente la luce a Firenze in maglia viola. Quella dei Della Valle è stata una vera scommessa, vinta almeno nella prima parte di stagione quando Rossi, nonostante l’assenza del suo compagno di reparto Mario Gomez, ha avuto la capacità di trascinare a suon di gol la Fiorentina, diventando uno degli attaccanti più prolifici del campionato.
La sfortuna, però, è come la nuvola di Fantozzi, resta in agguato, osserva e poi colpisce e interrompe tutto con una velocità che lascia stupefatti. Quello scontro con Rinaudo nel match con il Livorno, l’apprensione di tutti i tifosi, non solo quelli viola, e la rabbia per quell’uscita in barella di un elemento fondamentale per la nazionale di Cesare Prandelli. La sua è stata una corsa contro il tempo per riconquistare quella maglia azzurra che era sua almeno fino a gennaio. La grinta, però, non è bastata. Il no del CT azzurro prima della partenza in Brasile è suonata quasi come un tradimento, come un nuovo infortunio che stavolta è andato a ferire i sentimenti e il cuore del ragazzo.
Polemiche, qualche veleno e arriviamo al 5 settembre, l’ultima pagina nera di Pepito. Quando si era già pronti a resettare tutto, è arrivata la news dal Colorado dopo un intervento di artroscopia che non destava tante preoccupazioni almeno fino all’ultimo comunicato della società viola. Altri cinque-sei nuovi mesi di stop decisamente pesanti da digerire. Incubo, dramma sportivo, calvario, di termini da adottare per questa particolare situazione ce ne sono tanti. Nessuna bacchetta magica o intruglio miracoloso può venirci incontro e ci si può solo unire al coro “Forza Pepito!” per aiutare in qualche modo Rossi e fargli sentire tutto l’affetto non solo dei tifosi viola e dei giocatori della Fiorentina, ma di tutti gli sportivi italiani. Perché il calcio prima di tutto è un gioco, un infortunio di questa entità è devastante e per uscire fuori e dimenticare tutto ci vuole tanta forza d’animo, ma soprattutto il grande supporto di chi ti sta a fianco. Perciò ribadiamo ancora una volta il “Forza Pepito” sperando che questo sia davvero la sua ultima pagina nera.