Terminato il mercato estivo, continua l’analisi approfondita delle venti squadre di Serie A: un sondaggio interno in redazione ci ha portato a stilare la nostra griglia di partenza. Due volte al giorno, alle 8.30 e alle 16.30, scopriremo piano piano – dall’ultima piazza alla prima – tutte le fazioni che disputano la massima serie nazionale, svelandone punti forti e deboli, oltre che agli obiettivi presumibilmente raggiungibili. Oggi tocca al ChievoVerona, squadra che occupa la nostra 17° piazza virtuale.
Sono passati ormai tredici anni dal debutto in Serie A, quella magica stagione che regalò al ChievoVerona un quarto posto a dir poco inaspettato; i tempi sono cambiati, nel senso che si è tornati alla normalità, cioè a lottare ogni anno per la salvezza. Non che questo non sia abbastanza per una piccola realtà come quella del Chievo, il quale quest’anno ha deciso di cambiare radicalmente una rosa che l’anno scorso ha faticato moltissimo a salvarsi. In porta si è deciso di adottare la linea verde, quella dei giovani, ingaggiando in prestito Bardi dall’Inter: promessa del calcio italiano, dalle sue parate si deciderà molto del campionato gialloblù. E a soli 22 anni, reggere questo tipo di pressione – seppur si stia parlando soltanto di una provinciale – può non essere facile. Dai nerazzurri è arrivato anche Biraghi, a cui sono state affidate le chiavi della fascia sinistra, nella speranza che l’esito sia diverso rispetto a Catania: Dainelli, Cesar e Gamberini rappresentano un buon pacchetto difensivo, seppur Frey sulla sinistra non abbia mai convinto sino in fondo. A centrocampo è arrivata l’esuberanza di Izco, mentre si continuerà a puntare molto sulla qualità di Hetemaj; un’incognita il francese Mangani, tanti centrimetri ma qualità tutta da verificare. E’ l’attacco, però, quello che ha subito cambiamenti più grandi: la continuità con il passato è rappresentata da Paloschi e Pellissier, bandiera di questo club, mentre dalle milanesi sono arrivati Schelotto, Birsa e Botta, atleti in cerca del salto di qualità che possa dare una svolta alla loro carriera. Come alternative di lusso, per un club di questo rango, ci sono Maxi Lopez e Meggiorini mentre Bellomo è una scommessa tutta da seguire, visti i lampi di talento mostrati a Bari e poi non confermati totalmente a Torino, sponda granata.
COSA VA – L’ossatura difensiva del ChievoVerona è composta da un portiere giovane e in rampa di lancio, affiancato però da tre centrali d’esperienza che possano aiutarlo negli inevitabili periodi di difficoltà che questa squadra avrà con il passare delle settimane; e poi un grande attacco, senza se e senza ma. Paloschi è un giocatore con un grande fiuto del gol, così come Maxi Lopez può essere l’alternativa dalla panchina che è sempre mancata a questa squadra, senza dimenticare che Pellissier non può essersi dimenticato come si segna in così poco tempo. Birsa e Botta hanno la rapidità e l’agilità per far male alle difese avversarie, mentre Schelotto è oggettivamente quello che convince di meno per margini di miglioramento e qualità in generale. Anche meno di Bellomo, uno che in Serie A ha tutto da dimostrare.
Oltre a questi due reparti, inoltre, a funzionare per davvero è la profondità della squadra: affrontare il campionato italiano comporta insidie nascoste e, farlo con una rosa di almeno 18 giocatori pronti a entrare in campo senza sfigurare, è assolutamente un punto a favore del Chievo, almeno a livello di salvezza.
COSA NON VA – L’aver cambiato molti interpreti in una sola sessione di mercato, per una piccola squadra come il Chievo, potrebbe avere un effetto negativo, almeno nei primi due mesi di campionato. Ma non solo: la gioventù di Bardi potrebbe non sposarsi a meraviglia con quelle che sono le esigenze del Chievo, cioè fare un girone d’andata da 25 punti, per scacciare i fantasmi della retrocessione e giocare da gennaio in poi con la spensieratezza di chi non ha nulla da perdere. Come tutti i giovani, il prodotto del vivaio interista può soffrire della mancanza di fiducia da parte di tutto l’ambiente, specie se dovesse compiere un paio di errori decisivi; in questo senso la stagione non è iniziata nel migliore dei modi, visto che il gol della Juventus, nell’incontro inaugurale del campionato, è figlia di un’uscita a vuoto del numero uno gialloblu. Tuttavia c’è anche il rovescio della medaglia: è talentuoso, questo non lo mette in dubbio nessuno, e ha i colpi del campione. Dovesse esaltarsi, quindi, questo potrebbe automaticamente sbloccarlo mentalmente e permettergli di giocare una grande stagione, magari conquistandosi anche la fiducia dell’Inter.
Passiamo però alla vera nota dolente di questa squadra, ossia il centrocampo: elementi di qualità ce ne sono pochi, e anche il solo Hetemaj – di gran lunga il miglior mediano – è comunque un giocatore nella media in questa Serie A. Izco è un giocatore prettamente di rottura, Mangani è un’incognita ad alto livello mentre Cofie ha dimostrato in più occasioni di essere soltanto un comprimario, di certo non un protagonista, così come Radovanović. Infine l’ultima incognita riguarda i terzini, perché Biraghi e Frey non sono certamente elementi che spiccano in positivo per qualità di gioco; oltre a questo mancano anche alternative, e questo è probabilmente l’unico reparto in cui, a livello numerico, il Chievo è destinato a soffrire maggiormente.
COSA ASPETTARSI – Sono convinto che il ChievoVerona, alla distanza, riuscirà a imporsi e a togliersi dalle zone calde della classifica. Oggettivamente ci sono squadre meno dotate tecnicamente dei clivensi che, in passato, si sono salvati anche con organici peggiori di quello attuale. Tutto sta, però, nel riuscire a trovare la giusta chimica di squadra: questo sarà compito di Corini, e la domanda che sorge subito vedendo il probabile undici titolare è una sola. Questo centrocampo è in grado di sostenere le tre punte? Vero che gli esterni d’attacco sono più dei centrocampisti esterni, però calciatori come Birsa, Schelotto e Botta non fanno della copertura difensiva il loro forte; il tecnico non potrà non fare questo tipo di valutazione, anche perché il tempo stringere e cambiare in corsa, magari a gennaio/febbraio, non è la cosa più facile al mondo.
La salvezza dev’essere l’obiettivo minimo, quella tranquilla già può avvicinarsi a quelle che sono le reali potenzialità di questa squadra; ma chi segue il campionato italiano sa benissimo che le principali sorprese, negli ultimi anni, si sono viste in coda più che in testa.
EPISODI PRECEDENTI:
La griglia di partenza – 20° Empoli
La griglia di partenza – 19° Cesena
La griglia di partenza – 18° Palermo