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Calcio femminile, NWSL: Kansas City sorprende Seattle e vince il campionato 2014

Passi una stagione a dominare. Chiudi con 13 punti di vantaggio sulla seconda. In testa, perdendo solo 2 volte eppure … Non basta. Perché questa è la legge degli sport americani, questa è la routine di chi ha la fortuna di inseguire una palla dall’altra parte dell’oceano, cresce a pane e competizione e sa che la stagione è solo un (lungo) percorso per qualificarsi al grande palcoscenico, alle partite da dentro o fuori, a quella che valgono il titolo.

Ve li immaginate l’Inter di Trapattoni, il Milan di Capello o la Juventus di Conte che perdono la finale (e il campionato) dopo un campionato dominato? Dopo i record e la soddisfazione di sbaragliare ogni avversario? Impossibile, altra realtà, altra cultura.

Ecco, forse a Seattle, per una volta, avrebbero voluto essere europei. Festeggiare dopo 24 partite una National Women’s Soccer League (trivialmente: la MLS delle donne) strapazzata in lungo in largo, grazie alla scozzese Kim Little (16 gol e 7 assist), l’allenatrice Laura Harvey, un ambiente che il calcio in generale lo apprezza. Per una volta, dalle parti del Memorial Stadium, si sarebbero voluti proclamare europei, figli di quel Vecchio Continente che i playoff non li conosce e assegna le coppe, non i campionati, con le sfide ad eliminazione diretta.

Sì, perché a Tukwila, Starfire Sports Stadium, la finale NWSL l’ha vinta Kansas City, 1-2 con doppietta di Amy Rodriguez, laureandosi campione degli Stati Uniti.

Ma va bene così: sono americani, sono abituati, capiranno: è un’avventura che dura 26 partite e se non azzecchi le ultime 2 non ce la puoi proprio fare.