Serie A 2014/2015: Milan

ANNO NUOVO, DIFETTI VECCHI? – Due anni difficili alle spalle per il Milan, fatti di brutte figure in casa e in Europa, di malumori vari tra società ed elementi della rosa, di politica societaria molto poco avvezza a un ringiovanimento e a un progetto futuro pianificato. Troppe cose lasciate al caso insomma, ma sarà passata davvero questa cattiva abitudine? Fino a questo momento la società di via Aldo Rossi è rimasta, di fatto, con un solo attaccante di ruolo, Pazzini – c’è anche  Niang, che però non ha mai convinto a pieno e che potrebbe ripartire – dopo aver deciso di vendere Balotelli al Liverpool per 20 mln. Per sperare di lottare in vista di un posto nelle coppe europee servono investimenti soprattutto da centrocampo in su. E il calciomercato chiuderà i battenti tra 5 giorni.

LA DIFESA – Cambiano le gerarchie in porta: Abbiati lascia il posto da titolare a Diego López, neo acquisto rossonero. L’ex del Real Madrid approda a 32 anni, ma con un bagaglio tecnico e d’esperienza che può essere utile alla causa. La coppia centrale sarà formata dal riscattato Rami e dal nuovo arrivato Alex, con Bonera, Zaccardo e Zapata riserve. Mexes invece  pare non rientrare nei piani di Inzaghi. Linea difensiva che rimane ancora lacunosa, soprattutto nei sostituti. Rimane esigua la “forza lavoro” in fatto di terzini con De Sciglio – che è già in forma e si è visto nelle ultime uscite – Armero appena approdato, Abate, e “privata” dell’oggetto misterioso che risponde al nome di Dídac Vilà, girato in prestito all’Eibar. 

IL CENTROCAMPO – Da anni ormai è il centrocampo ad avere gli elementi contati. Montolivo deve recuperare dal grave infortunio rimediato prima del mondiale in Brasile, Essien non dà le garanzie che servono, Poli ha bisogno di continuità, mentre de Jong e Muntari non bastano, da soli, a dare solidità. Anche se nel caso dell’olandese può essere intesa come un’offesa, visto il ruolo da protagonista avuto la scorsa stagione: un leader che, pare, potrebbe lasciare Milanello. Capitolo a parte per i due giovani, Cristante e Saponara, fino a ora utilizzati pochissimo in confronto alle loro potenzialità. C’è da capire chi e se arriverà qualcuno, o Inzaghi faticherà non poco a costruire trame di gioco efficaci.

L’ATTACCO – Come già anticipato, manca un attaccante di ruolo. Tra Honda, Menez, El Shaarawy e Mastour le mezze punte abbondano. Voci di mercato insistono su un possibile prestito di Torres dal Chelsea, per dare fiato a Pazzini, che nel Milan ha dovuto affrontare ben 3 infortuni. Non benissimo il tempismo societario: Fernando Torres non è più il giocatore ammirato di qualche anno fa, ma un attaccante che fa fatica a ritornare alle origini. Vicino sembra essere anche Lestienne, interessante 22 enne belga, ma è un esterno. Un altro. Di certo manca qualcosa, e il Milan non può permettersi di avere buchi in attacco.

 

L’ALLENATORE – Filippo Inzaghi

Il coraggio non gli mancava neanche da giocatore. Pippo Inzaghi ha deciso di lanciarsi a occhi chiusi in questa avventura che ha sopra un punto interrogativo scritto a caratteri cubitali. E’ giovane e ha nel suo passato solo un’esperienza nella Primavera rossonera, squadra che ha condotto a vincere il trofeo di Viareggio la scorso anno. Raccoglie un’eredità per nulla facile, quella del passaggio da Allegri a Seedorf. Ha deciso che il suo modulo sarà il 4-3-3, è stato chiaro sin dall’inizio; sistema di gioco che non si vedeva in casa Milan da tempo. Vuole una squadra che s’impegni, al di là del risultato. Gli serviranno tutti i migliori auguri.

LA STELLA – El Shaarawy 

Questo “titolo”gli è dovuto. Con la partenza del suo grande amico Balotelli, Stephan diventa, di fatto, il perno di questo nuovo Milan. Ragazzo dotato di qualità tecniche e professionali in campo che lo rendono già grande, un adulto a tutti gli effetti nonostante i suoi 22 anni. Uno che fa il suo e quello degli altri: fa l’attaccante e il terzino, un pendolino che si sbatte lungo quella fascia senza fare una piega. Lo scorso anno la sua mancanza si è sentita, e nell’ultima uscita del Milan prima della sosta estiva è stato il migliore in campo, nonostante il lungo stop. Senza retorica, rappresenta il futuro rossonero.

GIUDIZIO FINALE – L’entusiasmo di certo non manca in casa milanista. Inzaghi stesso ha dichiarato che vuole gente stimolata, che ci tenga alla maglia. Inutile dire che l’entusiasmo non basta. Il Milan ha un problema che lo affligge da qualche anno, ed è la mancanza di un’identità precisa. E’ questo il primo obiettivo di una sperata rinascita. Ritrovandosi, e con almeno un paio di innesti giusti prima della fine del calciomercato, un posto in Europa può essere alla portata. In caso contrario perdersi nei meandri delle posizioni “da purgatorio” sarà davvero semplice. E un’altra stagione buttata via sarà il conto da pagare per l’ennesima volta negli ultimi anni.