TORNARE NELL’EUROPA CHE CONTA – L’Inter si appresta a iniziare la prima, vera stagione sotto la guida di Erick Thohir: un modo di pensare e operare completamente diverso dalla gestione Moratti. Tagliati alcuni rami considerati poco efficienti come Marco Branca, la gestione del mercato è stata completamente affidata a Piero Ausilio, che ha dimostrato ottimi margini di manovra nonostante il budget fosse praticamente prossimo allo zero; sono arrivati giocatori funzionali al progetto tecnico e tattico di Mazzarri, che finalmente può imbastire un 3-5-2 con un leader difensivo a farne da perno (Vidić), un mastino davanti alla difesa (M’Vila o Medel) e una prima punta forte fisicamente (Icardi). Nelle ultime due stagioni l’Inter ha conquistato un nono e un quinto posto, piazzamenti che possono starci nell’ambito di una ricostruzione societaria ma che devono essere soltanto il punto d’inizio di un qualcosa di più ambizioso: in tal senso ad Appiano Gentile sono tutti consapevoli che, per tornare nel radar del calcio che conta, è fondamentale arrivare nelle prime tre posizioni della Serie A, al fine di qualificarsi direttamente o meno alla prossima Champions League. I relativi incassi darebbero respiro a una società che non vive certamente il miglior momento finanziario della sua storia, ma conta di alzare il fatturato nel medio-lungo periodo per ritrovare competitività. Tuttavia c’è un’altra strada percorribile: da quest’anno la compagine vincitrice dell’Europa League andrà direttamente in Champions, perché non prendere due piccioni con una fava tornando a mettere in bacheca anche un trofeo prestigioso?
LA DIFESA – Si riparte da una certezza inamovibile, quell’Handanovič che nella scorsa stagione è stato decisivo nel finale di stagione per il raggiungimento dell’obiettivo quinto posto; al suo fianco vi sarà Carrizo, confermato nel ruolo di secondo, mentre Berni è un arrivo utile in ottica liste europee. Passando alla difesa, la partenza di Samuel è stata colmata con l’arrivo di Vidić, il nuovo baluardo difensivo che sarà probabilmente affiancato da Juan Jesus e dal neo capitano Ranocchia: al momento in squadra vi sono anche Andreolli, Donkor, Campagnaro e Silvestre ma vi è qualche dubbio circa la permanenza degli ultimi due. Nel caso partissero entrambi è pronto l’arrivo di Rolando, il quale ha manifestato la forte volontà di tornare in nerazzurro: ma senza la partenza dei due argentini il matrimonio non si potrà celebrare, considerando che anche Medel può giocare nella linea arretrata.
IL CENTROCAMPO – Il reparto fondamentale di ogni squadra, con Mazzarri lo diventa ancora di più vista l’importanza degli esterni nel suo gioco. Dopo 19 anni non ci sarà Javier Zanetti, storico capitano nerazzurro adesso pronto a catapultarsi nella nuova realtà da vicepresidente, al suo posto è arrivata la scommessa Dodò: è in prestito ma, paradossalmente, è l’investimento più oneroso della prima estate di Thohir, visto che tra due anni verrà riscattato per una cifra totale di 9 milioni. Ha il profilo giusto: giovane, ben dotato tecnicamente e con grandi margini di crescita ma va sicuramente educato tatticamente. Il reparto esterni è completato da Nagatomo, D’Ambrosio e Jonathan, con i primi due che hanno la possibilità di giocatore sia a sinistra che a destra; in mezzo sono arrivati Medel e M’Vila, le due dighe da piazzare insieme o in maniera alternata davanti alla difesa. Kovačić ed Hernanes invece rappresentano non solo la continuità nel progetto nerazzurro, ma anche il fatto che la qualità non deve essere più sacrificata. Sul piede di partenza vi sono Kuzmanović, Álvarez e Guarín: soprattutto dagli ultimi due si conta di riuscire a realizzare un bottino per tornare sul mercato alla ricerca di una seconda punta di spessore.
L’ATTACCO – Orfano di Milito, il reparto avanzato nerazzurro al momento può contare sulla freschezza e il talento di Icardi, l’imprevedibilità e l’estro di Osvaldo e la costanza di Palacio, autentico trascinatore nelle ultime due stagioni dell’Inter. Botta è stato girato in prestito al ChievoVerona insieme a Schelotto, e questo apre una voragine in un reparto che dovrà sostenere il peso di tre competizioni: nel caso Álvarez rimanesse in nerazzurro occuperebbe lui la casella di quarto attaccante, con la possibilità di chiamare in maniera sporadica anche Bonazzoli della primavera, un classe ’97 dall’indiscusso talento. In alternativa resta vivo il sogno Lavezzi, richiesto a gran voce da Mazzarri, mentre le alternative sono il costoso Firmino e l’abbordabile Biabiany. Basterà per riportare l’Inter nelle zone alte della classifica?
Arrivato nell’estate più calda dell’Inter dal punto di vista societario, nella prima stagione ad Appiano Gentile ha collezionato un quinto posto che rispecchiava, probabilmente, il vero valore della squadra in stagione. Fanatico del 3-5-2, quest’anno ha già promesso che utilizzerà altri moduli di gioco per cercare di fare risultato anche in Europa: probabile sia il 4-3-2-1 o il 4-2-3-1 che in passato ha sporadicamente schierato anche a Napoli. Deve assolutamente conquistare il cuore dei tifosi, visto che l’anno scorso non è stato esattamente osannato come il salvatore della patria: complici sicuramente i non eccelsi risultati, ma anche un gioco ritenuto troppo conservativo per una compagine blasonata come quella nerazzurra.
Difficile scegliere una stella più brillante di altre in questa squadra, dato che manca sicuramente il fuoriclasse che faccia fare il salto di qualità. Avremmo potuto scegliere il talento di Kovačić, la concretezza del vice campione del mondo Palacio o il carisma di Vidić: abbiamo puntato su Icardi perché questo dovrà essere l’anno della consacrazione per l’argentino stesso, ma indirettamente anche per l’Inter. Nel caso in cui i meneghini dovessero raggiungere almeno il terzo posto a fine stagione, è probabile che a trascinarla lì siano stati i 15-20 gol dell’ex canterano del Barcellona, che ha già dimostrato di essere una punta d’area di rigore: toccherà a Mazzarri metterlo nelle condizioni di segnare a raffica.
IL GIUDIZIO – L’impressione è che, a livello di rosa, vi siano almeno tre squadre superiori come organico a quest’Inter. Il calcio però non si fa con le figurine e quindi Mazzarri avrà tutto il tempo necessario per plasmare una squadra vincente in Italia e in Europa, dato che la seconda competizione continentale deve essere un obiettivo su cui puntare fortemente. Sarebbe tutto più semplice nel caso Guarín e Álvarez facessero le valigie, facilitando l’ingresso di una seconda punta di livello internazionale come Lavezzi. Oltre a essere il pupillo di Mazzarri, infatti, l’attaccante del Paris Saint-Germain sarebbe il partner ideale per lanciare definitivamente Icardi, il quale ha bisogno di un giocatore mobile che gli ruoti attorno. Far risuonare il motivo musicale della Champions League all’interno di San Siro dev’essere l’unico pensiero nella testa dei giocatori nerazzurri quest’anno.
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