Serie A 2014/2015: Lazio

MISSIONE EUROPA – Dopo un anno fortemente negativo, la Lazio si presenta ai nastri di partenza della prossima stagione rinnovata e in cerca di riscatto. L’obiettivo dichiarato dalla società è quello di cancellare lo scialbo nono posto dello scorso campionato e tornare in Europa. Tolte Juventus, Roma e Napoli, che sulla carta sembrano di un’altra categoria, i biancocelesti hanno una rosa ampia e collaudata in grado di contendere la quarta piazza a Inter, Milan e Fiorentina. Ma il campionato appare molto livellato: Parma e Torino non sono troppo distanti dalla Lazio e correre per centrare il quinto posto comporta il rischio di arrivare noni o decimi a fine stagione.

LA DIFESA – È il reparto che aveva bisogno dei maggiori interventi, in particolare dopo le partenze di Biava e Dias. Lotito ha investito quasi nove milioni di euro per portare a Roma Stefan de Vrij, il centrale titolare della nazionale olandese che ha impressionato tutti durante il mondiale brasiliano. Accanto a lui giocherà Santiago Gentiletti, idolo dei tifosi del San Lorenzo, il cui arrivo è stato accolto con un certo scetticismo dalla piazza. Per il ventinovenne argentino si tratterà della seconda esperienza in Europa dopo quella fallimentare al Brest, che al termine di una stagione ben poco esaltante decise di non riscattarlo. A destra agirà un altro volto nuovo: Dusan Basta, proveniente dall’Udinese, una garanzia in quella zona di campo. Konko, perennemente infortunato, potrà rifiatare. A sinistra, il titolare sarà ancora Radu, un altro abituato agli infortuni. Per coprire le sue assenze, Lotito ha scelto Edson Braafheid, trentunenne proveniente dall’Hoffenheim che non vede il campo da più di un anno. In porta si giocheranno la maglia da titolare Marchetti e Berisha, con il primo in vantaggio sul secondo.

IL CENTROCAMPO – La partenza di Hernanes, approdato all’Inter nel gennaio scorso, non è stata rimpiazzata. Tuttavia è questo il reparto più abbondante: l’acquisto di Marco Parolo garantisce qualità e quantità sulla corsia destra mentre la conferma di Lulic blinda la fascia sinistra. Al centro si contenderanno il posto Ledesma e Biglia, tra loro alternativi. La panchina è piuttosto lunga: Felipe Anderson, Ederson, Onazi e Gonzalez dovranno sgomitare per trovare spazio.

L’ATTACCO – L’unico volto nuovo è quello di Filip Djordjevic, arrivato a titolo gratuito dal Nantes, dove aveva militato nelle ultime stagioni. Si tratta di un buon giocatore, certamente non di un fenomeno. Eppure sarà lui l’uomo sul quale Pioli, per forza di cose, dovrà puntare. Keita è ancora acerbo e Klose è troppo maturo per reggere un’intera stagione. Ma se Djordjevic dovesse fallire, toccherà ancora una volta al fuoriclasse tedesco caricarsi il peso della squadra sulle spalle. Il riscatto di Candreva è un tassello importante ma mancano le alternative: Mauri e Perea non sono riserve convincenti.

L’ALLENATORE – Stefano Pioli

Parmense, classe 1965, tocca a lui raccogliere l’eredità di Edy Reja. La Lazio rappresenta la sua grande occasione. È stato capace di condurre il Chievo all’undicesimo posto e il Bologna al nono. Tolti questi due successi, diversi esoneri e molta gavetta in serie B. Nell’ultima stagione non è riuscito a salvare il Bologna, retrocesso dopo aver ceduto Diamanti nella sessione invernale di calciomercato.

LA STELLA – Miroslav Klose

Segnale negativo, è ancora una volta il panzer tedesco l’unico giocatore di caratura internazionale nella rosa della Lazio. Solo lui ha calcato i più importanti campi d’Europa con continuità e può dire di essersi confrontato alla pari con tutti i fuoriclasse in giro per il mondo. Ha vinto da protagonista i mondiali di Rio, diventando il miglior marcatore nella storia della nazionale tedesca (con 71 reti) e il miglior marcatore nella storia dei mondiali (con 16 reti nelle fasi finali). Alla Lazio dall’estate del 2011, è l’unico in grado di infiammare il pubblico con le sue giocate da campione assoluto.

GIUDIZIO FINALE – Pioli ha dichiarato che «l’obiettivo è quello di centrare l’Europa, quale dipenderà da noi». La sensazione è che, ancora una volta, Lotito abbia perso l’occasione di far compiere alla squadra il definitivo salo di qualità. Con l’acquisto di un difensore centrale di caratura internazionale da affiancare al giovane e promettente de Vrij e di un attaccante da venti reti a stagione, la Lazio si sarebbe potuta inserire nella lotta per la conquista di un posto in Champions League, riaccendendo l’entusiasmo e la passione di una piazza sempre più disamorata e in rotta con l’attuale dirigenza. E invece niente. L’arrivo di Gentiletti ha raffreddato i sogni dei tifosi e i seimila abbonamenti sottoscritti finora, dato in linea con le squadre che militano in serie B, sta lì a dimostrarlo. Pretendere di riempire lo stadio quando si gioca per il quinto posto è chiedere troppo anche a un pubblico affezionato e passionale come quello biancoceleste.

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