Serie A 2014/2015: Juventus
LA FILOSOFIA NON CAMBIA – È bastata una sola settimana ad Andrea Agnelli per realizzare una mini-rivoluzione in casa Juve. Dall’allenatore, agli obiettivi da raggiungere. Conte se n’è andato da gran signore lasciando sul piatto l’intero anno stipendiato, non soddisfatto della volontà di diventare un manager alla Ferguson; al sostituto Allegri basta solo il campo, si capisce al volo perché la scelta sia ricaduta sull’ex milanista. Vincere. Non esiste altro verbo alla Juventus. Lo dice la sua storia, lo vogliono i giocatori punzecchiati nel vivo, lo vuol la dirigenza: confermarsi in Italia e crescere in Europa iscrivendosi al G8 dei club. Tradotto, Allegri deve portare a casa l’ennesimo tricolore e veleggiare verso i quarti di finale di Champions League.
LA DIFESA – Alta, solida, granitica ma un po’ smemorata sulle palle inattive passive. L’identikit è quello del ritornello che da tre anni annuncia i componenti di questo reparto: Barzagli, Bonucci, Chiellini. Sempre loro, in bianconero come in Azzurro. Nelle vittorie come nelle sconfitte. Se la Juventus negli ultimi anni ha subito una sola sonora sconfitta (il 4-2 di Firenze), parte del merito va dato alla capacità di questi tre di posizionarsi in prossimità del centrocampo, costruendo quindi una diga che comprime gli avversari nello spazio da loro delimitato. La difesa di Allegri sarà materia di discussione: un po’ per i paragoni che si faranno col predecessore, un po’ perché dovrà decidere come e quando trasformarla a quattro abbassando Evra e Lichtsteiner e rinunciando a Bonucci. Compito affatto semplice.
IL CENTROCAMPO – È stato il punto di forza del triennio Conte. Come il tecnico salentino, anche Allegri predilige i centrocampisti capaci nei movimenti senza palla: nel suo Milan scudettato, Ibrahimović si allargava calamitando i difensori mentre Nocerino appoggiava in rete una volta infilatosi negli spazi. Lo stesso, e forse meglio, lo potrà replicare alla Juventus con Lichtsteiner, Asamoah ed Evra sugli esterni, Marchisio, Vidal e soprattutto Pogba per vie centrali; mentre Pereyra dovrà snaturare il suo modo di giocare perdendo il vizio di portare la palla al piede, Pirlo accenderà come sempre la manovra bianconera.
L’ATTACCO – Già un anno fa il tallone d’Achille della Vecchia Signora venne rinforzato con gli arrivi di Tevez e Llorente, due pennellate d’arte affaristica di Beppe Marotta (prelevati per un totale di 9 mln di euro più 6 di bonus, ben lieto di onorarli). Stavolta gli sforzi economici sono stati raddoppiati poiché dal Real Madrid è arrivato Álvaro Morata: il club spagnolo potrà riprenderselo la prossima estate attivando una clausola di riacquisto di 30 mln, che salirà a 35 fra due stagioni. Con Morata la potenza di fuoco del parco attaccanti juventino è ulteriormente migliorata, e pazienza se al secondo allenamento lo spagnolo si sia infortunato: Allegri lo aspetta per gli inizi di settembre, tanto con Tevez e Llorente (e Giovinco) si può star tranquilli.
L’ALLENATORE – Massimiliano Allegri
Intelligente com’è Massimiliano Allegri si è presentato alla Juventus in punta di piedi durante la tempesta scatenata dall’avvicendamento di Antonio Conte. L’obiettivo, all’apparenza infattibile ma altamente stimolante, è quello di migliorare la squadra che negli ultimi tre anni ha riscritto ogni record del nostro campionato: come primo passo, il tecnico livornese ha conquistato la fiducia dai senatori dello spogliatoio bianconero, rasserenando i rapporti con Andrea Pirlo, allontanando ogni ipotesi di cessione dei gioielli Vidal e Pogba. Il 3-5-2 sarà il punto di partenza, o continuità, della Juventus 2014-2015.
LA STELLA – Paul Pogba
Se sarà l’anno della stella francese lo scopriremo a breve. Pogba non ha rinnovato il proprio contratto con la Juventus ma le aperture del procuratore Mino Raiola lasciano presagire un lieto fine: esploso con Antonio Conte, Paul vuole confermarsi, crescere e rivincere anche nella nuova gestione Allegri. L’allenatore toscano conosce il suo potenziale e per questo lo vuole più vicino all’area di rigore per sfruttare al meglio la sua fisicità e il micidiale tiro: impensabile vederlo trequartista, più facile che gli venga riconosciuta più libertà nello staccarsi dalla linea dei centrocampisti alzando, così, il baricentro della squadra.
GIUDIZIO FINALE – Molti sostengono che la Juventus verrà schiacciata dalle recenti glorie anche se la campagna acquisti, condotta con un occhio di riguardo al bilancio, afferma l’esatto contrario. La rosa bianconera è stata rinforzata, ringiovanita e fornita di una dote per lo più sconosciuta nell’era Conte: l’imprevedibilità. Con Evra, Romulo, Morata, Pereyra e un ritrovato Pepe la Juventus può far affidamento su d’una salva di alternative unica nel nostro campionato: se la grinta sarà sempre la stesa, i bianconeri restano i grandi favoriti per la vittoria del quarto scudetto consecutivo.
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