In fisica, un corpo si dice in equilibrio se la somma di tutte le forze e di tutti i momenti che stanno agendo su di esso è identicamente uguale a zero. L’equilibrio può dirsi “stabile” in un punto se una particolare caratteristica del corpo, tradotto in “matematichese” come funzione potenziale, è minima in quel punto. Se invece in quel punto la funzione potenziale è massima, vi è una situazione di equilibrio “instabile“. Sì, so che vi state chiedendo qual è il nesso tra questa lezione di fisica non richiesta e il Gran Premio del Belgio, dodicesima prova del Campionato Mondiale di Formula 1 2014. Il nesso c’è. Ed è presto detto.
La Mercedes sta dominando questo Mondiale. E quando sei senza avversari esterni, è logico che la situazione tra i due piloti possa divenire calda. E non importa se i tuoi piloti si chiamino Nico Rosberg e Lewis Hamilton. Non importa se i tuoi piloti si conoscano e si stimano fin dai tempi dei kart, passando per la Gp2. Quello che è inevitabile è che la Casa di Stoccarda diventi un corpo in equilibrio instabile, con un potenziale massimo (sia nel senso fisico che in quello letterale del termine) ma con due forze, rappresentate dai due alfieri, che possono annullarsi ma in un momento nell’altro possono far sì che la loro somma non faccia più zero. E il momento è avvenuto ieri sul circuito fiammingo di Spa, con il contatto al secondo giro tra Rosberg e Hamilton. Risultato? Inglese ritirato, tedesco che arriva secondo dietro Ricciardo, portando a 29 i punti di vantaggio sul proprio compagno di squadra. Per Niki Lauda e Toto Wolff, gran capi delle “Frecce d’Argento” si prospettano sette gare finali da disputare indossando una metaforica divisa da “vigili del fuoco”, perché l’atmosfera in casa Mercedes sarà d’ora in avanti incandescente.
L’equilibrio è pressoché stabile invece in Red Bull, Williams e Ferrari. Questo perché sono i risultati a parlare. Nella scuderia austriaca, con la vittoria di ieri, la terza in stagione, la seconda consecutiva, Daniel Ricciardo ha oramai sopravanzato Sebastian Vettel. Nello sport, contano le prestazioni di oggi e non i successi di ieri. E neanche quattro titoli mondiali consecutivi possono far vivere di rendita il tedesco, costretto a convivere con questo australiano di Sicilia che ogni volta che la Mercedes lascia pista libera, non ci pensa due volte per approfittarne. In casa di Sir Frank, Valtteri Bottas si è guadagnato i gradi di capitano a suon di podi – con quello di ieri sono quattro in questa stagione – con Felipe Massa dietro a masticare amaro. A Maranello, la fiducia è piena e incondizionata verso Fernando Alonso. Non inganni la gara di ieri, con Räikkönen per la prima volta davanti allo spagnolo. Una Spa non fa primavera, tanto più in questa occasione dove “Nando” ha accusato la penalità al via per un guaio tecnico e poi ha subito l’irruenza di Magnussen (giustamente penalizzato) nel finale di corsa. Alonso resta il riferimento della Ferrari per questo scorcio di campionato e per il futuro. Sperando che la Rossa 2015 possa finalmente trovare un po’…di equilibrio.