NULLA DA PERDERE – Il Cesena torna nell’élite del calcio italiano dopo soli due anni di Serie B grazie al successo ottenuto nei playoff del campionato cadetto. La compagine romagnola è probabilmente la meno quotata ai nastri di partenza, anche se la speranza per i bianconeri è quella di stupire tutti come nel 2010-2011. Il mercato ha portato una discreta dose di esperienza grazie alle numerose operazioni concluse soprattutto con l’Atalanta: Lucchini in difesa e Giorgi e Cazzola a centrocampo saranno utili alla causa, mentre Brienza sarà l’uomo di maggiore qualità, grazie al quale anche Marilungo potrebbe definitivamente sbocciare. In porta è stato prelevato dallo Spezia il ventunenne Leali, di proprietà della Juventus. Un altro fattore che può rendere il Cesena un cliente scomodo per chiunque è il terreno in erba sintetica del Manuzzi.
LA DIFESA – Come già accennato, ci sarà una novità tra i pali del Cesena, ossia il classe ’93 Nicola Leali. A contendergli il posto due portieri più navigati come Agliardi e Bressan. I due terzini titolari in partenza sono gli stessi che si sono guadagnati la Serie A l’anno scorso, Volta e Renzetti, con il nuovo acquisto Lucchini che andrà a formare la coppia centrale con Capelli. Le alternative per mister Bisoli saranno Nica, in prestito anch’egli dall’Atalanta, Perico, che dopo 4 anni di Cagliari approda a Cesena, Krajnc e Magnússon, giovane islandese in prestito dalla Juventus.
IL CENTROCAMPO – Per supportare i tre giocatori offensivi, Bisoli avrà bisogno di una linea a 3 di centrocampo che possa fungere da vera e proprio diga davanti alla difesa e che, al contempo, sia in grado di iniziare l’azione. I giocatori che sembrano ricoprire al meglio questo ruolo sono Cascione (autore di 3 gol in 23 presenze nella scorsa stagione), il neo acquisto Tabanelli, che garantirebbe fisicità alla mediana e il brasiliano Zé Eduardo. Bisoli potrà contare anche sul ritorno in bianconero di una pedina strategica come Pulzetti, che l’anno scorso ha collezionato 7 reti in 20 presenze in Serie B con il Siena, un bottino di tutto rispetto per un centrocampista. Le alternative sono rappresentate dall’ex Atalanta Cazzola e De Feudis, con la possibilità di arretrare Giorgi in casi di estrema necessità.
L’ATTACCO – Il Cesena sembra voler interpretare questa stagione con una formazione propositiva, puntando inizialmente su un modulo che prevede tre punte. Il parco attaccanti è abbastanza folto ed è forse il reparto che vanta i nomi di maggiore qualità: su tutti Franco Brienza che, con il gol da antologia al Milan nei minuti finali dell’ultima partita casalinga dell’Atalanta, ha salutato a suo modo i tifosi bergamaschi per approdare in bianconero. Il terminale offensivo sarà Marilungo, promessa del calcio italiano che nelle ultime stagioni non ha brillato in particolar modo: per lui si prospetta la ghiotta occasione di un’annata da titolare in Serie A, che potrebbe rappresentare un’importante bivio per la sua carriera. L’alternativa numero uno risponde al nome di Succi, autore di 20 gol in due stagioni al Cesena. A completare la batteria degli avanti ci sarà il francese Defrel, l’ex Atalanta Giorgi, il gigante bosniaco Đurić (198 cm di altezza), Garritano e Rodríguez.
L’ALLENATORE – Pierpaolo Bisoli
Nato a Porretta Terme (Bologna) nel 1966, Pierpaolo Bisoli si cimenta nella sua terza esperienza nella massima serie dopo i campionati in cui è stato alla guida di Cagliari e Bologna (oltre alla stagione da vice di Dino Zoff alla Fiorentina). “Mister 0-0”, come viene soprannominato nell’ambiente calcistico, ha ottenuto i risultati più importanti della sua carriera da allenatore proprio alla guida del Cesena: nel 2008/2009, alla sua prima esperienza in bianconero, riesce nell’impresa di vincere il campionato di Lega Pro, per poi terminare secondo l’anno successivo in Serie B, aggiudicandosi dunque la promozione in Serie A. Nel corso della sua carriera Bisoli ha fatto giocare le sue squadre con svariati moduli, dimostrando una buona duttilità; quest’anno sembra intenzionato a schierare i suoi ragazzi con il 4-3-1-2, che potrebbe trasformarsi in 4-3-3 soprattutto in assenza del trequartista titolare, Franco Brienza. Bisoli è un allenatore con una forte personalità e senza troppi peli sulla lingua, sia nei confronti della stampa che dei suoi giocatori: un episodio indicativo rimane la decisione, al suo arrivo a Cagliari, di mettere fuori rosa Conti e Agostini (rispettivamente capitano e vice capitano).
LA STELLA – Franco Brienza
In una squadra povera di talenti come il Cesena, non può che essere Franco Brienza il faro della squadra, l’uomo che potrebbe fare la differenza grazie alla sua fantasia e ai colpi che ha sempre dimostrato di avere in canna. Nato a Cantù nel 1979, il folletto di origine ischitana ha esordito in Serie A con la maglia del Perugia a San Siro contro il Milan nel 2004. Lo stesso anno + passato al Palermo, società in cui ha vissuto il periodo più importante della sua carriera: con i rosanero colleziona 90 presenze e 12 reti, di cui 10 nel corso della prima stagione. I numeri di Brienza sono tuttora parte della storia della società siciliana, dal momento che detiene il record di realizzazioni in competizioni europee (4 gol, in coabitazione con Abel Hernández) e il record di presenze sempre in ambito internazionale (15 presenze, come Barzagli e Cassani). La stagione più prolifica rimane, a oggi, il 2009/2010, quando Brienza ha messo a segno 11 gol con la maglia della Reggina. Dopo l’esperienza con gli amaranto ci sono state le parentesi Siena e Atalanta, con il ritorno al Palermo nel mezzo.
GIUDIZIO FINALE – Il destino del Cesena sembra segnato: è opinione diffusa tra bookmaker ed esperti del settore che questa rosa non sia sufficientemente attrezzata per affrontare con successo una stagione in Serie A. I romagnoli hanno carenze qualitative in ogni reparto, oltre a non avere in rosa un vero e proprio bomber, l’attaccante che ti garantisca la doppia cifra a fine anno. Se non dovesse arrivare Borriello nell’ultima settimana di mercato, la squadra di Bisoli dovrà lavorare molto sul collettivo e sulla solidità difensiva per tentare di evitare una retrocessione che, a pochi giorni dai nastri di partenza, sembra scontata.