Home » Serie A 2014/2015: Atalanta

IL SOGNO DI ALZARE L’ASTICELLA – L’Atalanta si presenta ai nastri di partenza del suo 54°campionato di serie A della sua storia (rafforzando il nominativo di “Regina delle Provinciali” in quanto è la squadra non rappresentativa di un capoluogo di regione con più partecipazioni nella massima divisione italiana) reduce da una stagione dove l’obiettivo della salvezza è stato raggiunto con nove turni di anticipo rispetto alla fine del torneo e dove si è anche siglato il record di successi consecutivi in massima serie: 6. Una stagione dove però la squadra si è arenata proprio nel momento in cui poteva spiccare il volo verso l‘Europa. I neroblu di patron Percassi contano di ripetere una stagione identica nella prima parte. Con la malcelata speranza di poter alzare l’asticella dell’obiettivo prefissato. Insomma, la salvezza prima di tutto. Ma provando anche ad ottenere qualcosa di più.

LA DIFESA – È il reparto che si presenta più rinnovato in termini di uomini, ma che sulla carta dovrebbe aver mantenuto intatta l’affidabilità. In porta per ora c’è Consigli titolare, ma dovesse partire è pronto Sportiello. Nella batteria dei centrali a disposizione, sono rimasti i soli Stendardo e Benalouane. Partiti Yepes e Lucchini, al loro posto il dg Marino ha optato per Cherubin del Bologna e soprattutto per Giuseppe Biava. Quest’ultimo, svincolatosi dalla Lazio, realizza il sogno di giocare per la squadra del proprio territorio, dato che è di Seriate. Volti nuovi anche sulle fasce. A destra agirà Zappacosta, con Raimondi a fargli da chioccia. A sinistra è arrivato dal ChievoVerona Dramè, anche se in rosa vi sono ancora Del Grosso e Brivio. E’ chiaro che però uno di questi due è di troppo. A completare il reparto arretrato la bandiera Gianpaolo Bellini, alla sua 16esima stagione con la “Dea“. Capitano jolly. È un mancino, può giocare a destra e l’anno scorso in qualche occasione non ha sfigurato da centrale. Quel che si dice la duttilità.

IL CENTROCAMPO – Tutto ruota attorno a Luca Cigarini e Giacomo Bonaventura. Bisognerà vedere da qui al 1 settembre se i due giocatori rimarranno o meno a Bergamo. E se sì con quali motivazioni. Scegliendo l’opzione “restano motivati”, il reparto mediano atalantino può dirsi completo. Al centro, oltre al “Ciga”, Baselli , Carmona e Migliaccio danno ampie garanzie. Le stesse che danno Estigarribia e il neo acquisto D’Alessandro a destra. Il punto debole potrebbe essere l’out mancino. Vero, c’è Bonaventura. Ma se il talento di San Severino Marche dovesse lasciare l’Atalanta, attualmente su quella fascia agirebbero Molina e Spinazzola che, oltre ad essere adattati, sono entrambi esordienti in A. Un elemento con più esperienza in quel ruolo potrebbe essere d’uopo.

L’ATTACCO – È il reparto più completo. Ma allo stesso tempo quello con più incognite. L’Atalanta può contare sulla coppia “storica” formatagli argentini Germán Denis e Maxi Moralez. Il “Tanque” e il “Frasquito” faranno tandem per il quarto anno di seguito. L’intesa tra i due non è perfetta, è di più. Il dubbio riguarda soprattutto Denis. Può un attaccante dal fisico prestante e che ha superato la trentina fornire sempre lo stesso contributo in termini di rete? Società, staff tecnico e tifosi, si augurano di sì. Le novità riguardano i due “rincalzi”: Richmond Boakye e Rolando Bianchi. Il primo, di scuola Genoa ma di proprietà della Juventus, si sta ben comportando in precampionato ma è al suo primo vero banco di prova in serie A. Mentre il secondo è reduce da stagioni non esaltanti, ma chissà se l’aria di casa – Bianchi è cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta – non possa far tornare l’ex capitano del Torino ai fasti di un tempo.

L’ALLENATORE: Stefano Colantuono colantuono atalanta

È alla sua settima stagione all’Atalanta, la quinta della sua seconda esperienza a Bergamo. In un calcio italiano mangia-allenatori, si tratta di un vero e proprio record. Nelle sei precedenti, ha sempre raggiunto il suo obiettivo: 2 promozioni in A e quattro salvezze tranquille in massima serie, anche partendo da -6 e da -2. Il tutto con uno schema di gioco, il 4-4-1-1, utile per i risultati ma non tanto spettacolare dal punto di vista del gioco. Comunque, la società e gran parte della piazza sono dalla sua parte. Sperando che il rapporto tra il tecnico di Anzio e la “Dea” non soffra da sindrome di “crisi del settimo anno”.

LA STELLA: Germán Denis German Denis

Gira e rigira, il faro dell’Atalanta è sempre lui. Tre stagioni a Bergamo, 44 reti in 106 presenze complessive. E ora, per la punta di Lomos de Zamora, ci sono tutte le aspettative per migliorarsi. Vero, l’età avanza (saranno 33 gli anni il prossimo 10 settembre), ma questa volta l’Atalanta ha in rosa elementi come Boakye e Bianchi che possono affiancarlo in avanti per evitare che sia sempre lui a battersi da solo contro le difese avversarie. Se riuscirà a mettere nelle gambe qualche tossina in meno dovuta al cosiddetto “lavoro oscuro”, potrebbe avere energie sufficienti a farlo rendere ancora più prolifico del solito in zona gol.

SI ALZERA’ DAVVERO L’ASTICELLA? –  La stagione dell’Atalanta sarà divisa in due parti. La prima riguarda il raggiungimento della quota 40 punti, che vorrà dire salvezza, nel più breve tempo possibile. Fatto questo, i neroblu proveranno a dar fastidio alle formazioni in lotta per l’Europa. Considerando lo spessore tecnico della rosa a disposizione di Colantuono, l’obiettivo di una salvezza tranquilla sembrerebbe essere tranquillamente alla portata. La zona europea resta difficilissima da raggiungere, considerato che, sulla carta, vi sono una decina di squadre più forti della “Dea”. Però, se l’Atalanta gioca come sa, mai dire mai.

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