S-Conte-nti tutti
Parliamo, sì, ancora di Antonio Conte. D’altronde è l’argomento che ha scosso l’ambiente calcistico italiano, è perciò impossibile sbrigare la faccenda con poche e semplici parole. No, molto meglio scrivere tanto e fare chiarezza, molto meglio dire la propria, dibattere sui come e sui perché dell’avvento del neo ct azzurro, e ciò che si sta notando, nelle ultimissime ore, è che Conte sta praticamente riuscendo nell’impresa di farsi odiare da tutti. Sia da chi già non lo apprezzava prima, sia da chi sulla panchina bianconera lo osannava.
Il motivo è semplice e banale: i sostenitori juventini si sentono traditi. Dalle sue dichiarazioni, più che dal modo in cui ha lasciato la nave bianconera. Conte accetta l’incarico affidatogli da Tavecchio e tutt’a un tratto si trasforma da idolo della tifoseria a clamoroso voltagabbana. Perché la linea che divide il rispetto dei tifosi dalla loro ira è sottile, sottilissima, ed è facilissimo varcarla. Di esempi illustri, negli anni addietro, parecchi. Il più clamoroso, Capello e la Roma: il condottiero che portò i giallorossi sul tetto d’Italia, fischiato in maniera roboante dopo il suo trasferimento alla Juventus. Il calcio, d’altronde, è così; è una storia d’amore continua tra i tifosi e la loro squadra, partendo dalla maglia (amata a prescindere) e proseguendo con i calciatori, lo staff tecnico, i dirigenti.
Conte, salutando la Juventus e stringendo la mano a Tavecchio, non ha fatto altro che palesare la sua reale identità: quella di un professionista, certo, capace però di usare benissimo la lingua. Per parlare, eh, che nessuno fraintenda, anche se è ovvio che chi ha orecchie per intendere, intende facilmente qualcos’altro. Conte, insomma, usa la lingua per parlare, per comunicare col suo carisma, per giustificare le sue azioni. Il problema è che nonostante ci provi, quando il passo che fai è troppo lungo, nella fossa ci cadi. E non c’è discorso che tenga, non c’è dichiarazione che ti risollevi.
Attualmente, il neo ct è impegnato nel tour dei ritiri delle squadre di Serie A. Ha una sua idea di lavoro, ha le sue cose ben chiare e fissate in mente, ha tra le mani la Nazionale, ma non ha dalla sua la Nazione. Cosa non da poco, dato che è sempre più frequente sentire di gente che ha perso l’amore per gli azzurri. Adesso, il rischio di completare la frittata è grande: perchè Conte, di consensi, adesso ne ha pochissimi. Sì, sicuramente ne saprà di calcio, e sì, sicuramente è per dna un ottimo condottiero,ma lo stile, quello, o lo si ha o non lo si ha. Soprattutto, non si compra, neanche con tre milioni e mezzo di euro.