Nessuna novità,chi non ha puntato sull’elezione di Tavecchio ha perso un’occasione sicura. Si sapeva fin dal giorno delle dimissioni di Abete, Opti Poba non è stato che un diversivo di percorso, derubricato a sfondone accidentale, nonostante le proteste dell’opinione pubblica, l’incredulità della stampa estera e il dico non dico dei vertici calcistici internazionali.
Tra i primi a congratularsi, Franco Carraro,l’eterno rappresentante di una continuità di potere lunga quarant’anni e oltre.
Ma esisteva davvero un’alternativa? La più plausibile,nei giorni dello storno d’immagine postoptipobiano era parso il commissariamento federale, in attesa di qualche idea brillante che portasse a un homo novus atterrato nel frattempo dal cielo.
Priva di qualsiasi fondamento l’ipotesi Gianni Rivera, utopia giornalistica che prontamente balza fuori per un paio di giorni all’indomani delle disfatte federali salvo poi evaporare alle prime luci dell’alba successiva.
Ma nemmeno ha realmente preso quota la candidatura ufficialmente antagonista, quella di Demetrio Albertini. Fin dall’inizio Albertini si è limitato a tenere un basso profilo,rispondendo per lo più a monosillabi e frasi fatte alle interviste, fino all’imbarazzante affermazione per cui si sarebbe detto pronto a fare un passo indietro se lo avesse fatto anche Tavecchio. Non proprio una dimostrazione di carisma e di coraggio nelle proprie idee. L’impressione è che Albertini avesse dalla sua soprattutto il fatto di non avere 71 anni e non essere incappato in figure imbarazzanti. Insomma, di non essere Tavecchio. Un po’poco,sinceramente.A voler pensar male, una candidatura di facciata.
Ed ecco che arriviamo a un nodo centrale della questione, che a questo punto diventa paradigmatica dello scenario globale italiano.Posto che Tavecchio incarni il passato che ritorna (o meglio, che gira l’angolo), chi sono quei giovani portatori sani di competenze, novelli capitani coraggiosi pronti a raddrizzare la nave senza nocchiere in gran tempesta?
Ha vinto Tavecchio, ma se davvero questa vicenda ha lasciato un movimento di scontento dietro di sé, è bene che da domani anche il fronte del “No TAVecchio” inizi a comporre la propria agenda programmatica spuntando idee e uomini, dando voce agli scontenti quando se ne proporrà il caso. Lo dobbiamo a Opti Poba.