Cose basche, islandesi e croate
I sorteggi della Champions e dell’Europa League hanno regalato spunti importanti in vista della stagione che verrà.
Innanzi tutto, va detto, perché gli ultimi preliminari sono decisivi: o sei dentro o sei fuori, in 180 minuti che possono condizionare una stagione.
E poi perché l’asticella del livello (in Champions) s’è andata sollevando e ormai incontri gente tosta, seria. Gente che ti cambia la vita in un attimo.
Partiamo dall’alto, allora: una settimana fa parlavamo del Napoli silenzioso e a fari spenti, pronto a sorprendere grazie ai più rodati automatismi (rispetto a un anno fa) e al secondo anno in carica di Rafael Benítez. Ebbene adesso tutto è in bilico, si deciderà tra il 19 e il 27 agosto, tra il San Paolo e San Mamés.
Nei paesi baschi, dunque: terra di calcio e di passioni, terra di lotte e storie incredibili. L’Athletic, club fondato nel 1898 e tuttora orgogliosamente tutto basco, è avversario difficile e di tutto rispetto. Sia perché in casa gioca in un tempio, sia perché ha fatto benissimo nell’ultima Liga e viene da esperienze importanti in campo internazionale.
L’ex squadra di Llorente, uno dei tanti campioni ad esser transitati per Bilbao negli ultimi decenni, cercherà di tenere botta in Campania per colpire alla giugulare nel ritorno, in casa. È essenzialmente il meglio che i preliminari di Champions possano offrire e guarderà l’Europa tutta, non solo l’Italia (gufa o patriottica che sia): è bene il Napoli ci arrivi pronto e preparato perché altrimenti non c’è più progetto ma solo un fallimento.
Se gli azzurri, reduci dal prestigioso successo sul Barça e in generale rinfrancati da un ambiente ora compatto e fiducioso, manterranno il livello dell’ultima cavalcata europea problemi non ce ne saranno, ma resta un sorteggio brutto brutto, diciamolo: serve proprio che il Napoli faccia il Napoli.
Sappiano come, sul piano dell’immagine, lasciare sole Juve e Roma sarebbe disastroso per l’immagine del calcio italiano. Ma è noto che le fortune di ranking e orgoglio passano anche per quell’Europa League meno snobbata ora di prima, percorso a ostacoli verso la finale di Varsavia il 27 maggio 2015. Qua parliamo di Inter e Torino, che non vogliono lasciare sola la Fiorentina e vivono momenti storici particolari.
Per l’Inter, in piena ristrutturazione nell’ottimismo di un precampionato col botto (2-0 alla Roma regina del mercato), ecco tale Ungmennafélagið Stjarnan, squadra islandese che celebrerà al meglio lo storico incontro coi tre volte campioni d’Europa. Ecco chi ha fatto fuori Bangor City, Motherwell e (soprattutto) Lech Poznań: l’Inter dovrà vincere e convincere, in particolare in una trasferta islandese che sa di esperienza di vita oltre che di calcio.
Sempre lì, nella coppa che conta a seconda di chi la osserva, anche il Toro, che i modesti svedesi del Brommapojkarna li ha distrutti con uno 0-7 tra andata e ritorno, giusto per togliersi lo sfizio del ritorno in Europa dopo una vita intera.
Giusto per prendersi l’abbraccio di un pubblico unico e inimitabile: il RNK Spalato non fa paura ma viene da un cammino che merita rispetto, iniziato ai primi di luglio. I giorni in cui tutto il Mondo (noi compresi) pensava ai mondiali: da lì all’Olimpico il passo è breve, dopo di che sarà calcio. Nel vero senso della parola.