Dai tempi del “Foggia dei miracoli” è passato quasi un quarto di secolo. Venticinque anni in cui Zdeněk Zeman ne ha combinate di cotte e di crude, nel vero senso della parola. È fra gli uomini di calcio più popolari in Italia e alcuni sostengono che o lo si ama incondizionatamente, o non lo si sopporta affatto. Aveva poco più di quarant’anni quando, per la prima volta, si apprestava a montare i tendoni della sua Zemanlandia in quel di Foggia, ambiente di provincia ideale per scrivere un pezzo romantico e dolce della storia del calcio italiano.
Come nel Paese dei balocchi del romanzo di Collodi, Zemanlandia è un mondo a sé, bello ma effimero e, ahimè, destinato a durare poco. Perché la realtà, quella fatta di grandi squadre e di milioni, alla lunga avrà la meglio. Ciò non significa, però, che non possa far sognare anche i tifosi di Foggia e Lecce, che lo Scudetto non l’hanno mai visto e nemmeno se lo immaginano. Figuriamoci coloro che, seppur nel lontano 1970, si sono tolti lo sfizio di sollevare il tricolore in faccia a Inter e Juventus.
A Cagliari, infatti, il boemo è già un idolo e l’attesa per il debutto della compagnia zemaniana è ogni giorno maggiore. Non solo fra i sostenitori più attempati, che hanno vissuto l’impresa di Riva e compagni, ma anche fra i più giovani, che si riconoscono in questo personaggio quasi letterario e pittoresco. In città si respira aria nuova, non soltanto per l’arrivo di Zeman, ma anche per via dell’ampliamento della capienza dello stadio da cinque mila a quasi dodici mila spettatori, con l’obiettivo di passare a diciotto mila entro fine anno. Non si può ancora sapere se questo vento nuovo gioverà alla società sarda, ma di certo serviva cambiare e voltare pagina dopo la ventennale era di Massimo Cellino, il cui rapporto con giocatori e tifoseria era ormai logoro.
Alla guida di questo Cagliari, c’è il volto inedito di Tommaso Giulini, imprenditore che già conosceva la Sardegna per interessi lavorativi e che non è nuovo al mondo del calcio, visto che in passato ha fatto parte del cda dell’Inter. La persona giusta? Anche in questo caso, il tempo darà la risposta, ma a lui dobbiamo il ritorno di Zemanlandia in Serie A, visto che più di tutti ha voluto il tecnico boemo al timone della sua squadra. “Lui è il nostro Mourinho”, ha precisato tempo fa Giulini, e la fiducia nei confronti del suo allenatore è totale, visto che il patron ha assecondato ogni desiderio di mercato del tecnico.
Sono arrivati giocatori acerbi e (semi)sconosciuti, come Caio Rangel, Benedetti, Crisetig, Capello, Donsah, Longo, Farias. Tutti giovani che salgono per la prima volta, o quasi, sul palcoscenico della Serie A. Ai “vecchi” Conti, Cossu, Pisano, l’onere di accompagnare questa combriccola sul terreno di gioco, mentre in regia c’è ancora lui, Zdeněk Zeman, con una trentina di anni in più sul groppone rispetto ai tempi foggiani, ma con la stessa voglia di insegnare calcio e divertire.
Chissà che, nel suo piccolo, il boemo non porti una boccata d’ossigeno all’intera Serie A e al calcio italiano, in crisi nera come raramente gli era successo in precedenza. D’altronde, se Benedetti, Capello e Longo, per i più, sono semplici cognomi all’italiana, non bisogna dimenticare che, anche grazie a Zeman, campioni come Signori, Nesta, Totti, Florenzi, Verratti, Insigne e Immobile, sono emersi dall’anonimato, consacrandosi nel grande calcio.
A proposito del Pupone, il boemo, pochi giorni fa, ha risposto stizzito a chi criticava i metodi duri dei suoi allenamenti: “La mia preparazione non ha mai ucciso nessuno”, ha dichiarato con il suo inconfondibile tono di voce, pacato ma pungente. Dichiarazioni in perfetto stile Zeman, tra l’altro. Il bello è che c’è da credergli, visto che uno come Francesco Totti, con le sue 37 primavere, sa cosa vuol dire lavorare con un allenatore così e, non solo è sopravvissuto ai suoi metodi, ma è all’alba della sua ventitreesima stagione in giallorosso, inossidabile e pronto masticare calcio come quando aveva 18 anni.
I tifosi sardi, e non solo, sognano a occhi aperti, fra qualche settimana si solleverà il sipario sulla pazza compagnia zemaniana. Per ora mettetevi comodi: Zemanlandia sta per ritornare. E comunque vada, ne vedremo delle belle.