Juventus, ecco i motivi dell’addio di Conte
Antonio Conte e la Juventus, un matrimonio durato tre anni e terminato proprio nel momento in cui i bianconeri sembravano pronti per fare il definitivo salto di qualità anche in Europa. Ma perché l’allenatore leccese avrebbe mollato la sua squadra del cuore dopo appena due giorni di ritiro? A fare il punto della situazione ci ha pensato Tuttosport.
Conte era già ai ferri corti con la dirigenza al termine della passata stagione, tanto che probabilmente aveva anche già chiesto la risoluzione contrattuale senza alcuna buonuscita, cioè rinunciando semplicemente allo stipendio della stagione 2014-2015: alcune promesse fatte da Marotta e Agnelli, però, avrebbero convinto il tecnico dei tre scudetti consecutivi a rimanere ancora per una stagione.
Ma quali promesse avrebbe ricevuto Conte? Soprattutto garanzie di crescita dal punto di vista tecnico, e quindi rinforzi dal mercato: il tecnico avrebbe voluto un solo rinforzo ma di qualità, un giocatore che potesse inserirsi a meraviglia sia nel 3-5-2 che nel 4-3-3. L’identikit portava a un’ala come Cuadrado, e fonti interne dicono che la Fiorentina avrebbe ceduto davanti a un’offerta da 35 milioni in contanti; Marotta, però, ha preferito investire su un profilo come quello di Morata, costato 22 milioni rateizzati in più anni, mentre per il colombiano sarebbe stato necessario un unico esborso monetario. Iturbe sarebbe stata una soluzione di ripiego, ma sfumato anche quel trasferimento Conte si è sentito tradito dalla dirigenza.
Quando si parla di mercato, però, si fa riferimento anche a quello in uscita: Vidal e Pogba sono gioielli cercati da mezza Europa, e soprattutto sul primo non vi sono garanzie che rimanga sino al 2 settembre, giorno di chiusura del mercato. Davanti a un’offerta ritenuta fuori mercato, infatti, nessuna squadra italiana può dire di no; Conte, invece, avrebbe voluto garanzie certe che il talento cileno non si sarebbe mosso da Torino, una prospettiva abbastanza utopistica considerando le cifre che si sentono tutti i giorni per il suo cartellino.
Infine l’ex allenatore della Juventus non sarebbe stato contento nemmeno della preparazione per le amichevoli estive: in particolare la tournéé asiatica non avrebbe riscosso un gran successo – fuso orario, per lungo tempo in viaggio e poca possibilità di allenarsi – fatta eccezione per il lato economico della questione. Sommando tutte queste piccole incomprensioni, è nata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.