Come in (quasi) ogni sessione di mercato estivo, il Real Madrid è al centro di mille voci, mille idee e mille suggestioni diverse.
Se lo scorso anno le Merengues facevano parlare di sé soprattutto per l’acquisto del solo Gareth Bale, che col trasferimento è passato da essere una delle squadre gallesi di Premiership a essere l’unica squadra gallese di Liga, nell’estate 2014 i Blancos di Ancelotti sono molto chiacchierati per quell’aria di piccola (nemmeno troppo, a dire la verità) rivoluzione che stanno attraversando. Dentro tanti nuovi fenomeni, fuori invece alcuni dei protagonisti dell’ultimo lustro tra Pellegrini, Mourinho e Ancelotti.
365 giorni fa circa fece molto scalpore l’inattesa cessione di Özil, oggi sono in tanti a chiedersi come sarà possibile far giocare contemporaneamente assieme gente come Ronaldo, lo stesso Bale, Benzema e il nuovo astro James senza compromettere l’equilibrio di squadra. All’apertura dell’annata 2013/2014 si pensava a un Real Madrid 2.0 più giovane e spagnolo, con Illarramendi, Carvajal e Isco; oggi sappiamo invece che nuovi cardini della compagine saranno Kroos e Rodríguez (e che nemmeno la conferma di Di María è certa, nonostante la splendida stagione passata del Fideo).
Lo scorso anno proprio l’esterno argentino pareva dover essere sacrificato in onore alla nuova “figurina” Bale: l’ex Benfica invece rimase e si rivelò uno degli ingredienti più importanti per il silver double che ha fatto impazzire Plaza de Cibeles grazie anche a un’intuizione tattica felicissima dell’unico supercampione madridista che non gioca in prima persona: Carlo Ancelotti. L’ex allenatore del Milan spostò il magrissimo talento albiceleste a fare la mezz’ala e il risultato fu clamoroso, come tutti sanno.
Il tecnico emiliano ci mise però comunque qualche mese prima di trovare il giusto bilanciamento alchemico che potesse far deflagrare la fortissima tensione vincente che tanti campioni cumulavano tutti assieme; oggi avrà invece un compito ancora più complesso perché deve integrare i nuovi nel suo sistema di gioco, magari cambiandolo non poco, e ovviamente dovrà vincere, rivincere e stravincere grazie anche a una squadra già fortissima che è stata ulteriormente potenziata. Sfida affascinante perlomeno quanto complessa ma se c’è qualcuno che può vincerla questo è sicuramente il sor Carletto.
Spesso si dice che nel calcio vincere è difficile e confermarsi ancora di più. Ancelotti lo sa benissimo e non è intimorito: col suo Milan seppe arrivare due volte in cima all’Europa. E allora, nonostante la Décima già in cassaforte, nonostante un cantiere tecnico apertissimo, nonostante un diktat societario che probabilmente gli imporrà di concentrarsi su Liga, Supercoppa Europea e Mondiale per Club, Carletto darà ancora la caccia proprio alla Dama dalle Grandi Orecchie, di nuovo e senza tregua. Magari non in maniera compulsiva, perché non è il suo stile, ma lo farà tenacemente e ostinatamente, a modo suo, senza alzare la voce (ma un sopracciglio sì).
Perché potrà averla già vinta tutte le volte che vogliamo ma, ne siamo certi, lui continua a preferire la Coppa.