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Ripescaggi Lega Pro, l’Arzanese esprime il suo disappunto

L’Arzanese vuole esprimere il proprio disappunto per la scelta operata dal Consiglio Federale in data 1 agosto riguardo ai ripescaggi in Lega Pro unica.

L’assoluta mancanza di trasparenza (ancora oggi, infatti, non è stata resa pubblica la graduatoria dei ripescaggi), criteri per i ripescaggi decisi a campionato in corso e a sole due settimane dal termine dei playout, parametri poco chiari e dal significato equivoco hanno caratterizzato questa estate nera per il calcio italiano. Con la scelta assolutamente discrezionale e autoritaria, a dispetto di chiarezza e oggettività, operata dal Consiglio Federale, è stata scritta una pagina scandalosa del calcio italiano, in un momento in cui tutti i tifosi e gli appassionati attendevano la svolta decisiva verso un calcio più limpido e meritocratico, che assicurasse un posto in prima linea alla squadra che sul piano SPORTIVO più si è avvicinata al traguardo salvezza.

È per queste ragioni che il primo agosto è stata commessa una palese ingiustizia.

Del resto, già il regolamento sui playout aveva destato enormi contraddizioni, evidenziando inspiegabili disparità di trattamento, con divergenze addirittura tra Prima e Seconda Divisione (e pensare che i regolamenti sono stati partoriti dalla stessa Lega e quindi dalle stesse persone!). Tant’è che l’Arzanese, dopo aver pareggiato 0-0 in casa e 1-1 in trasferta è retrocessa direttamente senza neanche poter disputare i tempi supplementari (mentre nella finale di Prima Divisione il Frosinone ha superato il Lecce proprio nell’extra time).

L’Arzanese, in tre anni di professionismo, si è contraddistinta per serietà, competenza e programmazione, raccogliendo enormi consensi anche dai dirigenti federali e di lega sotto tutti i punti di vista. In questi anni mai un punto di penalizzazione, mai un inadempimento sul piano economico-finanziario, mai una condotta antisportiva o atteggiamenti poco limpidi. A detta di tutti gli avversari, grande esempio di ospitalità e accoglienza e da sempre esempio di legalità, programmazione e portatrice dei valori sani di questo sport.

Con questa scelta però i sacrifici dei Serrao sono diventati inutili. Ne viene fuori un quadro inquietante.

La questione “Sabatino De Rosa”, lo stadio di Arzano non a norma per la Lega Pro, è da sempre stata affrontata dalla famiglia Serrao con grande tenacia e con lo spirito di chi vuole andare oltre i problemi e tentare di risolverli. Questo temperamento e questa voglia di continuare dovevano essere valutati come ennesimi punti a favore e non come cause ostative per il ripescaggio. Non sono state incoraggiate persone intraprendenti, che da sempre hanno combattuto contro le carenze infrastrutturali legate al territorio e indipendenti dalla propria volontà. Al contrario, è stato deciso di danneggiare ulteriormente una società che ha dimostrato in questi tre anni e in particolare negli ultimi sei mesi, di volere a tutti i costi la Lega Pro, senza perdere di vista valori quali serietà e puntualità anche nei momenti in cui era facile mollare tutto, che hanno reso Arzano un’isola felice e l’Arzanese una realtà solida a detta di tutti i calciatori e i dirigenti che in questi anni hanno collaborato con la famiglia Serrao.

Invece, tutto è stato reso vano.

Non è servito a nulla dimostrare ancora una volta estrema serietà e adeguare uno stadio, quello di Frattamaggiore, distante SOLTANTO 3 KM da Arzano.

Sono state favorite realtà che negli ultimi anni hanno dimostrato incompetenza o poca solidità economica. Ascoltare, poi, dalla stessa persona, dichiarazioni intese a privilegiare la continuità e la puntualità dei pagamenti e quindi in pieno contrasto con quanto alla fine deciso e approvato, appare quantomeno grottesco e contraddittorio.

Ecco perché, con la scelta sui ripescaggi, a uscire sconfitte non sono Arzanese, Akragas, Correggese, Delta Porto Tolle e Poggibonsi.

A uscire sconfitto, è L’INTERO IL CALCIO ITALIANO.