Se ne parla davvero poco, eppure non dovrebbe essere così.
Dico del Napoli, terza forza dell’ultimo campionato eppure lontano dalle prima pagine dei giornali: meglio così, diranno i tifosi, perché non c’è niente di meglio che procedere a fari spenti.
La verità è che, a livello di gusto personale e di giudizio soggettivo, il Napoli mi piace: pur con passaggi a vuoto preoccupanti, il primo anno di Benítez ha portato una ventata d’aria fresca di cui si sentiva il bisogno e al secondo tentativo le cose non possono che migliorare.
Ho sempre visto, infatti, la “rivoluzione” del tecnico madrileno come un progetto da realizzare in più atti, uno spettacolo lento, a volte frustrante, ma tutto sommato degno dell’attesa e questa sensazione resta. Rispetto al Napoli di Mazzarri, ci sono state tantissime novità sul piano tattico e serviva del tempo per assimilarle: forse ne serve ancora, perché queste modifiche risultino miglioramenti a tutti gli effetti.
Tabelle di mercato alla mano, comunque, è un’estate meno glamour di quella passata ma conta la sostanza: se l’anno scorso i soldi della cessione di Cavani avevano permesso un mercato attento alle creatività, ora la squadra ha 12 mesi di esperienza sulle gambe e seguirà il suo allenatore con più automatismi.
Va tenuto conto, naturalmente, che qualsiasi giudizio sul lavoro di questo allenatore dal curriculum vitae robusto quanto controverso (troppa fortuna? Nessun campionato vinto in Inghilterra?) passerà sotto il filtro della diffidenza, perché in Italia siamo sempre restii davanti all’allenatore straniero, o forse perché certe sue vittorie del passato scatenano “rosicate” a posteriori e fuori tempo massimo.
Da queste pregiudiziali bisogna svincolarsi, non per esterofilia ma perché chi in carriera ha vinto così tanto un po’ di fiducia la merita: non sia mai che ci regali una corsa scudetto a tre, non aspettiamo altro.
Resta da verificare, è chiaro, l’attuabilità del progetto, così come l’adattabilità del calcio di Rafa alla Serie A. Che è laboratorio tattico ben diverso (non ho detto migliore) rispetto a Liga e è Premier League, specie per un uomo di coppe come l’ex Liverpool. Ma è proprio qui che si gioca il meglio della sfida, qui sta il fulcro del discorso: oltre a fare bene in coppa (meglio di 12 punti nel girone di ferro?) questo Napoli dovrà combattere per il tricolore e farlo convintamente.
In gioco sino alla fine: prova a stupirci Benítez, non può essere tutta fortuna.