Copa Libertadores, semifinali: San Lorenzo e Nacional, missione compiuta
Terminano con due vittorie casalinghe con il minimo scarto le due semifinali di ritorno di Copa Libertadores. Il Defensor lotta, sbaglia molto sotto porta e si deve accontentare solo di un goal contro l’arcigno Club Nacional, che bissa la finale raggiunta la scorsa stagione dall’Olimpia Asunción . Vince anche il Bolívar contro il San Lorenzo, ma l’1-0 di La Paz serve solo per le statistiche. La finale sarà San Lorenzo-Club Nacional, una sfida inedita e quantomai affascinante.
DEFENSOR SPORTING-CLUB NACIONAL 1-0 (55′ Adriàn Luna (D))
Un assalto continuo alla porta di Don non premia il Defensor Sporting, che si arrende alla sfortuna e all’organizzazione tattica paraguayana. Nel semi-deserto “Centenario di Montevideo (appena 20000 paganti, record negativo per una semifinale di Copa), la “Violeta” inizia subito con il piede pigiato sull’acceleratore, creando due nitide palle goal con Gedoz e Risso, fermati a pochi passi della porta ospite. La truppa di Morinigo si limita a svolgere il compitino difensivo, mancando nelle mortifere ripartenze, marchio di fabbrica di questa annata. Al 40′ De Arrascaeta si trova sulla testa la palla del vantaggio, ma pecca di precisione e potenza, favorendo la parata di Don.
Il secondo tempo regala un turbinio di emozioni. La pressione charrúa porta immediatamente i suoi frutti: Fleurquin scippa il pallone nei pressi dell’area ospite e offre un cioccolatino solo da scartare a De Arrascaeta che apre la contesa. Il goal galvanizza tutto l’ambiente, mentre il “Tricolor” arranca. Il muro biancoazzurro resiste fino alla fine, nonostante i legni di Gedoz e del difensore Herrera (clamorosa traversa colpita da zero metri). Il Club Nacional scrive un’altra pagina di storia, in attesa dell’ultimo atto. Termina in semifinale, invece, la favola del giovane Defensor, team infarcito di talenti e con un futuro (mercato permettendo) assicurato tra le grandi del Sudamerica.
BOLIVAR-SAN LORENZO 1-0 (9′ Yecerotte B))
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Tutto come da copione. Il San Lorenzo argina per l’intera gara le folate offensive dei boliviani, pericolosi a più riprese con Capdevila e Arce e porta a casa la prima storica finale di Libertadores. La gara scorre via in modo gradevole, con il pubblico di casa che spinge i propri beniamini all’assalto della porta di Torrico. L’atteggiamento ultra difensivista pianificato da Bauza lascia Nico Blandi abbandonato (e ingabbiato) nella morsa dei difensori di Azkargorta, preoccupati più di attaccare che di badare all’ex boquense.
Fino alla metà del secondo tempo la sfida è quanto intensa quanto vera; poi, negli ultimi minuti, – caduto il “pericolo”di rimonte dal sapore epico – l’agonismo cala, e con esso la vitalità della gara. Prima del fischio finale il Bolívar regala ai 40000 del “Estadio Hernando Siles” la rete del platonico successo: azione rocambolesca in aria del “Cuervo”, bordata di destro di Yecerotte e sfera sotto la traversa. La rete fa calare il sipario sulla sfida e sulla Copa dei boliviani, protagonisti di una cavalcata avvincente, impreziosita dalle eliminazioni di Lanús e Leon. Il San Lorenzo risorge definitivamente dal periodo più buio della sua storia, passando dalla lotta per evitare la Segunda alla possibilità di raggiungere un doblete campionato-Copa. Il tutto partendo da Santa Fe: Colon-San Lorenzo 0-1, autorete di Ramirez. Un successo – maturato in dieci contro undici – (e che si rivelò fondamentale ai fini della salvezza)che avvenne solo una manciata di giorni dopo l’elezione di Jorge Bergoglio a pontefice. I misteri del calcio. E della fede.