Formula 1 – Quando è scritto, è scritto…..

Dopo aver conquistato il suo quarto mondiale di Formula 1 consecutivo a fine 2013, Sebastian Vettel sapeva perfettamente che sarebbe stato difficile continuare il suo dominio l’anno dopo, con l’avvento delle nuove unità di potenza frutto di una combinazione di un motore elettrico e uno termico. Il pilota tedesco però si augurava perlomeno di competere alla pari con gli avversari per il titolo e non di vivere una stagione anonima come questa, dove la difesa del Mondiale è divenuta una chimera già dalla partenza in Australia. Evidentemente, da qualche parte era scritto che il 2014 era l’anno della Mercedes e che Vettel doveva sgomitare al massimo per il terzo gradino del podio.

Il buon Sebastian non poteva però minimamente immaginare che era stata scritta da qualche parte anche un’altra cosa. Non poteva certamente supporre che, dopo anni trascorsi con un compagno di squadra come Mark Webber, campione universale della iella applicata all’uomo, in casa Red Bull arrivasse uno che non solo la iella non sa neanche cosa sia, ma che lo bastonasse con quasi irriverente puntualità in ogni fine settimana, sia in qualifica, che in gara. “Ma come è possibile – si sta domandando Vettel – che questo Daniel Ricciardo si permetta di starmi davanti? Non ditemi che anche questo sta scritto da qualche parte?“. Ci dispiace di deluderla, herr Sebastian, sta scritto, eccome se sta scritto. Come sta scritto che, quando la Mercedes “decide” di prendersi un fine settimana sabbatico, il 25enne australiano di padre siciliano e madre calabrese ne approfitta per cogliere il bottino pieno.E’accaduto in Canada, è accaduto anche ieri in Ungheria, sul circuito dell’Hungaroring.

Una vittoria, la seconda in carriera, frutto di una combinazione perfetta tra la strategia decisa dal suo muretto, abile a decidere di cambiare gli pneumatici al momento giusto e la determinazione di Ricciardo, che ha infilato Hamilton (spettacolare il sorpasso sul britannico) e Alonso in maniera corretta ma decisa. E che gli dà ufficialmente il ruolo di “anti-Mercedes” del 2014. Sta scritto da qualche parte anche che la Ferrari potrebbe non mettergli a disposizione una vettura competitiva, ma Fernando Alonso continua a essere testardamente tenace. E quando c’è l’occasione, con una corsa “pazza” con pioggia all’inizio e ben tre ingressi di “safety car“, non si fa certo pregare. Uno come lui non stappa certo lo spumante per un secondo posto come quello di ieri, ma perlomeno è un risultato che consente a “Nando” di programmare con più serenità il suo futuro in Rosso.

E sta scritto anche che il duello tra Hamilton e Rosberg terminerà ad Abu Dhabi, all’ultima gara. Nico pensava di allungare in classifica, dopo che Lewis aveva avuto un problema nelle qualifiche ed era stato costretto a partire dall’ultima casella. Invece, se ne torna dall’Ungheria con un vantaggio dimezzato di tre punti, passando dai -14 ai -11.
Un duello che è forse l’unica emozione di questa Formula 1 che, spiace dirlo, sta diventando sempre più poco entusiasmante. Vedere i piloti amministrare pneumatici e benzina e non poter concentrarsi sulla prestazione pura rende davvero poco allo spettacolo. E i buchi sugli spalti dei circuiti lo stanno a confermare. Se chi di dovere non si sveglia, il “circus” potrebbe pagare uno scotto in perdità di popolarità non indifferente. Speriamo che questo non sia scritto da qualche parte.