Il mercato del giovedì
Devo ammetterlo: è la prima volta che una sessione di mercato cattura la mia attenzione. Il motivo è semplice: gli affari conclusi stanno smentendo le solite, frastornanti, chiacchiere. Protagonista di questo periodo di trattative, la Roma: ha preso Emanuelson, Uçan, Keita, Ashley Cole, Iturbe e pure Astori, e nessuno di questi era realmente preventivato. Nel senso: Iturbe era a un passo dalla Juventus, Astori lo era dalla Lazio, ma no, tutte chiacchiere, alla fine entrambi alla Roma.
Finalmente, dunque, qualcosa che non sia scontato. In ogni sessione, infatti, la solita trafila di discorsi presunti ed eventuali, di ipotesi verosimili ma mai vere. Stavolta non va proprio così, e la dimostrazione lampante è il terremoto che c’è stato in casa Juventus: Conte via, notizia incredibile, Allegri sulla panchina bianconera, proteste e controproteste, e tutto nel giro di neanche 24 ore. Diciamolo: chi se lo aspettava?
Il problema, per la Vecchia Signora, è che le tante chiacchiere sui presunti fenomeni che sarebbero dovuti arrivare per adesso si sono avverate al 5-10 percento, con tanto di sfiga piombata come un’incudine sulle povere spalle del neo tecnico bianconero. Morata: tanti milioni spesi, tanti giorni di stop a causa di un infortunio giunto dopo i primi allenamenti svolti con la sua nuova squadra. Legge di Murphy: se qualcosa deve andare male, sta’ tranquillo che ci andrà. I nomi del mercato bianconero? Ora come ora, altisonanti solo in uscita: Pogba e Vidal su tutti. Si punta Rômulo, preso Pereyra, ma ne per l’uno né per l’altro mi sento di dire che si tratta di un calciatore che fa la differenza. Tocca a loro smentirmi.
Un appunto sul caso Astori: ciò che è accaduto a Cagliari nel pomeriggio di ieri è l’emblema dell’imprevedibilità di questo mercato. Sembrava fatta per la Lazio, poi Lotito non trova l’accordo con la dirigenza sarda, Marroccu afferma che il difensore resta, Astori si presenta in conferenza stampa, annuncia il rinnovo per tre anni, poi… Walter Sabatini. Si inserisce come uno zampillo d’acqua in una fessura e chiude l’affare, prestito con diritto di riscatto fissato a otto milioni di euro. Già, dalla Lazio alla Roma, Astori cambia sponda (calcistica, eh) e nella nottata via con le proteste da parte dei tifosi biancocelesti, che puntano il dito contro Tare e, ovviamente, il loro patron, che mica si è capito che piani ha per il suo club.
Infine, Napoli e le milanesi: solito show di De Laurentiis a Dimaro, ma colpo di mercato che ancora non c’è in casa azzurra, anche se Michu e Koulibaly sono giocatori che possono dire la loro. Zona meneghina: in casa Milan, l’acquistone è Inzaghi. Il suo entusiasmo vale più di qualsiasi super affare possa portare a termine Galliani (scontato ovviamente che Alex e Ménez siano due ottimi acquisti): a Milanello manca il carattere, oltre che il talento. Casa Inter: andrà via Guarín, arrivato M’Vila, Icardi che non si sa che fine farà; Mazzarri continua a lavorare, ma la sensazione è che nerazzurri e cugini rossoneri, al momento, siano una spanna più in basso di Roma, Juve e anche Napoli.
In conclusione: a metà calciomercato, la Serie A sta cambiando faccia. È vero, non potremo mai competere in Europa contro squadre che possono schierare Bale, James Rodríguez e Cristiano Ronaldo assieme, però qualche buon giocatore, da queste parti, sta arrivando. Primo bilancio, dunque, positivo. Tra poco più di un mese tracceremo le somme definitive.