Home » Imolese Femminile, intervista a Roberta Li Calzi

Pubblichiamo come Redazione l’intervista a Roberta Li Calzi, esperta giocatrice, classe ’81, proveniente dall’Olimpia Vignola, attualmente in forza all’Imolese Femminile.

Come è nato il contatto e svolta la trattativa?

“Conosco il presidente Milena Gandolfi da quando avevo 18 anni e Ademaro Mosconi l’ho conosciuto qualche anno dopo. Ci stimiamo da sempre e ho sempre apprezzato l’impegno profuso da entrambi per il calcio femminile e per l’attenzione al settore giovanile. Ho già giocato a Imola subito dopo aver conseguito l’esame di maturità, vivendo una bella esperienza di quattro anni nella Packcenter tra la serie B e la A2 e, a 33 anni, ho deciso di tornare in quella città che, seppure in un contesto societario diverso, mi ha regalato forse le più belle soddisfazioni nel calcio”.

Perché hai scelto l’Imolese?

“Ho scelto l’Imolese per la prossima stagione perché credo nel progetto di costruzione di una squadra fatta di tante giovani, all’interno della quale con la mia esperienza spero di portare un apporto positivo sia in campo che nello spogliatoio e, nello stesso tempo, sono sicura che avrò tanto da imparare, perché non si smette mai di crescere in ogni ambito della vita, non solo sportivo”.

Che obiettivi ti ha prospettato la società?

“Gli obiettivi non sono quelli di fare un campionato di vertice, ma sicuramente di divertirci e di giocare un buon calcio, partendo da un organico di qualità e da uno staff tecnico competetente e preparato, che sono sicura saprà dare a tutte le atlete gli strumenti giusti per andare in campo e fare bella figura”.

Conosci qualcuna delle giocatrici?

“Conosco molte delle giocatrici, dopo tanti anni giocati in diverse società della nostra regione, e spero che nella rosa si aggiungano alcune ragazze con le quali ho giocato le ultime stagioni a Vignola perché sarebbe bello rivivere insieme una nuova avventura”.

Presenta il tuo curriculum.

“Ho iniziato a giocare a sette anni e fino ai 15 ho sempre militato nel settore giovanile maschile, poi sono passata al Bologna Calcio Femminile, la squadra della mia città, dove ho militato dai 15 ai 19 anni nei campionati di serie C, B ed anche serie A (con due promozioni), con una parentesi nella Vigor Pieve (Pieve di Cento). Poi Imola per quattro anni (B e A2: una promozione), Lugo in B, Ravenna in B e A2 con una promozione, Montale in B e A2 con una promozione e in mezzo, tra il 2007 e il 2008, il superamento dell’esame da avvocato e la conseguente abilitazione. Poi ho militato nel Cervia in A2, nel Vignola in A2 e C con un gol di cui conservo un bellissimo ricordo nello spareggio salvezza nella stagione 2011/12). Una curiosità: non sono mai stata retrocessia”.

Cosa puoi dare alle ragazze più giovani?

“Alle ragazze più giovani credo di poter dare un contributo di esperienza in campo a livello tecnico e tattico e qualche consiglio su come affrontare lo sport nel modo migliore per divertirsi e viversi delle soddisfazioni, sulla base anche dell’esperienza di allenatrice che ho fatto per 13 anni nel settore giovanile maschile (al Boca di Bologna) e sono stata selezionatrice della Rappresentativa giovanile femminile regionale Figc nel 2006/07”.

Quali sono le tue caratteristiche come giocatrice?

“Sono nata come esterno di centrocampo (“ala destra” con più propensione ad attaccare che a difendere) e per molti anni ho giocato in quel ruolo, con tanta fatica e tante gioie per i gol e per gli assist (soprattutto su cross) alle compagne attaccanti. A Montale ho giocato in tutti i ruoli e sono cresciuta tatticamente e negli ultimi anni, (complice l’età e il fatto che sulle fasce giocano giustamente le giovani con più fiato e gambe, ho giocato prima, seconda punta o trequartista, ruolo quest’ultimo dove forse mi sento più a mio agio, ma sarò a disposizione dell’allenatore laddove deciderà di impiegarmi, perché credo che questo sia lo spirito giusto sia da giovani che da “grandi”.

Uno dei motivi per cui ad oggi non ho pensato di smettere di giocare è il fatto che mi diverto ancora troppo quando vedo un campo e un pallone e sento ancora il sapore unico e magico della gioia del gol (visto che i gol ancora non ho smesso di farli)”.

Altro da aggiungere?

“Sono anche rappresentante dell’Associazione Calciatori (AIC) perché credo che lo sport sia importante non solo giocarlo, ma cercando anche di migliorare le tutele per le calciatrici, all’interno di quel mondo dei dilettanti che comprende un grande numero di atlete ed atleti nel nostro paese, in sinergia con le istituzioni, visto che in Emilia Romagna abbiamo la fortuna di poter dialogare e lavorare in sinergia con un Comitato Figc composto da persone competenti, attente ad ascoltare le varie istanze di calciatori ed allenatori per il bene di questo bellissimo sport”.