Con l’inizio della stagione calcistica 2014-15 partirà anche la nuova Lega Pro, a seguito della riforma attuata dal presidente Mario Macalli. Questa variazione della Lega Pro rappresenta una grande vittoria per il terzo campionato professionistico italiano, ed è una ottimo risultato aver ottenuto una riforma così importante e innovativa.
Prima di tutto bisogna fare un’analisi sul numero delle squadre che parteciperanno al prossimo campionato e fare un confronto con cosa succedeva fino a qualche anno fa. Infatti nel 2010-11 vi erano 90 squadre e il numero è stato portato, in 2 anni, alle 72 che hanno preso parte all’ultima stagione. Quest’ultima stagione ha portato poi alla riduzione definitiva a 60 squadre, quindi un notevole taglio di 30 formazioni rispetto al numero di partenza.
L’altro aspetto fondamentale della riforma è l’eliminazione della prima e della seconda divisione (ex C1 e C2), con le società che andranno quindi a formare una serie unica divisa in tre gironi formati ciascuno da venti squadre. Verranno promosse in Serie B quattro squadre: le prime classificate di ogni girone e la vincitrice dei playoff; mentre retrocederanno in Serie D le ultime di ogni girone e altre due per girone, a seguito dei playout. Quindi mentre i playoff saranno comuni a tutti e tre i gironi, i playout saranno autonomi per ciascun raggruppamento.
Macalli si è detto molto orgoglioso del risultato raggiunto e in effetti non era affatto scontato arrivare a un risultato di questo tipo in così poco tempo. La speranza è che, a seguito di questa riforma, la Lega Pro possa contare su sessanta società “sane”, che paghino gli stipendi nei tempi prestabiliti. In questo modo, riducendo il numero di club presenti, la volontà è quella di non vedere più società che cominciano i campionati con pesanti penalizzazioni, come accaduto troppo spesso in questi anni, o società che falliscono ripetutamente a distanza di poche stagioni e costrette così a ripartire dalle categorie regionali (Eccelenza e Promozione).
Fermare i fallimenti dei club (circa novanta negli ultimi dodici anni, ultimi in ordine di tempo quelli di Padova e Siena) è sicuramente fondamentale per una terza serie, che punterà tantissimo, come già anticipato prima, sull’avere iscritte società in regola e “pulite”: per questo motivo è prevista in futuro una possibile collaborazione con le istituzioni europee. Proprio il vicepresidente della Commissione Europea, Andrea Tajani, ha confermato la disponibilità ad aiutare la Lega Pro nella lotta contro le frodi sportive.
L’obiettivo futuro sarà ora entrare ancora più in sinergia con le società, far sì che esse creino anche un legame forte con il territorio e che vengano aumentati gli investimenti nei settori giovanili in grado così di fornire giocatori per la prima squadra. I giovani devono infatti essere un patrimonio per le società e in questo modo possono essere valorizzati.
La riforma si spera che possa portare grandi vantaggi anche ai giocatori: le società, infatti, stando al regolamento, dovranno garantire gli stipendi fino a maggio altrimenti non potranno ratificare i contratti. Altri aspetti fondamentali riguardano la documentazione economico-fiscale, che dovrà essere in regola al momento dell’iscrizione; e la situazione stadi, con la Commissione Infrastrutture che dovrà dare parere positivo alle società in termini di infrastrutture e di normative per il rilascio della Licenza Nazionale.
Proprio l’impiantistica sportiva e gli stadi di proprietà saranno il prossimo traguardo da raggiungere secondo il presidente Macalli e il direttore generale Ghirelli. Da questo punto di vista (dopo l’esempio dello stadio ecosostenibile visto quest’anno a Castel Rigone) la prima città che avrà il primo esempio di stadio “senza barriere” sarà L’Aquila, dove la società sta facendo il possibile per velocizzare la costruzione e il completamento dello Stadio di Acquasanta, in modo che sia pronto entro la fine del 2014. Ma anche altri club (tra cui Bassano,Como e Cremonese per esempio) hanno manifestato il proprio interesse verso progetto di adeguamento degli stadi. Queste le parole di Ghirelli sull’argomento: “Tre le parole d’ordine: struttura, tecnologia, servizi. Il calcio senza tifosi non è calcio – osserva ancora Ghirelli – lo stadio è la priorità tra le priorità nel nostro lavoro quotidiano. Dopo la riforma dei campionati ci siamo posti di fare qualcosa in più: il piano industriale della Lega Pro, con management, obiettivi attesi, evoluzione delle variabili chiave. Questo significa fare sistema, esaltare i punti di forza ed eliminare quelli di debolezza”. E sebbene il lavoro da fare sia ancora lungo, i traguardi già tagliati fanno ben sperare per il futuro. Sicuramente tutti questi accorgimenti fanno notare come la Lega Pro voglia cambiare e migliorare rapidamente il suo volto, senza perdere altro tempo (come invece accade in altre leghe tanto blasonate quanto “immobili”).
Nel futuro si pensa che anche la Serie A e la Serie B possano attuare riforme per diminuire il numero delle squadre, da 20 a 18 la prima, e da 22 a 20 la seconda. A tale proposito, il presidente del campionato cadetto Andrea Abodi, si è così espresso recentemente: “Campionato a 20 squadre? E’ un obiettivo prefissato. Attualmente aspettiamo l’evolversi della situazione, con il blocco dei ripescaggi. Cerchiamo di arrivare a questa soluzione attraverso il campo. Speriamo di poter arrivare ad una Serie B a 20 squadre a partire dal 2015/2016, in accordo anche con la Lega Pro“.
Per quanto riguarda la Serie A la strada sembra ancora lunga e tortuosa, visto il tempo perso e le continue liti tra i presidenti sull’argomento e sulla questione dei diritti tv.
In attesa di questo non ci resta che attendere il 18 luglio, giorno in cui verrà resa nota la composizione dei tre gironi della nuova Lega Pro. Al termine di questa stagione si avranno i primi risultati di questa riforma, e tutto è stato fatto affinché essi possano essere positivi.