A pochi giorni dall’inizio del campionato russo di calcio MondoPallone vi offre le dettagliate analisi di tutte le sedici squadre: oggi parliamo dell’Fk Krasnodar.
UN CLUB GIOVANE MA RISPETTATO E TEMUTO – La storia del Krasnodar è davvero recente, e questo esalta ancora di più il lavoro di Sergey Galitskyj, il quale in soli sei anni di vita ha portato questa società in Europa. Fondato nel 2008 dal sopracitato imprenditore, è la seconda squadra della città del sud della Russia, dopo lo storico Kuban, nato nel 1928; Galitskyj, cresciuto proprio a Krasnodar, possiede una catena di supermercati denominata Magnit ed è un personaggio abbastanza noto nel mondo calcistico russo. Ricco ma umile, sa di calcio e soprattutto sa come gestire con criterio i propri affari. L’accademia della società neroverde è una delle più invidiate non solo in Russia, con numerose affiliazioni e bravi maestri che consegnano ai giovani talenti una preparazione calcistica importante. L’Fk Krasnodar si appresta a disputare la sua quarta stagione nella massima serie: nelle ultime tre ha conquistato la nona, la decima e la quinta posizione.
LA PRIMA IN EUROPA – L’anno scorso il Kuban, stavolta l’Fk. L’Europa League comincia a diventare una presenza fissa nella città, anche se stavolta saranno i neroverdi a giocarla (esordiranno domani in casa degli estoni del Sillamae Kalev, ndr). Il quinto posto finale ha costretto il Krasnodar a dover debuttare già nel secondo turno preliminare, poichè la coppa nazionale è stata vinta dal Rostov, in finale proprio sui “Tori”. La mancata acquisizione della licenza da parte dei Selmashi avrebbe agevolato il Krasnodar, consegnandogli in dote il terzo turno preliminare; in ogni caso la stagione 2013-2014 è da considerarsi eccezionale, con risultati esaltanti soprattutto tra le mura amiche (vedi il 4-0 rifilato allo Spartak, decisivo per la classifica finale) e l’arrivo di un calciatore come Roman Shirokov, indiscutibilmente eleggibile come miglior giocatore russo dell’ultimo biennio. Ora arriva il difficile, ripetersi.
LA DIFESA: VOTO 6,5 – Con l’addio un po’ a sorpresa di Filtsov sarà l’esperto Dykan a difendere i pali della squadra neroverde. A coadiuvarlo ci penserà una difesa rocciosa, molto fisica ma deficitaria sul piano della rapidità. Kononov punterà sull’esperienza di Granqvist, sperando che Sigurdsson aumenti il suo rendimento: il capitano Martynovich rappresenta il trascinatore della compagine mentre il polacco Endzheichik si è rivelato una gradita sorpresa nel corso della stagione passata. Un reparto affidabile ma non invalicabile.
IL CENTROCAMPO: VOTO 6,5 – L’assenza di Shirokov è pesante e difficilmente Izmailov riuscirà a non farla rimpiangere. Oltre a Marat, desideroso di rivalsa dopo tanti anni trascorsi in Portogallo, spiccano Pereyra e Joazinho: il primo è un interditore capace anche di offendere, il secondo un talentuoso centrocampista offensivo. Ci sarebbe pure Mamaev, ma non sarà a disposizione sin da subito a causa di un grave infortunio. L’arrivo di Adjndjal può consegnare esperienza a una squadra giovane e soprattutto un ricambio adeguato per un club che spera di giocare tre volte a settimana il più a lungo possibile. Akhmedov è il colpo del mercato estivo dei “Byki”; con l’uzbeko il reparto acquista nuova linfa e dinamicità. L’arrivo di Bystrov sembra invece un’incognita; Krasnodar è un’ottima piazza per rinascere ma lui ne avrà davvero così voglia?
L’ATTACCO: VOTO 7 – Ari e Wanderson sono una delle coppie più temute di Russia. Si intendono alla grande e si completano a vicenda (e con Joãozinho formano un trio di brasiliani eccezionale). L’ex GAIS si è rivelata una scommessa azzeccata, dopo la cessione di Movsysyan allo Spartak: sa difendere il pallone, creare gli spazi e ha fiuto del gol. Ari ha trovato la sua dimensione a Krasnodar, dopo l’esperienza non così esaltante a Mosca. Lo scorso anno ha segnato tantissimo e punta a farlo anche la prossima stagione. Completano il reparto il nuovo arrivato Burmistrov, che presumibilmente verrà impiegato soprattutto in campionato, anche in virtù del limite sugli stranieri, e Konatè, interessantissimo prospetto africano parcheggiato in prestito al Genoa.
LA STELLA: WANDERSON – Centravanti possente, è utile per la squadra e ha grande fiuto del gol. Se alcuni dubitavano di lui dopo la cessione di Movssyan, il brasiliano ex River ha smentito tutti. Prelevato dal GAIS nell’indifferenza più totale due anni fa Wanderson ha realizzato 23 gol in 51 partite: un bottino di tutto rispetto. Con Ari è probabilmente l’unico vero insostituibile di questa squadra, vista anche la scarsa concorrenza in attacco (Laborde non ha mai realmente convinto in Russia).
IL CAPITANO: ALEKSANDR MARTYNOVICH – È una delle colonne portanti della storia del Krasnodar il centrale bielorusso. Presente sin dagli esordi del club, in FNL, Martynovich è stata la certezza della difesa in questi anni. Sono cambiati diversi giocatori del pacchetto arretrato, ma lui ha sempre avuto la titolarità. Merito delle sue importanti dote difensive, ma anche delle sue qualità di condottiero, che lo rendono un vero e proprio trascinatore in campo.
L’ALLENATORE: OLEG KONONOV – Arrivato un po’ a sorpresa la scorsa estate, con molte perplessità, è riuscito a fare fino ad ora un ottimo lavoro; cosa non facile, vista l’eredità importante del serbo Muslin. Uomo riservato, educato e serio lavoratore: ben presto sia i tifosi che i giocatori hanno cominciato ad apprezzarlo e i risultati si sono visti, con l’Europa League agguantata al primo colpo e la finale di coppa nazionale. Ora anche lui è chiamato a un banco di prova importante, quello della riconferma.
LA FORMAZIONE TIPO – Con Mamaev out almeno fino a ottobre dovrebbe essere Pereyra ad affiancare Akhmedov in linea mediana. Sicuramente Kononov cercherà di creare una formazione camaleontica, in grado di affrontare grazie anche al turn over le tre competizioni.