Ausilio e il mercato del “pagherò”, nasce la nuova Inter di Mazzarri

Il mercato dell’Inter è entrato nel vivo, lo diciamo ormai da qualche settimana. In fondo le scadenze contrattuali dei senatori hanno abbassato il monte ingaggi, permettendo a Piero Ausilio di poter lavorare con più capitali sul mercato in entrata, almeno dal punto di vista del budget stipendi. Non si può dire lo stesso, invece, del capitale da investire sui cartellini dei giocatori: ricapitolando brevemente, l’Inter forse riscatterà Rolando (ma a patto che il Porto riduca le richieste), ha preso Dodô in prestito biennale (un trasferimento a titolo definitivo mascherato, visto che il riscatto verrà pagato obbligatoriamente tra due anni), Yann M’Vila (anche per lui prestito oneroso) e sta trattando Medel del Cardiff City. Indovinate un po’ che formula ha proposto il ds nerazzurro al club inglese? Esatto, ancora una volta prestito con diritto di riscatto; richiesta respinta al mittente, visto che per il cileno gli inglesi richiedono almeno un obbligo di riscatto, dopo che solo un anno fa hanno speso undici milioni per il suo cartellino.

In pratica Ausilio sta conducendo un intero mercato in entrata senza avere liquidità nell’immediato, se non i pochi spiccioli dei prestiti onerosi (1,2 milioni per Dodô e un milione per M’Vila). L’altro tassello arrivato ma annunciato da parecchio tempo è Nemanja Vidić, centrale d’esperienza che può insegnare a Ranocchia e Juan Jesus i trucchi del mestiere, nella speranza che aumentino il rendimento della scorsa stagione. Una volta concluso il colpo in mediana che, a meno di clamorosi dietrofront, si tratterà di Gary Medel – l’alternativa è Behrami ma, forse, è ancora più costosa della prima ipotesi – a quel punto si potrà pensare al mercato in uscita per finanziare l’acquisto di Roberto Pereyra, su cui è forte anche l’interesse della Juventus. Proprio i bianconeri, interessati a Fredy Guarín, potrebbero però avvicinare i nerazzurri al centrocampista dell’Udinese, ma visto il terremoto societario in casa Juve è difficile prevedere le prossime mosse della squadra di Allegri: in ogni caso il colombiano vale tra i 15 e i 18 milioni, proprio i soldi con cui l’Inter vorrebbe prelevare l’argentino. Ah chiaramente in prestito con obbligo di riscatto: prima si ripianano i debiti, poi si acquistano i cartellini dei giocatori. Un altro in partenza sembra essere Ricky Álvarez, che dovrebbe avere mercato soprattutto nella Liga o in Bundesliga, ma il Mondiale in questo senso non ha sicuramente aiutato a trovare un possibile acquirente: nel caso partisse Guarín, non è da escludersi che possa rimanere, anche considerando la duttilità del giocatore stesso. Può giocare mezz’ala in un centrocampo a cinque, trequartista in un 4-3-2-1 o eventualmente ala in un 4-2-3-1; in pratica il discorso opposto di Guarín, che nello scacchiere di Mazzarri non ha mai avuto una collocazione precisa, tanto da essere schierato addirittura da seconda punta vista la sua pigrizia nel ripiegare in difesa.

Manca qualcosa anche in attacco, e questo paradossalmente potrebbe essere l’unico colpo nerazzurro senza prestiti o dilazioni di pagamento. Il sogno resta Stevan Jovetić, un’ipotesi di mercato adesso irrealizzabile: ma tra un mese potrebbe cambiare tutto, considerando che l’Inter avrebbe un gruzzolo da parte mentre il City la necessità di vendere un attaccante, specie se Negredo dovesse restare a Manchester. A quel punto partirebbe l’offensiva di Ausilio, che pescherebbe in Premier League anche nel caso in cui Jo-Jo rimanesse un sogno; l’alternativa infatti si chiama Pablo Daniel Osvaldo, che piace e non poco a Mazzarri, ma potrebbe pestarsi i piedi con Icardi – Jovetić al contrario è più seconda punta. I Saints hanno già fissato il prezzo, una cifra attorno ai 12 milioni trattabili, ma la sensazione è che questo sia un colpo da ultimi quindici giorni di agosto. Qualcuno arriverà, comunque, perché Mauro Icardi e Rodrigo Palacio non possono reggere tre competizioni, considerando che il terzo attaccante è Rubén Botta – possibile pedina di scambio per Pereyra e un’incognita a questo livello – e dalla primavera, per questioni legate alle liste Uefa, dovrebbe essere aggregato il baby prodigio Federico Bonazzoli; una presenza alla Marko Livaja diciamo, da far giocare soprattutto nei primi turni di Europa League e in Coppa Italia.

Ma come cambia tatticamente l’Inter di Mazzarri rispetto alla scorsa stagione? Innanzitutto il tecnico toscano ha fatto capire chiaramente che il 3-5-2 non sarà l’unico modulo utilizzato, tanto che in questi giorni a Pinzolo sono state fatte anche delle modifiche in questo senso. Il 4-3-3, in tutte le sue varianti, sembra essere lo schieramento con più possibilità di essere messo in mostra, anche se resta lo spettro del 4-3-1-2 con uno tra Kovačić e Hernanes ad agire dietro le punte.
Cambiano sicuramente le caratteristiche del mediano, perché Cambiasso aveva il vizio di spingersi in avanti nel tentativo di realizzare: e farlo a 30 anni nel pieno della carriera portava gol, tanti gol (per un centrocampista) senza sacrificare la parte difensiva. Al contrario, nelle ultime due stagioni El Cuchu ha lasciato parecchi buchi davanti alla difesa, costringendo quindi Thohir a lasciarlo andare per puntare su qualcuno con meno primavere alle spalle. M’Vila è un giocatore roccioso, fisico e abbastanza mobile, sicuramente più dell’argentino dell’ultima annata, e il fatto di giocare vicino a due giocolieri come Hernanes e Kovačić limiterà molto le sue sgroppate. Anche perché il tiro, diciamolo senza mezzi termini, non è decisamente il piatto forte della casa; così come non è il piatto forte di Medel, l’altro probabile rinforzo nerazzurro che dovrebbe occupare un posto a centrocampo, dato che dietro c’è già abbastanza traffico così. Tanti muscoli a protezione della difesa, considerando che la spinta degli esterni non dovrebbe attenuarsi, con Nagatomo, Dodô, Jonathan e D’Ambrosio pronti a sganciarsi appena possibile. Davanti pochi dubbi, con Botta indietro nelle gerarchie rispetto a Icardi e Palacio, inamovibile almeno sino a metà agosto, quando è previsto l’arrivo di una punta di spessore alla corte di Thohir.