Il giorno della finale

Ultima partita dei mondiali di calcio 2014. La lunga maratona che c’ha accompagnato quest’estate si appresta a concludersi con l’assegnazione del titolo iridato. Dopo 24 anni Germania e Argentina si ritrovano da avversarie in una finale di Coppa del Mondo e il pensiero non può non andare alle “Notti magiche” di Italia ’90, quando un calcio di rigore permise alla Germania Ovest di vendicare la sconfitta in Messico di quattro anni prima, mentre dalla parte opposta Maradona e compagni recriminavano contro la direzione arbitrale. Dopo quell’incontro gli argentini scomparvero dal podio mondiale nelle edizioni successive e una delle cause principali fu proprio la nazionale teutonica. La Germania, infatti, negli ultimi anni ha rappresentato una sorta di bestia nera per i calciatori sudamericani, estromessi per ben due volte consecutive ai quarti di finale. Nel 2006 furono i calci di rigore davanti al pubblico ostile dell’Olympiastadion di Berlino, nel 2010, invece, l’amara umiliazione di un netto 4-0 in Sudafrica.

La partita di questa sera vedrà i tedeschi favoriti sulla carta. La nazionale europea è apparsa più organizzata e soprattutto più cinica in campo, letale quando c’è l’occasione tra i piedi per colpire. Löw e i suoi ragazzi, inoltre, avranno dalla loro il fattore casa da non sottovalutare assolutamente. Nonostante l’amicizia dichiarata in conferenza stampa dell’idolo brasiliano Neymar per il compagno di squadra Messi e per un suo possibile trionfo, è decisamente probabile che i tifosi brasiliani presenti questa sera al Maracanã diano il pieno supporto alla Germania per evitare l’onta di vedere i rivali argentini alzare la Coppa. Sentire gli argentini in festa in giro per Rio al grido di “Decime qué se siete” rappresenterebbe un incubo da evitare dopo la vergogna e la delusione del 7-1 patito in semifinale.

La finale di questa sera rappresenta la possibilità per Lionel Messi di smentire le continue voci che lo criticano in nazionale. La pulce, infatti, è sempre stato un giocatore dai due volti, formidabile con il Barcellona, la sua squadra di club, dove ha vinto tutto ciò che c’era da vincere, mentre con l’Albiceleste non è riuscito a imporsi e a dare quell’impronta necessaria per consacrarsi totalmente a erede del grande Diego Armando Maradona. Il giocare con compagni diversi da Iniesta o Xavi ha sempre offuscato in parte il suo talento, rendendolo bersaglio di critiche da parte di qualche giornalista, che ha evidenziato la sua inefficacia; un modo per sottolineare che Messi sia carente di qualcosa per ergersi a nuovo Dio del calcio. La Germania, invece, ha un piccolo tabù da sfatare. Dopo l’unificazione con la caduta del muro le due federazione calcistiche, la Germania Ovest e la Germania Est, si sono chiaramente fuse e dopo questo evento la nazionale teutonica non è più riuscita a tornare sul gradino più alto del podio. Sfiorò questo traguardo nel 2002, perdendo in finale contro il Brasile e poi si dovette accontentare solo di podi con quello del 2006 più amaro per averlo ottenuto in casa dopo aver ceduto all’Italia in semifinale. L’importante, però, è che l’epilogo ci regali una partita brillante, non troppo bloccata e ricca di spettacolo come è capitato nei precedenti incontri di questo mondiale.

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Elia Modugno